Mozzotta io carcere Cantoni si sospende di Fabio Poletti

Il presidente della Cariplo, ricercato da giorni, si è costituito al pool di Mani pulite Il presidente della Cariplo, ricercato da giorni, si è costituito al pool di Mani pulite Mozzano io carcere, Cantoni si sospende Decapitati i vertici delle maggiori banche italiane MILANO. La barba lunga, lo sguardo stranito davanti alle telecamere, eccolo Roberto Mazzotta, primo banchiere a finire nel ciclone «Mani pulite», da ieri cella singola nel carcere di Opera. Il presidente della Cariplo, ricercato da giorni, si è costituito alle 13,15 al valico di frontiera con la Svizzera di Brogeda. Una corsa in macchina fino a Milano, poi il primo faccia a faccia con Di Pietro e Tito e infine la colla singola. Hra a Londra per lavoro Roberto Mazzotta quando, lunedì scorso, si è saputo di quel lungo ordine di custodia cautelare. Corruzione e ricettazione, le accuse. Lui all'estero ricercato, tre dei suoi più stretti collaboratori, tra cui il vicepresidente Polli, a San Vittore: un terremoto ai vertici di «Cà de Sass». Forse il primo tassello, quello sulle banche, del nuovo mosaico di Tangentopoli ancora tutto da disegnare. «E chi è Mazzotta?», fa il giudice Tito in tarda mattinata, quasi a voler negare il tam-tam di voci che dava per imminente il ritorno dell'illustre ricercato. Mazzotta in quel momento è già al valico. Viene dalla Svizzera, ma dove sia stato prima non si sa. L'incontro con gli uomini della Guardia di finanza è alle 13,15.11 presidente della Cariplo ò con il suo legale, la barba lunga di chi negli ultimi giorni ha dormito poco e male. Quaranta minuti dopo l'ingresso a palazzo di giustizia con i fotografi e le telecamere che registrano l'evento. «Se ha deciso di tornare è per collaborare», ò il commento unanime. Allora anche per lui niente carcere, arresti domiciliari dopo un veloce interrogatorio? «Non ò che questi possono fare il loro comodo e poi chiedono di essere interrogati quando vogliono loro...», sibila il giudice Ghitti a cui spetta firmare gli ordini di arresto e poi anche le scarcerazioni. E dispone il suo interrogatorio per mercoledì. Subito, invece, il faccia a faccia con Antonio Di Pietro e con Raffaele Tito, l'ultimo magistrato ad entrare nel pool e a cui è stato affidato il filone «banche». Dura quasi due ore. «Abbiamo affrontato il problema in generale. Se collabora? Non posso dire nemmeno questo», sta sul vago il difensore di Mazzotta, l'avvocato Muccia- relli. Gli fa eco il magistrato. Dice Tito: «Mazzotta ha fornito la sua versione dei fatti». Già, non si sbilanciano. E a verbale rimangono quelle domande sui versamenti presi per gli appalti Mm e Sea attraverso Roberto Mongini e Maurizio Prada, entrambi de, primi capitoli di Tangentopoli. C'è poi, contro Mazzotta e gli altri dirigenti della Cariplo arrestati, la vicenda dei palazzi gestiti, a suon di bustarelle, dal fondo pensioni della banca. Mazzette milionarie per affari a nove zeri. In ballo ci sono gli affari sporchi legati all'acquisto del Cristal Palace di Brescia, un immobile in via Senato a Milano, e altri ancora a Monza e a Gessate. Che dirà, Roberto Mazzotta, di quel giro di tangenti a gogò? Di questo parla già Severino Citaristi, l'ex cassiere nazionale della de, recordman italiano degli avvisi di garanzia. Cappotto blu e sorriso, ieri mattina Citari sti è tornato per l'ennesima volta nell'ufficio di Di Pietro. L'interrogatorio, questa volta, riguardava proprio la ricaduta sulle casse di piazza del Gesù degli affari immobiliari del fondo pensioni della Cariplo. E Citaristi non ha negato l'arrivo a Roma delle mazzette per alcuni miliardi, tra cui i 300 milioni per il Cristal Palace bresciano. Fabio Poletti Dalla «Cà de Sass» a San Vittore Una storia di immobili e di mazzette a nove cifre Per lo scandalo milanese già sentito anche Citaristi Qui accanto il presidente della Bnl Giampiero Cantoni Nella foto grande il ritorno di Roberto Mazzotta ieri in Italia