Il tradimento della gamba sovversiva

// tradimento della gamba sovversiva LETTERE AL GIORNALE IL LUNEDI' DI O.d.B. // tradimento della gamba sovversiva Non vuol dire Gentile Signor Del Buono, ieri mattina davanti al mio negozietto, in via San Massimo, sopra un rametto spinoso di pungitopo, c'era una bella coccinella rossa e a puntini neri. Sono stata a sorvegliarla per quel po' di tempo che ho potuto, perché avevo la paura, fondata, purtroppo, che un passante, vedendola, la prendesse tra le dita e la schiacciasse. C'era un bel sole caldo, caro Signor Del Buono, e la coccinella se ne stava lì sulla fogliolina aguzza e sembrava davvero un bel pezzo di paesaggio, faceva un poco distrarre dai mucchi di rifiuti accumulati sul bordo della strada, che si formano rapidamente anche dopo i rari passaggi dei netturbini. Spesso i cassonetti sono semivuoti, però il marciapiede è ingombro dei sacchetti di spazzatura. Quando io ero molto giovane e avevo appena avuto la mia prima bambina, un collega di lavoro mi aveva regalato il libro II bambino di Spock. Nel capitolo che trattava le malattie, Spock insegnava ?-lle madri a mantenere la calma, a fare velocemente quello che andava fatto per curare il bambino, e poi a tenere la stanzetta ordinata e pulitissima, a rinnovare l'aria. Anche se la malattia era grave, il bambino doveva vivere in un ambiente quanto più sereno e tranquillo possibile, in un ordine scrupoloso, perché questo avrebbe giovato alla chiarezza mentale delia madre e al benessere del bambino. Caro Signor Del Buono, mi sono venuti in mente gli insegnamenti di Spock nel constatare ogni giorno il disagio che provoca in tante persone il vivere in una città sporca, dove si fa violenza a ogni tentativo di abbellimento, dove è impossibile tenere a portata di passante qualsiasi pianta che non sia spinosa (però un mattino mi sono trovata i miei pungitopo ricoperti di pattume e vernice). lo desidero tanto che Torino diventi una città pulita e ordinata, senza scritto sui muri, senza dover fare balzi acrobatici per sfuggire all'automobilista veloce che sembra andare a caccia di pedoni e piccioni per stenderli e poi scappare fiero della sua abilità. Il decoro e la pulizia costano niente, se tutti si impegnano a non sporcare e forse qualche vigile in più sulle strade atten¬ to al problema potrebbe dissuadere il passante dallo sbattere per terra il gelato non finito, la busta ex patatina o la lattina di bibita. Tanti cari auguri di star bene. Anna Marrano, Torino Caro Signor Del Buono, rileggendo la lettera vedo che non mi sono spiegata tanto bene. Quello che volevo dire è che, anche se la gente che sta a Torino e altrove ha tante difficoltà finanziarie più di prima, non vuol dire che debba tenere tutto male e lasciare andare tutto a rotoli. Una camicia rammendata e pulita è pur sempre una cosa gradevole. Parlo per esperienza: le mie cose sono tanto, tanto rammendate! Gentile Signora Marzano, la ringrazio tanto per la sua lettera e per la semplice questione «rivoluzionaria» che ricorda. Ricambio gli auguri, e spero che lei stia molto meglio di me. [o.d.b.] Una vera fortuna Egregio Del Buono, le scrivo in merito alla mia situazione attuale che è si¬ mile a quella di tanti operai disoccupati con figli da mantenere e tasse da pagare (vedi luce pigione telefono e medicine) come tutti, del resto, però, in un certo senso, io e la mia famiglia siamo fortunati. Perché? Semplice, non sono nato in una nazione dove solo per una religione diversa dall'altra ci si scanna come maiali e, quindi, pur essendo al momento mantenuto per forza di cose ed eventi, non certo perché io sono un «lavativo», mi ritengo fortunato. Vivo da circa quattro anni in un paese in provincia di Vercelli fino a sei mesi fa lavoravo presso dustria del Biellese, ma, ahimè sono dovuto andar via perché non c'era più possibilità di rimanere (la crisi ha colpito forte qui nel Biellese). Ora sto aspettando che qualcuno mi dia una mano per ritornare a Roma dove avrei già un lavoro ma non certo un tetto. Ah, mi sono scordato di scriverle che sono romano e, quando mi sono sposato, sono venuto in questo paese solo perché non potevo abitare insieme ai miei, non perché non ci vada d'accordo, ma per il semplice fatto che in quaranta metri quadri non ti muovi. Non le chiedo certo un miracolo, ma spero vivamente che lei, che risponde a tutti, inserisca anche me tra i tanti, le scrivo anche il mio indirizzo che spero non pubblichi su1 giornale, ma che tenga a portata di mano cosicché qualcuno di buon cuore esaudisca il mio problema. Se la lettera andrà cestinata, la ringrazio ugualmente per il suo tempo che magari avrebbe speso meglio. Ermanno Pacifici, Vercelli Gentile Signor Pacifici, questo è il mio lavoro, e anche la minima occasione che ho per fare qualcosa di utile. La sua lettera è chiara e dignitosa. Spero che l'indirizzo che mi affida possa servire. [o.d.b.] La ricetta per la birra Caro Signor Del Buono, ogni volta che vengo a Milano mi chiedo come faccia lei, che ama definirsi mezzocecato, a districarsi in quel traffico. E dire che per me sono solo poche fer- mate di metrò fino a S. Ambrogio e, se non sono troppo impaziente, due di autobus in via De Amicis, ma mi bastano per compiacermi di abitare in un posto piccolo. Qui ad Alassio, avendo cura di evitare l'Aurelia, scambiata dai motorizzati locali per una pista di collaudo, si vive molto meglio che nel caos di Milano e Torino. Può dunque bene immaginare come io, vecchia torinese, concordi con quanto le scrive l'ing. Bordoni (15 gennaio), un tema sul quale già anni fa avevo scritto alla Stampo, ma serve poco essere pubblicati! Chissà che la sua finestrella faccia il miracolo. Il medesimo giorno qualcuno ha segnalato a «Specchio dei tempi» quella che anch'io ritengo una delle cause precipue, se non la maggiore, del disastrato traffico delle nostre città grandi e piccole, e cioè la latitanza dei vigili urbani. Fino a che i vigili non si decideranno a ricircolare come una volta, ci ritroveremo sempre al «pian d'ij babi» come adesso. Immagino che di lettere di protesta come quella dell'ing. Bordoni lei ne abbia ricevute e ne riceva un sacco e una sporta: perché non ne fa un assemblaggio da par suo? Naturalmente, ponendo in alto, ben in risalto, la ricetta per farci la birra. Le mando tanti cari saluti. Antonietta Seravalli, Alassio Gentile Signora Seravalli, non conosco la ricetta. Quanto a come faccio a districarmi io è semplice. Causa il tradimento della gamba sinistra sovversiva, esco dalla tana una sola volta alla settimana per fare un giretto in centro. Non è il colmo della mondanità, ma insomma... [o.d.b.]

Luoghi citati: Alassio, Milano, Roma, S. Ambrogio, Torino, Vercelli