Si apre la caccia al voto contadino

Si apre la caccia al voto contadino Si apre la caccia al voto contadino Cinque milioni di elettori, la Coldiretti si sbriciola L'agricoltura OUANTE divisioni ha l'agri- I coltura? E' una delle domande che i leader politici si pongono con l'avvicinarsi del 27 marzo per capire su quanti voti possono contare. E di voti il mondo dei campi ne può portare veramente tanti: cinque milioni circa, se si contano solo quelli di chi è direttamente inserito nel settore, ma molti di più se ci riferiamo all'Italia rurale, a tutte le persone che vivono in simbiosi con l'agricoltura o con il suo indotto. COLDIRETTI. Un milione e duecentomila iscritti, più le loro famiglie. Lobianco, nel lasciare la presidenza, li ha affrancati da quel «collateralismo», che aveva per decenni garantito alla de un plotone di oltre venti parlamentari espressi dal vertice di Palazzo Rospigliosi. E oggi? C'è chi ha attribuito al nuovo presidente, Micolini, un flirt con Occhetto, ma la cosa è stata smentita. «Tutti ci hanno indicato nuovi sponsor, da una parte o dall'altra - dice Micolini - il nostro punto di riferimento resta la scuola cristiano-sociale, ma i nostri soci hanno la completa libertà di movimento». Insomma l'orientamento dovrebbe essere verso le nuove anime della de, ma c'è chi è sicuro di vedere parecchi uomini della Col- diretti con la Lega e Berlusconi. CONFAGRICOLTURA. Raggruppa 690 mila aziende, le più capitalizzate c imprenditoriali del Paese. Proprio da questa organizzazione viene la maggiore novità. La Confagricoltura, che finora, almeno formalmente, ha sempre mantenuto le distanze dai partiti questa volta si schiera su un arco di fronte ampio, ma indirizzato verso destra. «Non possiamo più accettare l'indifferenza del governo per l'agricoltura - dice il presidente, Augusto Bocchini - siamo disponibili a discutere e verificare programmi con tutti i partiti, dal ppi all'msi, passando per la Lega». L'area politica verso cui Palazzo della Valle indirizzerà consensi e candidature sarà comunque quella più vicina ai principi liberaldemocratici. L'unico schieramento cui è stato detto chiaramente di no è quello di sinistra. C0NFECERAZI0NE AGRICOLTORI. Tradi¬ zionalmente legata alle sinistre è invece quest'organizzazione, che ha circa 600 mila soci. Ma anche qui, come in casa Coldiretti, qualcosa è cambiato: «Le organizzazioni professionali - dice il presidente, Giuseppe Avolio - debbono evitare con ogni mezzo di farsi trascinare da posizioni antiche, di subordinazione o di adesione ad uno schieramento politico». Anche qui collateralismo addio, ma «autonomia non significa indifferenza», avverte Avolio, e certamente i 600 mila di via Fortuny caricheranno a fianco dei progressisti. CONFCOOPERATM. Un colosso della cooperazione che, complessivamente, conta due milioni di soci e che, nel settore agricolo realizza un fatturato aggregato sui 12 mila miliardi l'anno. Dalla sede di borgo Santo Spirito il presidente, Luigi Marino, ha deciso di scoprire le batterie. «In quaesto periodo ho un intenso calendario di incontri con leader politici - dice - ma non ab¬ biamo intenzione di dare ai partiti nessuna delega in bianco. Piuttosto vogliamo un'indicazione chiara sull'appoggio che intendono dare al nostro programma». Il documento di Confcooperative dice che lo sviluppo del Paese si può ottenere agendo su due leve: aiutando l'innovazione, l'ammodernamento e la capitalizzazione delle piccole e medie imprese; eliminando tutte quelle barriere che ostacolano l'accesso al mercato di molti soggetti imprenditoriali. Ai candidati che sposano queste linee, indipendentemente dallo schieramento che rappresentano, Marino promette la simpatia degli associati. Una specie di premio sull'impegno. «In passato abbiamo dato implicitamente indicazioni verso il partito che interpretava la dottrina sociale cristiana - spiega Marino - ma oggi in Confcoop ci sono diverse anime e l'unica scelta possibile è quella sui programmi». Vanni Cornerò Augusto Bocchini (Confagricoltura)

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