Scandalo cimiteri, manette a Funari

L'ex assessore pretese 50 milioni per la licenza a un'impresa di pompe funebri L'ex assessore pretese 50 milioni per la licenza a un'impresa di pompe funebri Scandalo cimiteri, manette a Fumali L'accusa: corruzione Nello scandalo dei cimiteri un imputato eccellente finisce in carcere. Ieri mattina ò stato arrestato Baldassarre Furnari, 61 anni, via Campiglia 70, ex assessore al Commercio del Comune, esponente del psdi passato al psi. Le manette sono scattate anche ai polsi della sua ex segretaria, Emma Cattelino, 35 anni, via Cardinal Massaia 42, e di Claudio D'Arrando, 37 anni, via Montanaro 12, titolare dell'impresa di pompe funebri «Don Bosco» di via Monterosa 110. A D'Arrando il provvedimento è stato notificato nel carcere di Vigevano dove sta scontando una condanna per droga. L'accusa contestata ai tre arrestati dal sostituto procuratore Donatella Masia è di corruzione. Secondo gli accertamenti eseguiti dalla sezione del maresciallo dei carabinieri Alfredo Roi assieme al nucleo giudiziario dei vigili urbani, la vicenda che ha fatto scattare le misure cautelari si ò verificata a cavallo tra il novembre '92 e il gennaio '93. Furnari, all'epoca assessore al Commercio, avrebbe intascato 50 milioni per concedere la licenza ad aprire l'impresa di pompe funebri a Emma Mondino, parente di D'Arrando. Quest'ultimo avrebbe anche ricompensato la segretaria dell'assessore con un bracciale d'oro e di brillanti del valore di un milione di lire. La concessione della licenza aveva suscitato perplessità e provocato polemiche. Si era in un periodo di contingentamento e l'associazione di categoria delle pompe funebri aveva vivamente protestato per questo palese favoritismo. A tirare in ballo Furnari era stato il titolare di un'impresa funebre, con un particolareggiato esposto inviato alla procura della Repubblica. Nello stesso tempo un'altra persona aveva riferito i particolari della storia ai carabinieri della compagnia Mirafiori. Compreso l'indirizzo della gioielleria di Madonna di Campagna dov'era stato acquistato il gioiello. L'attenzione degli inquirenti è puntata sull'intreccio di amicizie dei personaggi coinvolti. Sul finire degli Anni 80, Claudio D'Arrando aveva fatto parte della banda del Borsalino ed era stato condannato a 5 anni di reclusione per una serie di rapine alle quali aveva partecipato assieme ai complici vestito in doppiopetto e cappello a falda larga. Nell'82 era tornato alla ribalta della cronaca per aver cercato di estorcere assieme alla sorella e al cognato 50 milioni. Vittima, la proprietaria di una casa-pensionato di via Palmieri, dove abitava il padre dei D'Arrando. L'ultimo arresto di Claudio D'Arrando risale invece al luglio '93. Lo avevano preso per traffico di droga assieme al fratello Dino, anche lui pregiudicato, che gestisce con la moglie la pensione per anziani Nettuno. Si tratta della casa-ricovero al centro dell'inchiesta dei carabinieri nel 1991 sugli ospizi abusivi. All'epoca, i due proprietari stavano trattando la vendita con i coniugi D'Arrando. Le indagini sui cimiteri erano partite a fine ottobre '93 con l'arresto del responsabile del cimitero Monumentale di corso Novara, Romano Zanolo, e di un giardiniere, Donato Conte, in servizio al camposanto. Per entrambi le misure cautelari erano state emesse per il furto di lapidi e oggetti preziosi nelle tombe. In seguito l'inchiesta si era allargata, coinvolgendo i capi degli interratoli, Antonio Bellini e Carlo Cagliero, e 21 becchini in servizio al Monumentale. Si era poi aperto un secondo filone d'indagine sugli appalti. Ivano Barbiere Arrestati anche la sua segretaria e l'impresario, già in carcere sesfj | J I l l[li il Il M J !HI| Emma Cattelino ex segretaria di Furnari e Claudio D'Arrando entrambi arrestati Baldassarre Furnari (psdi) il giorno del suo insediamento come sindaco pro-tempore

Luoghi citati: Fumali, Furnari, Vigevano