«Combattere i bogianen» di Emanuela Minucci

Nasce un comitato per il rilancio turistico della città Nasce un comitato per il rilancio turistico della città «Combattere i bogianen» Gli operatori: l'immobilismo affossa Torino liono orari elastici e attività commerciali Vàgli Torino è snobbata dai turisti? I commercianti torinesi snobbano l'orario continuato: il gioco non vale la candela, tagliano corto. Ma c'è chi non la pensa così: «Se la nostra città non attrae gli stranieri la colpa è di coloro che non vogliono fare nulla per renderla più appetibile». Lo dichiara Luigi Chiabrera, consigliere provinciale pds e presidente della «Maratona di Torino»: la storica corsa in mezzo al verde con partenza da Avigliana e arrivo in piazza Castello, alla quale ogni anno partecipano oltre duemila atleti provenienti da tutto il mondo. Chiabrera se ne intende di turismo subalpino: «Il mio mestiere è vendere all'estero un prodotto che si chiama "Torino e dintorni"». Il presidente è sempre in viaggio: la sua organizzazione spende ogni anno 350 milioni per convincere gli sportivi dei cinque continenti a iscriversi alla maratona piemontese. «Noi lavoriamo sodo per rilanciare l'immagine di Torino all'estero e qui fanno di tutto per distruggerla». Le accuse dell'operatore turistico hanno bersagli precisi: «I negozianti non possono liquidare il discorso dell'apertura no stop o dello shopping domenicale, dicendo che Torino non è Roma». Secondo l'organizzatore della «Turin Marathon» è grazie a questi atteggiamenti rinunciatari e «bogia nèn» che la nostra città è destinata a rimanere un capoluogo di serie B. Per far qualcosa contro «la cultura dell'immobilismo» Chiabrera ha fondato, insieme con una decina di operatori dello spettacolo e imprenditori, un «Comitato per il rilancio della Torino turistica». Il loro sarà un lavoro lungo, che comincerà con una raccolta di firme per ottenere l'abolizione del giorno di riposo settimanale per gli esercizi pubblici. «E' un'ordinanza assurda - dice Giancarlo Vigo, titolare dei ristoranti Pastarito e Pizzarito -, per noi è una giornata buttata via e per il cittadino un servizio in meno». Incalza: «Al lunedì sera in una città come Torino capita che quasi tutte le pizzerie e i ristoranti siano sprangati: se lasciassero libertà di apertura la gente uscirebbe di più». Giancarlo Vigo sta lavorando al progetto di altri quattro locali nuovi che apriranno i battenti entro l'estate: «Si chiameranno Dolcerito e Grigliarito: spero che entro quella data il sindaco ci avrà concesso la libertà di restare aperti tutta la settimana». Ma lei, arriverebbe a sfidare la multa di 200 mila lire (e il rischio di perdere la licenza) pur di alzare la saracinesca tutti i giorni? «Mentirei se dicessi che non ci ho mai pensato: ho personale sufficiente per restare aperto anche la notte, perché dovrei buttare via queste risorse?». Schierato contro la chiusura settimanale degli esercizi pubblici anche Luigi Capuzzo, presidente della catena alberghiera Best Western Italia e direttore dell'hotel Crimea. «Sono stanco di lavorare in una città spenta che la domenica propone piazze-salotto deserte e orfane di bar aperti come di qualsiasi attrazione turistica». Capuzzo, abituato a fare paragoni con altre città d'Italia, considera il nostro centro storico assolutamente non valorizzato: «Se i negozi restassero aperti anche la sera i pochi turisti che sbarcano nella nostra città ci resterebbero più volentieri: non basta il patrimonio artistico o storico per affa¬ scinare gli stranieri». Luigi Chiabrera rincara la dose: «Alcune settimane fa ho visto un gruppo d'inglesi, reduce da una settimana bianca sulle nostre montagne, passeggiare all'ora di pranzo in via Roma: erano sconcertati dalla muraglia di saracinesche abbassate». Secondo il «Comitato per il rilancio della Torino turistica» i commercianti subalpini, esprimendosi a sfavore di un'eventuale «deregulation» degli orari di apertura, si sono fatti un clamoroso autogol. La pensa così un altro simpatizzante del gruppo, il promoter Luciano Casadei: «Torino deve dimenticare parole come staticità e burocrazia: per trovare una sede alla mia ultima fiera del fantastico Mystèria ho dovuto affrontare mille difficoltà; gli spazi sono pochi e malgestiti, è tempo di cambiare rotta». Emanuela Minucci Una raccolta di firme per l'abolizione del giorno di riposo settimanale per gli esercizi pubblici Il presidente della Maratona, Luigi Chiabrera, e l'organizzatore di Mystèria, Luciano Casadei