Banche roventi e banchieri inquieti, Fazio è preoccupato di Nino Rovelli
Banche roventi e banchieri inquieti, Fazio è preoccupato NOMI E GLI AFFARI Banche roventi e banchieri inquieti, Fazio è preoccupato Presto, presto. Bisogna spenderli subito quei soldi piovuti da un cielo benigno, via Imi, sul capo degli eredi di Nino Rovelli. Prima che dalle macerie della Prima Repubblica, sulla questione possano spuntare delle sorprese. Niente paura, i piani sono pronti. Ci pensa Francesco Caltagirone, marito di Rita Rovelli. Che si lancia nel salvataggio dell'Acqua Marcia. Francesco è categorico: i soldi della moglie non c'entrano. Ma come non fare due più due? E come non vedere in questo rientro romano del costruttore simbolo del generane, attraverso la società che fu già cara a Vincenzo Romagnoli, gli avamposti di un'Italia berlusconiana? Per uno che torna, altri che Francesco vanno. Bruno Caltagirone De Mico, ante¬ signano di Mani pulite, l'ingenuo architetto che aveva diligentemente messo tutta la contabilità nera sul computer, è ormai fisso a Londra, dove ha comprato una bella casa. Incerto sul da farsi (torno o non torno?) Roberto Mazzotta, il potente presidente della Cariplo, ora inquisito. Sugli immobili del fondo pensione si è infranto per sempre il suo sogno di privatizzare la più grande cassa di risparmio del mondo. Né si sente più tranquillo il suo vice, ora «reggente», Ottorino Beltrami. Arrivato per ultimo alla Ca' de Sass, ma perseguitato dal fantasma del suo passato alla presidenza di Assolombarda, corsi Cee, fondi neri e consimili. Anche un altro inquisito d'oro ha ricevuto in questi giorni una brutta notizia. E' Enrico Braggiotti. La Cassazione non gli ha concesso il bis, rifiutandosi di annullare il secondo ordine di custodia cautelare. Continuerà il Principe Ranieri a difendere il suo suddito, ex presidente della Commerciale? Per la Comit, ecco ai nastri di partenza il road-show, che prenderà il via dalla Scala. Mentre il titolo dell'istituto presieduto da Sergio Siglienti sale, il toto-banca lancia le scommesse. Riuscirà quel nuovo grappolo di investitori esteri che verrà a galla con il collocamento, a controbilanciare quel 1215 per cento dell'istituto, che già è al sicuro nei portafogli di cosiddetti «partner amici»? Sulle banche c'è attesa, ma anche preoccupazione. Non a Ranieri di Monaco I! governatore Antonio Fazio caso il governatore Antonio Fazio, appena saputo della faccenda Mazzotta, ha immediatamente ricordato il vincolo della sospensione. Non è solo Bankitalia a temere nuove sorprese. Anche il presidente dell'Abi Tancredi Banchi, e il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi hanno deciso di stare con gli occhi ben aperti. Spirano seffiri non proprio benevoli sul molto onorevole settore del credito. Mentre aspetta di incassare i soldi della vendita Comit, soldi benedetti, il presidente dell'Iri, Romano Prodi, deve fronteggiare una delicata situazione familiare. Ben tre dei suoi fratelli sono in pista per la prossima tornata elettorale. E tutti in partiti diversi. Paolo Prodi, storico già parla¬ mentare della Rete, corre a Trento per i cristiano sociali di Ermanno Gorrieri, in bilico sul pattone di Achille Occhetto. Vittorio, professore di fisica, affronta il battesimo del fuoco con i pattisti di Mario Segni. Tillo Prodi, architetto, resta invece fedele a Mino Martinazzoli. E Romano? Pazientemente media, e può consolarsi pensando di aver fatto buona scuola in famiglia. Comunque, sempre meglio il privato che il pubblico. AU'Iri, forse in vista del terremoto delle urne, qualcuno fa strani giochi. Come l'amministratore delegato della Stet, Michele Tedeschi, che ha messo a punto un piano sulle privatizzazioni senza consultare nessuno. Facendo arrabbiare non solo il presidente Ciampi e Bianchi vigila sul credito la task-force sulle privatizzazioni del Tesoro, nonché lo stesso Prodi, ma anche i sindacati che hanno letto le anticipazioni del riassetto sui giornali. Si sa. Le vigilie elettorali sono cariche di tensione. Ad esempio, sta un po' in pensiero Lorenzo Pallesi, privo di sponsor. Sono spariti dalle luci della ribalta sia Adolfo Battaglia che Giuseppe Guarino. L'antico partito di riferimento del presidente Ina, il pri, si sta sminuzzando. E, a Roma, si sussurra il nome di un possibile candidato alla successione: France- sco Giavazzi che, come rappresentante del Tesoro, già siede nel consiglio di amministrazione. Nelle ultime settimane di vita, il governo Ciampi sta confezionando un pacco dono da lasciare in eredità ai successori. E' il piano del ministro della Funzione pubblica Sabino Cassese, che taglia e ricuce l'ordito ministeriale. I ministeri scendono, orrore, da diciotto a quindici, ed entra in scena il Superministero dell'Economia e delle Privatizzazioni, con dentro Industria, Agricoltura, Poste e parte dei compiti che oggi fanno capo a Piero Barucci. A Milano, questo superministro esiste già. E' Marco Vitale, assessore al bilancio e factotum dell'economia di Palazzo Marino. Vitale ha appena annunciato un rilancio degli investimenti: tremila miliardi in tre anni per tram, treni, strade e così via. Milano riparte. Valeria Sacchi E Cassese taglia ministeri a i e Ranieri di Monaco I! governatore Antonio Fazio Romano Prodi e i suoi fratelli E Cassese taglia ministeri Tedeschi privatizza Francesco Caltagirone Bianchi vigila sul credito
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