Ore 17, nona croce italiana in Somalia

Fuoco da due lati all'ingresso di un villaggio, i nostri rispondono, ignoti gli aggressori Fuoco da due lati all'ingresso di un villaggio, i nostri rispondono, ignoti gli aggressori Ore 17, nona croce italiana in Somalia morto MOGADISCIO. Ancora sangue italiano sulla Somalia: il tenente Giulio Ruzzi, 29 anni, del 66° reggimento fanteria «Trieste», è morto durante un conflitto a fuoco nell'abitato di Balad, il bersagliere Franco Rattenni, 22 anni, è rimasto ferito in modo grave: ricoverato nel nostro ospedale militare di Johar, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, in serata le sue condizioni sono migliorate e ha parlato al telefono con i genitori residenti a L'Aquila. La salma dell'ufficiale sarà rimpatriata stamane con un aereo militare, il presidente della Repubblica Scalfaro ha inviato un messaggio di cordoglio al padre del giovane tenente ucciso. Con la sua morte sale a nove il numero degli italiani che hanno perso la vita in Somalia dal 9 dicembre 1992, quando ha preso l'avvio la missione «Ibis» nel quadro dell'operazione «Restore hope» decisa dall'Onu per riportare la pace nella nostra travagliata ex colonia. Da qualche settimana anche nella regione di Balad la tensione è cresciuta e si sono verificati episodi preoccupanti: proteste degli abitanti che chiedevano la restituzione delle armi sequestrate dai nostri militari, colpi d'arma da fuoco sparati di notte contro le nostre postazioni, un'accentuata presenza di gruppi armati nella zona, razzie notturne nei villaggi e agguati ai pochi veicoli che si avventurano senza scorta lungo le piste. A po- che settimane dalla partenza dei nostri soldati, che sarà completata entro il 31 marzo, la situazione si è deteriorata e, come ebbe occasione di dirmi il generale Carmine Fiore, incontrato a Roma la settimana scorsa durante una sua breve licenza, è aumentato il pericolo di scontri con le bande di miliziani che hanno ripreso a scorrazzare nella zona. Per questo sono state aumentate le misure di sicurezza nella base di Balad, dove si trova il contingente italiano, e nelle zone sotto il nostro controllo, come il villaggio di Buio Burti, dove erano stati assegnati il tenente Ruzzi e il bersagliere Rattenni. Ieri pomeriggio da questo campo è partito un convoglio, cinque autocarri scortati da tre veicoli blindati, diretto alla base di Balad per rifornirsi di viveri e carburante. Un viaggio di 150 km lungo la vecchia via Imperiale che costeggia il fiume Uebi Scebeli. Verso le 17 la colonna raggiunge l'abitato di Balad, gli automezzi superano le prime case e percorrono la strada principale: ci sono donne e bambini, le piccole bancarelle di frutta e verdura. Tutto sembra tranquillo. D'improvviso una raffica di fucileria si abbatte sui veicoli: gli aggressori appostati fra le case aprono il fuoco dai due lati della strada: un'imboscata in piena regola. Il tenente Ruzzi, che viaggiava sul primo blindato, è colpito al petto, il bersagliere che si trovava accanto viene ferito alla gola da una scheggia che gli squarcia la giugulare. I soldati della scorta rispondono al fuoco: il blindato che si trova in coda alla colonna si avventura in una stradina laterale per cercare di portarsi alle spalle degli aggressori che però si sono già dileguati: ancora una volta la tattica del «mordi e fuggi» si è dimostrata vincente, sul posto adesso si è radunata una gran folla ed è impossibile individuare i responsabili dell'agguato in mezzo alle donne, ai vecchi, ai bambini che si assiepano vociando intorno alla colonna. Dal nostro accampamento accorre una pattuglia: i feriti vengono portati all'interno del campo e con un elicottero trasferiti all'ospedale di Johar, distante una cinquantina di chilometri. Purtroppo per il tenente Ruzzi ogni soccorso è vano, l'ufficiale muore durante il trasporto. Le condizioni del bersagliere Rattenni sono gravi, ha perso molto sangue ma i chirurghi riescono a suturare la ferita e il giovane si riprende. In serata le nostre truppe dislocate nel settore sono state messe in massima all'erta: non è ancora possibile stabilire chi ha organizzato l'imboscata. Francesco Pomari Soldati italiani e donne somale accanto a un nostro mezzo blindato

Persone citate: Burti, Carmine Fiore, Franco Rattenni, Giulio Ruzzi, Scalfaro

Luoghi citati: L'aquila, Mogadiscio, Roma, Somalia, Trieste