«Voglio tre miliardi dal principe» di Enrico Benedetto

Montecarlo, un industriale italiano porta il Casinò davanti ai giudici Montecarlo, un industriale italiano porta il Casinò davanti ai giudici «Voglio tre miliardi dal principe» // caso è nato da un debito di gioco L'uomo: ho avuto minacce di morte PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il miliardario Italo Casadei e la moglie porteranno martedì in tribunale il Casinò di Montecarlo, che a sua volta li accusa per un assegno scoperto. La storia potrebbe essere banale, ma ha per sfondo - secondo la coppia italiana - minacce, sequestri, vandalismi e altri episodi ancora oscuri. «Per esempio l'incendio doloso della nostra Rolls-Royce a Montecatini», dice la signora Nicoletta Amato Casadei, 36 anni, sanremese vip da anni in Francia. Aggiunge: «Chiediamo a Montecarlo danni per 3 miliardi». L'accusa è grave. Ma dal Principato si esclude ogni addebito. Ieri maitre Lafarge, che rappresenta i monegaschi, era irreperibile in ufficio. E alla Société des Bains de Mer - sulla quale ruotano le attività turistiche cui Monaco deve le sue ricchezze - in un giorno festivo nessuno poteva commentare il processo. Non rimane dunque che affidarsi alle unilaterali dichiarazioni reseci dalla signora Casadei. Trentasei anni contro i 63 del marito, tre figli, non gioca ma seguì a varie riprese il coniuge. «Ci ospitava gratis il Casinò: aereo, elicottero, pranzi, hotel...» dichiara. Succede quando la clientela è vip, con un debole per il tavolo verde. E il commendator Casadei - esistenza avventurosa, dalla Legione Straniera a Las Vegas, con attività nel settore della moda e dei profumi - andava giù deciso. Solo Chemin de Fer, ma senza lesinare i franchi. E, come succede, la fortuna gli arrideva di rado. Così nell'agosto '90 si ritrova a fine mese con un bel gruzzolo da onorare: 7 milioni e mezzo di franchi, quasi tre miliardi. Per i primi cinque, nessun problema. Ma Italo Casadei non ha la liquidità necessaria a ripianare gli ultimi due. Lascia quindi uno chèque di garanzia, il classico «pagherò» non incassabile e chiede qualche settimana per reperire la somma. «Io stessa mi recai a settembre negli uffici parigini Sdb, depositando un conguaglio parziale». L'assegno è italiano, vale 322 milioni. Montecarlo sosterrebbe che mai arrivò a destinazione (e protesta l'altro). I Casadei affermano di non poterlo escludere. «Attorno al Casinò ruotano cambisti, intermediari spesso loschi con provvigioni sul recupero creditizio» osserva la moglie. Ma c'è di peggio. A suo avviso - un j'accuse che non corrobora di alcuna prova - esistevano «complicità interne fra i croupier, il personale e alcuni responsabili». «L'abbiamo scritto al principe Ranieri in una lettera» conclude. Ma il contenzioso non si sblocca. O meglio «nei mesi scorsi un intermediario ci propose i suoi favori. Era Noe Filippeddu» (un ristoratore corso il cui ruolo fu evocato nello scandalo calcistico-giudiziario su Tapie). «Ma avemmo l'impressione - e precisi messaggi la confermarono che fosse una trappola. La trat¬ tativa saltò». Fin qui il dossier giudiziario. Ma proprio nell'attesa di una sentenza, ecco profilarsi l'incubo. «Ormai ho paura a uscire». Gli episodi sono numerosi, corredati da denunce alla polizia. Nel febbraio '92 Italo Casadei parcheggia la Rolls (persa quella, «ora viaggiamo in Buick») sotto l'hotel toscano in cui risiede. Gliela incendiano. «Vicino alla tanica, i carabinieri trovarono un bigliettino da visita Sbm: controlli pure, è nel fascicolo». Stesso anno: «Un falso postino suona al nostro domicilio nel XVI Arrondissement. Apro, entra il complice e mi lega». I due avrebbero messo a soqquadro l'alloggio per trovare valori e «documenti» sull'azione penale in corso. «Andandosene, lasciarono un "NiceMatin"», indizio sicuro che la rapina era in relazione con la Còte d'Azur. «Aggiungiamoci pure le missive anonime, i "dì a tuo marito che lasci perdere o gli facciamo la pelle" per strada». L'ultima aggressione il 15 novembre scorso: 4 uomini in borghese che si fingono della Police sequestrano entrambi «per frugare nella nostra cassaforte». C'è un legame? In appello, martedì, i giudici non scioglieranno l'enigma: il verdetto riguarderà solo i soldi. E il giallo continua. Enrico Benedetto «Sono vittima di una truffa Mi è stata bruciata la Rolls-Royce e ho paura a uscire» Un imprenditore italiano ha dichiarato guerra al Casinò di Montecarlo

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