Chi è più cattivo, le «fatine» del Cavaliere o i «mercanti» di medicine di F. M.

Chi è più cattivo, le «fatine» del Cavaliere o i «mercanti» di medicine lettere AL GIORNALE Chi è più cattivo, le «fatine» del Cavaliere o i «mercanti» di medicine Ninfette, tv ed elezioni Ho letto del canaio suscitato da una frase di Ambra, la ragazzina di «Non ò la Rai», e mi è venuto da sorridere perché ho pensato che qualcuno credesse davvero che quella frase fosse architettata a supporto di Berlusconi e Forza Italia. Poi il sorriso ò sparito, perché ini sono reso conto che si è trattato della solita caccia all'untore; qualcuno ha pensato: «perché non attaccarsi a quella frase per dimostrare che...». Certo, se io so chi ò Ambra è perché qualche volta l'ho vista (e non nascondo che data la sua età la considero davvero notevole!), ma né io né gli altri elettori della Repubblica siamo suoi tipici ascoltatori e nessuno può seriamente pensare che quella frase non sia stata improvvisata li per li da una ragazzina, che magari ha personalmente un occhio di riguardo per Berlusconi, ma che sa di parlare ad un pubblico che non elegge nessuno. Non entro nel merito del rapporto fra le reti Fininvest e l'elettorato; mi danno solo fastidio, e molto, la creazione ed i rimescolamenti di acque torbide, con il rischio di incrinare la spontaneità di una ragazzina davvero brava: probabilmente almeno oggi Ambra dovrà recitare un copione imposto dall'alto e in seguito, pur parlando ai ragazzini, dovrà forse tenere a mente che fra i ragazzini si mescolano «matusa». Valerio Paolucci, Ivrea (Tu) Chi inventa farmaci e chi li fa vendere Il Papa suggerisce ai farmacisti l'obiezione di coscienza nella vendita dei contraccettivi, per «tutelare la salute morale» dei cittadini. L'«obiezione di coscienza» che vorrei invece fosse non solo propagandata, ma resa obbligatoria, riguarda la categoria dei medici e la tutela della nostra salute fisica (nonché quella morale dei medici stessi e degli industriali) Vorrei che i medici, fino ad oggi cosi spesso compiacenti con le in- dustrie farmaceutiche, obiettassero e si ribellassero a quella che è divenuta una prassi consolidata: accettare regali, spesso di valore assai notevole (come ad esempio viaggi all'estero in alberghi di lusso) o anche altri tipi di gratificazioni personali dalle industrie farmaceutiche, in cambio della prescrizione dei prodotti di queste ultime. L'appello non si rivolge naturalmente a tutti i medici fedeli al giuramento di Ippoerale ne esistono ancora - ma a tutti quelli, non pochi, che (cito dai giornali) si arricchivano prescrivendo ai pazienti il prodotto delle aziende che li pagavano; ed anche a quelli che, pur senza arricchirsi, non disdegnavano qualche «segno di riconoscenza». Sarebbe bello che l'ordine dei medici facesse spontaneamente questa operazione «mani pulite», senza attendere l'arrivo dei giudici, comunque prcannunciato. Fabrizia Pratesi Capelli di vittime per imbottire giacche La notizia «Giallo al Museo dell'Olocausto - Dail'Ualia due tappeti di capelli umani» merita una spiegazione. Nella struttura dei Lager esisteva anche un servizio per il recupero dei capelli femminili delle prigioniere. 11 W.V.H.A. (ufficio centrale economico ed amministrativo delle SS) aveva da tempo studiato la possibilità di costruire uno stabilimento per sfruttare questo materiale nel settore tessile. Una lettera del 4 gennaio 1943 inviata a tutti i comandanti di Lager informava che, nell'attesa della realizzazione della fabbrica, i capelli femminili dovevano essere inviati alla società Alex Zink di Roth (Norimberga), specializzata nella preparazione di feltri. Un chilo di capelli veniva pagato 0,50 marchi. Come è risultato al processo di Norimberga, il solo Lager di Auschwitz contribuì alla raccolta con 60 tonnellate di capelli, pari ad un carico di 20 vagoni. Con i capelli si costruivano in particolare le fodere interne dei giubbotti dei sommergibilisti della Kriegsmarine e dei piloti della Lu- ftwaffe oltreché, con speciali pro- j cedure tecniche, gli scarponi di fel- j tro dei soldati della Wehrmacht | impiegati nelle zone nevose della l Russia e dei Balcani. Nessuno stu- i pore, quindi, che con le capigliature | delle prigioniere destinate a morire I si preparassero anche tappetini. I Ricciotti Lazzero, Arzegno (Como) Quando Robin Hood va ai Parioli Un giorno sugli altari e un giorno nella polvere - questo è l'ineluttabile destinò dei discussi e degli incompresi. «Robin Hood» della Val Chisone! Leggenda! Il nostro caro Sergio di Bourcet è un personaggio molto ma molto più contempora- neo ed accessibile. Anche Maurizio Costanzo, che lo ha avuto ospite tra i lumi della letteratura contemporanea nel suo ineccepibile salotto dei Parioli, ha dimostrato tutti i pregi, i misteri umani e se vogliamo anche i limiti di questo, ormai noto, personaggio che assolutamente non ha le carte in regola per essere né un bracconiere, né un raccogli¬ tore e tantomeno un selvatico scroccone (Stampa del 1/2/94 rubrica «Lettere al giornale»). Avete mai pensato come campa un «illustre» abitante delle montagne nel XX secolo, dove non c'ò alcun cenno di urbanizzazione? Ai primordi della comparsa dell'uomo sulla terra, si parlava di fuoco ed acqua quali elementi di presenza divina. Infatti i primi filosofi si sono incamminati alla luce dei primi bagliori di una fiamma e si sono dissetati agli zampilli di una cascata. Ora, non mi direte che, nel 1994, il nostro «leggendario poeta della Valle Fantasma» sia l'ultimo «alieno» capace di contaminare le straordinarie promesse del Duemila? Illusi e stolti, gli uni e gli altri, il «Candiot» - alias Sergio Charrier - non è altro che un geniale contemporaneo, che, per fortuna sua, non beneficia di alcun irraggiungibile servizio sociale offertogli da un sistema ormai spremuto e senza contenuti. Lo avete capito che «le tagliole, le prede e i tenitori» sono discorsi di cacciatori delusi e pentiti? Ingenui, il «poeta» vi ha spiati e nonostante la vostra retorica confidenziale, lui sopravvive dove voi continuate a pagare per divertirvi. Riccardo Breuza, Cons. comunale di Roure (To) Pace e Vangelo del 7° giorno Vi scrivo in merito all'articolo «C'era una volta il giaguaro», del 19 gennaio in cui si menziona la Chiesa avventista. Tengo a precisare che la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno ò presente in 204 Paesi del mondo, e quindi anche in Messico, come una delle comunità più attive del posto, non soltanto per la sua predicazione del Vangelo, ma anche per il suo grande impegno sociale e umanitario attraverso scuole, ospedali, centri di pronto soccorso, piani di sviluppo agricolo, progetti in favore dell'infanzia. Coloro che, sul piano sociologico, hanno esaminato la vita di tribù indigene in Messico, nel Sud-Est Asiatico, in Africa, che hanno accettato la fede avventista, hanno potuto osservare notevoli cambiamenti positivi perché, nel rispetto della loro cultura, hanno avuto una crescita sul piano sociale ed economico oltre che su quello spirituale. Inoltre, la Chiesa avventista non vende fucili a nessuno perché si è sempre dichiarata non combattente ed è stata contraria all'uso delle armi fin dal suo sorgere. E' sufficiente leggere, a questo riguardo, quanto afferma la legge 22.1 1.1988 n. 516, articolo 6, primo comma: «La Repubblica italiana, preso atto che la Chiesa cristiana avventista è per motivi di fede contraria all'uso delle armi, garantisce che gli avventisti soggetti all'obbligo del servizio militare siano assegnati, su loro richiesta e nel rispetto delle disposizioni sull'obiezione di coscienza, al servizio sostitutivo civile». past. Ignazio Barbuscia, Roma Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del 7° giorno La grande guerra dei seggi sicuri Nell'artìcolo apparso sulla Stampa del 3 febbraio 1994, intitolato «E' scontro sui collegi sicuri» il giornalista Fabio Martini scrive che il presidente dei Verdi alla Camera Gianni Mattioli ha dichiarato che «in Emilia il coordinatore della Rete ha avuto un collegio più sicuro del mio...». In proposito, l'Ufficio stampa del Gruppo parlamentare dei Verdi precisa che l'onorevole Gianni Mattioli non ha mai parlato con il giornalista Fabio Martini. Gruppo Parlamentare Verdi La frase riferita da La Stampa ò stata pronunciala dall'onorevole Mattioli il 2 febbraio alle ore 12 nel Transatlantico di Montecitorio davanti a testimoni. Ed ò persino superfluo sottolineare che l'onorevole Mattioli - attraverso il suo ufficio stampa - non smentisce una virgola di quanto riferito da La Stampa. [f. m.]