Castellani si difende «Non potevo far di più» di Enzo Bacarani

Crisi, la città giudica gli amministratori Crisi, la città giudica gli amministratori Castellani si difende «Non potevo far di più» Alla ricerca di un tempo perduto - speso ma non investito - e di un futuro probabilmente da reinventare, certamente da riprogettare tenendo presenti esigenze sociali nuove. Torino si scontra con una crisi che presenta aspetti allarmanti rispetto alle crisi cicliche che hanno percorso ritmicamente la vita della città. Per questo assumono un ruolo ancora più importante il Comune e l'amministrazione pubblica in generale, chiamata a misurarsi con problemi che richiederebbero soluzioni rapide. Venerdì l'amministratore delegato della Fiat, Cesare Romiti, ha parlato di amministrazioni pubbliche che si lamentano e che mancano di progettualità. Imprenditori, commercianti, sindacalisti, lavoratori attendono con ansia qualche passo. Sindaco Castellani, quanti passi ha fatto da giugno? «Siamo in un momento di transizione. Credo che dopo sei o otto mesi il volto della città non può cambiare, ma non ho nessuna voglia di vedere scaricata su di me la colpa di tutte le cose che non sono state fatte in passato». Facciamo alcuni esempi delle cose fatte. «Bene. Abbiamo adottato il piano regolatore generale. E' vero che questo piano non è ancora operativo ed è in attesa del visto del Comitato regionale di controllo, ma le procedure sono queste e il Comune la sua parte l'ha svolta. C'è poi la metropolitana, abbiamo in piedi una trattativa con il governo per l'impostazione. In primavera apriremo i cantieri, ma non credo che in pochi mesi si possa realizzare una linea di metropolitana. Poi c'è il piano dei parcheggi: per i primi quattro, i più importanti, apriremo la gara nei prossimi due o tre mesi. Sui parcheggi di caseggiato, siamo in attesa che il ministero ci faccia conoscere il regolamento di attuazione. Per l'Alta velocità il Comune è presente nel comitato promotore, ma è la Regione che deve prendere decisioni». I tempi? «Bisogna ragionare nell'ordine dei tempi medi, qualche anno. Ma oltre che sulle infrastrutture, il Comune si è mosso con una serie di operazioni di qualità: in Europa siamo entrati nel comitato esecutivo di Eurocity a cui sono associate importanti città. Nel giro di sei mesi verranno a vivere a Torino 150 dipendenti Cee di Bruxelles che lavoreranno alla Fondazione europea che instai leremo a Villa Gualino. Abbiamo messo in piedi l'agenzia per 10 sviluppo, un tavolo a cui partecipano tutti i soggetti della città per presentare alla Comunità in aprile un progetto per l'utilizzazione dei fondi strutturali. Ho l'impressione che nella nostra città scattino alcuni riflessi condizionati: c'è l'immagine di una pubblica amministrazione che non fa niente. E' un luogo comune». Il presidente dell'Unione Industriale, Bruno Rambaudi, commenta: «Le amministrazioni precedenti hanno preparato 11 terreno, ma non hanno preso provvedimenti. Questa giunta si è trovata nella possibilità di cogliere parte di questo lavoro e di farlo, ad esempio il piano regolatore. Si è però anche scontrata con i problemi del passato, come l'inefficienza della pubblica amministrazione. Ora però è giunto il momento in cui bisogna agire subito, senza guardare al passato perché gli interventi del settore pubblico potrebbero costituire un rimedio alla disoccupazione». Giuseppe Pichetto, presiden- te della Camera di commercio: «Sono convinto che lavorare a Torino sia difficile per tutti perché la situazione economica, sociale e politica si è aggravata. Però questa giunta dimostra buona volontà e finora ha lavorato, pur fra molte difficoltà: pensiamo al piano regolatore e speriamo che il Coreco tolga le riserve. Castellani è capace. Mi sembra invece che alcune categorie a Torino stiano dormendo come i professionisti che ritengono, erroneamente, di essere immuni dalla crisi». Tom Dealessandri, segretario cittadino della Cisl: «Il ritardo di Torino non è di oggi, ma risale a 15-20 anni fa. Pensiamo alla metropolitana di cui si è parlato per anni senza fare nulla. La polemica sull'attività del Comune la ritengo sbagliata. Si tratta di cominciare a fare le cose possibili. Per esempio vorremmo sapere, possibilmente entro un mese, che cosa fa il Comune a sostegno dell'occupazione». Enzo Bacarani Cesare Romiti amministratore delegato della Fiat e il sindaco Castellani In alto Bruno Rambaudi, a destra Giuseppe Pichetto Tom Dealessandri segretario cittadino della Cisl

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