L'amaro Ramazzotti trasloca da Milano di Sergio Miravalle

I/amaro Ramazzotti trasloca da Milano La produzione del celebre liquore, che ha quasi 180 anni di vita, si sposta da Lambiate a Canelli I/amaro Ramazzotti trasloca da Milano Lo ha deciso il gruppo Pernod-Ricard che controlla l'azienda ASTI. Chi si ricorda della «Milano da bere»? Lo spot del giovane barista che portava a spasso su un vassoio, in precario equilibrio, una bottiglia di Amaro Ramazzotti. Affrontava solerte il traffico e attraversava cantieri operosi per arrivare in studi patinati dove top model ammiccanti erano pronte a coccolare lui e la bottiglia. Era la Milano capitale della moda, degli yuppies rampanti, del garofano vorace. Dei «Pilli» e dei Panseca. Dove c'è la gente «giusta», lì c'è il Ramazzotti della «Milano da bere». L'avevano pensata così i creativi del tempo. Ora, anche lo storico distillato dall'etichetta rossa sembra destinato a cambiare aria, dopo 179 anni. La fratelli Ramazzotti, fondata nel 1815 e che ha nell'amaro Felsina la «specialità della ditta», come è scritto con gusto retro sulle etichette, sposterà la sede di produzione e forse lo slogan tor¬ nerà ad essere quello collaudato degli Anni Sessanta: «Un Ramazzotti fa sempre bene». La Pernod-Richard, multinazionale francese che controlla da tempo il marchio Ramazzotti, ha deciso di concentrare le attività produttive in Italia nello stabilimento di Canelli, nell'Astigiano, dove già nascono le bottiglie di Canei, un vino frizzante, creato dalla Luigi Bosca. La notizia non è ancora ufficiale, ma data per certa negli ambienti industriali del settore e confermata da fonti sindacali piemontesi. La Ramazzotti, che ha sede a Lambiate nell'hinterland milanese, in via Ramazzotti (a conferma del saldo legame storico con la zona) trasferirà a Canelli oltre alla produzione dei suo amaro più famoso, anche quello della grappa Fior di vite (ricordate la «bionda nel sacco»?) e di altri liquori, compreso il Pernod che arriva diretta¬ mente dalla Francia. A Lambiate resteranno la sede amministrativa e gli uffici commerciali, ma l'applicazione dell'antica ricetta con erbe ed essenze come l'angelica, l'arancio amaro, l'anice stellato, passerà a Canelli. Il trasferimento dovrebbe essere attuato nell'arco di poco più di un anno. Ai circa cinquanta operai delle linee di imbottigliamento sarà offerto il trasferimento, altrimenti la Ramazzotti integrerà gli organici a Canelli dove già lavorano una settantina di addetti. Milano pare quindi destinata a perdere uno dei suoi simboli in bottiglia, il più popolare accanto a quello del Fernet Branca. La Ramazzotti vanta la licenza Utif numero 1, cioè risulta la prima iscritta a Milano al registro delle ditte che trattano prodotti alcolici. L'amaro continuerà ovviamente ad essere prodotto con la stessa formula e la stessa etichetta e il nome dello stabilimento di nascita sarà scritto «in piccolo» accanto alle altre indicazioni previste dalla legge. Era già successo così negli anni scorsi con il trasferimento nell'area veronese delle fabbriche di panettoni Motta e Alemagna. Pezzi di «storia meneghina» nella terra del pandoro. Del resto per l'industria alimentare, il più delle volte, l'area di origine dei prodotti è più un problema di marketing che di realtà geografica. Esempi non mancano: la Ferrerò vende i suoi Kinder Brioss, sfornati anche a Balvano in provincia di Potenza, con l'immagine di boschi e vette tipicamente alpine, il mitico «Mulino bianco» Barilla è nella campagna toscana, anziché a Parma. E prima che una legge lo vietasse anche la maggior parte del Marsala nasceva al Nord. Sergio Miravalle