Dottoressa Jekyll e Signora Hyde di Franco Lucentini

Dottoressa Jekyll e Signora Hyde Dottoressa Jekyll e Signora Hyde «Tutti i tabù erano caduti: derubai un mendicante mi procurai l'opera omnia di Barbara Cartland» IONO nata a Londra nel 195... L ' da onorati genitori della borm ghesia mediobassa. Mio paI | dre mandava avanti una picaZ I cola libreria, mia madre era insegnante. Entrambi erano progressisti e amici di progressisti, aperti a tutte le nuove idee, senza pregiudizi razziali o d'altro genere, e convinti che molto si potesse e dovesse fare per il bene dell'umanità. Crebbi dunque in un ambiente ideale per il sano sviluppo morale e intellettuale di una ragazza: ancora bambina venivo condotta a interessanti dibattiti sull'apartheid in Sud Africa, a manifestazioni per la pace, a concerti per promuovere la libertà in Turchia o in qualche sfortunata repubblica sudamericana. Fu durante un sit-in davanti all'ambasciata americana che conobbi Angelica Utterson, famosa avvocatessa per i diritti civili, che aveva fatto condannare il marito per stupro la prima notte di nozze ed era riuscita a ottenere la cittadinanza inglese per 106 ratti sbarcati clandestinamente a Liverpool da una nave liberiana. Ero molto giovane e nella mia innocenza credevo che il Vietnam fosse una merendina velenosa che i capitalisti Usa cercavano di imporre a tutto il mondo. Lady Utterson, che sedeva lei stessa per terra, mi fece accomodare sulle sue ginocchia e accarezzandomi con molta dolcezza mi sussurrò come stessero le cose. Del sesso sapevo naturalmente tutto, non solo per i corsi speciali all'asilo nido e i campeggi naturistici, ma anche perché i miei genitori, iscritti al movimento «Orgasm ole» mi avevano dettagliatamente istruita in merito con la parola, l'esempio e i mezzi audiovisivi. Inoltre, un rifugiato politico argentino che ospitammo per due anni in casa nostra mi aveva introdotto vivacemente a quelle pratiche. In seguito avevo dato il mio modesto contributo erotico nei centri d'accoglienza di profughi di varie nazionalità, polacchi, ungheresi, singalesi, lituani e perfino russi. Senza contare che ero l'amante di mio zio Donald (storpio, semicieco e tossicodipendente, ma tenerissimo) e non potevo negarmi alle suppliche di Liam, un militante dell'Ira, l'esercito di liberazione irlandese, che tenevamo nascosto in cantina. Ero dunque preparata alle proposte di Angelica Utterson, né i miei genitori ebbero qualcosa da eccepire, anzi: la differenza di età e di fortuna non aveva, dissero, alcuna importanza tra persone evolute e rivi- lizzate, e il fatto che l'avvocatessa mi sistemasse in un loft a Chelsea e mi pagasse gli studi universitari (oltre a passare un assegno mensile di mille sterline a papà e mamma) rientrava in quella vasta e nobile categoria del volontariato in cui noi tutti credevamo appassionatamente. Furono anni sereni. La dottoressa Lanyon, una ginecologa transessuale grande amica di Angelica che veniva ogni mercoledì per una notte a tre, mi spinse a specializzarmi in dietetica. Il mio corpo, osservò una sera spogliandomi con le sue mani delicate, era gradevolmente curvaceo ma la tendenza a una certa cicciosità non si poteva non notare. Diventando un'esperta in materia non sarei mai stata afflitta dal tormento del peso. Seguii 0 suo consiglio e dopo anni di intensa applicazione divenni una delle più rispettate dietologhe di Londra, presente a tutti i congressi internazionali e consulente del governo. Poiché la maggior parte dei prodotti in commercio non mi convincevano interamente, decisi di sperimentarne di nuovi nel mio piccolo laboratorio a Soho, e un giorno comprai in un magazzino discount una cospicua quantità di pomodori in scatola, cavolfiori sottaceto, banane essiccate e ciliegie liofilizzate. Frullato il tutto in varie dosi e mescolanze, provai su me stessa le pozioni. I primi tre beveraggi non mi fecero il minimo effetto, a parte una leggera nausea. Ma al quarto bicchierone fui presa da atroci dolori allo stomaco e dopo una mezz'ora di vere e proprie convulsioni mi sentii Fin dal suo apparire, la strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde è stato oggetto di adattamenti e parodie. Frutterò e Lucentini, traduttori per Einaudi del capolavoro di Stevenson, propongono la loro versione ai lettori dellaStompo. Cae Lu Carlo Frutterò e Franco Lucentini strana. Il camice sembrava diventato un lenzuolo, la gonna pendeva da tutte le parti, il maglione mi arrivava alle ginocchia, il collant alle caviglie. Ero rimpicciolita! Ma al tempo stesso sentivo scorrere nelle mie vene un sangue più vivo, i miei muscoli erano tesi da una nuova, straordinaria energia. Cominciai a correre e saltare per la stanza, poi mi precipitai per strada in preda a una sfrenatezza indicibile. Tutto ciò che era represso in me da tanti anni prese il sopravvento, ma non intendo scendere nei nefandi particolari del mio comportamento. Avevo questa nuova personalità, per la quale non c'erano limiti alla trasgressione. Tutti i tabù erano caduti. Rubai gli spiccioli a un mendicante senza gambe, acquistai tutte le cassette dei film di Doris Day, insultai un gruppo di vecchie giamaicane handicappate, mi procurai l'opera omnia di Barbara Cartland, calpestai con ferocia una giovane assistente sociale: e queste sono solo le più veniali delle mie colpe. Lo scatenamento durava qualche ora, poi tornavo .in me a giuravo a me stessa di smetterla per sempre. Ma ricaddi più e più volte in quell'abisso che, mio malgrado, mi attirava e eccitava irresistibilmente. Stavo per ore a godermi le più sdolcinate soap-operas, contemplavo con la bava alla bocca i negozi specializzati in abiti da sposa, leggevo avidamente tutto ciò che riguardava la Famiglia Reale inglese e assistevo con le lacrime agli occhi al cambio della guardia davanti a Buckingham Palace. Quando le scorte del mio intruglio cominciarono a scemare mandai Poole, il fedele nano sadomasochista che mi faceva da domestico, a ricomprare quegli stessi prodotti in quello stesso magazzino. Ma qualcuno degli ingredienti, forse i cavolfiori, o magari le banane, era cambiato, e la pozione non mi fece più nessun effetto. Tremante, raddoppiai la dose. Nessun risultato. Compresi allora che la parte peggiore di me avrebbe vinto definitivamente e così com'ero, in un sobrio tailleur blu scuro, cappello e borsetta (era questo l'abbigliamento prediletto da mrs. Hide, come avevo deciso di chiamare il mio doppio) scesi nella sotterranea alla stazione Green Park e con una estrema sghignazzata, urlando bestemmie abominevoli contro la solidarietà e la tolleranza, spinsi sui binari una bambina bosniaca da poco rifugiata in Inghilterra e la seguu io stessa sotto le ruote. Carlo Frutterò Franco Lucentini

Luoghi citati: Inghilterra, Liverpool, Londra, Sud Africa, Turchia, Usa, Vietnam