Fini: mai con i barbari di Bossi

Fini: mai con i barbari di Bossi Fini: mai con i barbari di Bossi «Berlusconi? Sì, ma senza accordi clandestini» NAPOLI. Alleanza nazionale chiude definitivamente la porta in faccia ai «barbari del Nord» e pretende patti chiari con Berlusconi. Niente accordi tecnici con Forza Italia nei collegi del Centro-Sud: se un'intesa elettorale ci sarà, dovrà essere siglata alla luce del sole, all'insegna della «dignità e del rispetto reciproco». Gianfranco Fini ha scelto Napoli por ribadire che chi vuole sfondare nel Mezzogiorno alle prossime politiche deve fare i conti col peso ed il consenso raggiunti da Alleanza nazionale. Accolto da oltre duemila simpatizzanti stipati nel Teatro Augusteo, il leader della destra ha lanciato un esplicito messaggio al patron della Fininvest. «Se arriviamo ad un accordo con le altre forze che si oppongono alla sinistra - ha spiegato - non potrà che essere un accordo elettorale. Ma per accordo elettorale non intendo le furberie da mercato di Algeri 0 l'ipotesi di presentare un can¬ didato debole dove gli altri presentano un candidato forte». A Fini non va giù quella che ha definito «l'apologia della desistenza». «Se i candidati sono appoggiati da più schieramenti - ha ammonito - questo dovrà essere evidente a tutti. Non si può ripercorrere la politica dei camper, degli accordi clandestini». Affiancato da una battagliera e consenziente Alessandra Mussolini, il coordinatore di Alleanza nazionale non ha sciolto, come qualcuno si attendeva, la riserva su una possibile strategia comune con Forza Italia. «Nei prossimi giorni - ha sottolineato - vedrò Berlusconi e sentirò le sue proposte per le candidature nei collegi del Centro-Sud, e vederemo se questa nostra doverosa chiarezza troverà modo di diventare accordo elettorale». Ma se con Berlusconi la partita resta aperta, Fini non ha risparmiato strali agli uomini di Bossi, annunciando che oggi sarà approvata la presentazione di candidati di Alleanza nazionale in tutti i collegi uninominali del Nord. Gli «emuli degli antichi vichinghi», chi pensa alla politica «dei quattro cantoni» sono avvertiti: «Non rinunceremo - ha insistito Fini - a combattere la nostra battaglia». «La Lega - ha ripetuto il leader di An - non è un movimento che crede nella patria, nella nazione. Tra decentramento amministrativo e fede¬ ralismo inteso alla Miglio, c'è un abisso». I toni più duri, Gianfranco Fini li ha però riservati al polo progressista e al centro. Se Occhetto vuole mantenere «i privilegi del vecchio regime grazie ai registi della disinformazione della Rai», Segni e Martinazzoli «non puntano a vincere, ma a diventare interlocutori della sinistra nel futuro governo». Fini non ha dubbi: «Votare per il centro, vuol dire votare a sinistra». «Martinazzoli - assicura il coordinatore di An - soffre della sindrome di Stoccolma nei confronti dei cattocomunisti Rosy Bindi e Mattarella». «Quanto a Segni - incalza Fini che ancora ieri con la sua aria da studente fuori corso ci ha chiesto conto dei nostri rapporti con il partito fascista, ci prepariamo a denunciarlo per ricostituzione della disciolta partitocrazia del vecchio regime». Mariella Cirillo Gianfranco Fini segretario del msi e coordinatole di Alleanza nazionale

Luoghi citati: Algeri, Napoli, Stoccolma