Barshai trova l'orchestra tirata a nuovo da Muti di P. Gal.

Barchai trova l'orchestra tirata a nuovo da Muti Bel concerto Rai con Mahler e Dallapiccola Barchai trova l'orchestra tirata a nuovo da Muti TORINO. Dopo il passaggio di Riccardo Muti il direttore Rudolph Barshai s'è trovato un'orchestra tirata a nuovo per l'esecuzione di un programma bellissimo, seguito da un pubblico piuttosto di raffinati intenditori. L'accostamento della «Berceuse élégiaque» di Busoni con la «Piccola musica notturna» di Dallapiccola non poteva essere più felice: in entrambi i lavori la cultura strumentale dei due musicisti, fusa con un lirismo terso e puro, di natura spiccatamente latina, dà luogo ad atmosfere stupefatte, generate in Busoni dal cullante slittamento dei piani polifonici che scivolano gli uni sugli altri in un dondolante beccheggio; mentre Dallapiccola, ispirandosi ad una poesia di Machado, che parla di notti estive nella fissità della luce lunare, scrive un pezzo di allucinata trasparenza dove le stelle sembra di toccarle, tanto sono nitide nell'allucciolìo dei punti e dei fuggevoli disegni sonori. Dopo questo inizio, in cui l'Orchestra Sinfonica della Rai ha dato prova di somma delicatezza, s'è ascoltata una bella esecuzione del «Canto della terra», estremo capolavoro di Gustav Mahler dove la malinconia della natura, il senso del congedo e dell'ultimo addio si fondono mirabilmente con le lodi del vino, la gioia dell'ebbrezza, la minuta porcellana delle cineserie sonore nei tre Lieder centrali. Barshai l'ha diretto con slancio, dandogli un taglio vigoroso e badando più all'effetto d'assieme che alla cura dei singoli particolari. Ottima la collaborazione del contralto Delores Ziegler, voce calda e straordinariamente commossa, mentre il tenore Werner Hollweg ha mostrato la corda in una parte che lui, cantante abituato al repertorio settecentesco, potrebbe affrontare solo nella completa efficienza dei suoi mezzi vocali. Il «Canto della terra» ha comunque esercitato il suo fascino vitale. [p. gal.]

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