Shopping di domenica, guerra a Roma

Fra una settimana il via all'esperimento, divisi anche gli esercenti del centro Fra una settimana il via all'esperimento, divisi anche gli esercenti del centro Shopping di domenica, guerra a Roma La Confesercenti: caro Rutelli, ci hai tradito ROMA. Domani Roma vivrà l'ultima domenica di «riposo». Dal 13 febbraio le saracinesche dei negozi rimarranno aperte anche nel giorno del Signore. La delibera del sindaco di Roma lascia però libertà di scelta: l'apertura sarà facoltativa. Ma se il Comune non infierisce con un obbligo sul giorno di festa di commercianti c commessi lo fa la legge di mercato: chi apre può accaparrarsi la clientela del vicino. Insomma a Roma sullo shopping domenicale è guerra aperta. Da una parte c'è il fronte di «quelli della domenica», gli Stakanov del commercio che ormai da tempo reclamano la facoltà di vendere sette giorni su sette. Dall'altra parte ci sono gli altri. La Confcommercio, la Confesercenti e tanti negozianti senza tessere di categoria. Un fronte non compatto, con molte divisioni interne. La Confesercenti, con i suoi 15.000 associati, per esempio, era favorevole alla prima decisione di Rutelli, che sanciva l'apertura obbligatoria circoscrizionale. In pratica ogni domenica sarebbero rimasti aperti gli esercizi commerciali, tutti, di due zone della capitale. Una turnazione per cui ogni negozio avrebbe dovuto aprire solo due domeniche l'anno. Una soluzione che la Confcommercio invece ha osteggiato con forza. «Hanno fatto una guerra santa - commenta il segretario della Confesercenti ro- mana Vincenzo Alfonsi - per ottenere questo bel risultato: un regalo alla grande distribuzione, l'unica a poter reggere l'apertura tutte le domeniche dell'anno». «Noi - continua Alfonsi - abbiamo sostenuto Rutelli nella campagna elettorale capitolina e adesso lui tradisce il suo progranmmma originario, quello della turnazione e del sostegno alla piccola e media impresa commerciale, per non aver avuto il coraggio di forzare le resistenze della Confcommercio». E adesso alla Confesercenti annunciano battaglia presentando un ricorso al Tar contro la delibera del sindaco che secondo loro è in contrasto con la legge. Una legge che prevede per il sindaco la possibilità di fissare delle deroghe al divieto di apertura domenicale limitatamente al periodo di maggiore afflusso turistico. «Ma quando una deroga vale 12 mesi l'anno diventa norma», protesta Alfonsi. Clima meno teso alla Confcommercio. «Noi - spiega il presidente Francesco Colucci - siamo contenti che è stato sancito il problema della volontarietà. Certo poi ci sono altri problemi connessi ai costi del personale che nei giorni di festa si raddoppiano. Ognuno comunque si farà i conti in tasca e vedrà se gli conviene aprire o rimanere a casa». Certo però i negozi a conduzione familiare - il 50 per cento del totale - o comunque con pochi dipendenti - l'ottanta per cento degli esercizi ha meno di due dipendenti - hanno paura. Paura di soccombere alla guerra, ancora più aspra in tempo di crisi, con la grande distribuzione. Fra una settimana si potrà stilare un primo bilancio sullo shopping domenicale: quanti clienti e quanti negozi aperti. Il centro storico sull'apertura ò diviso. Le strade che ospitano le vetrine più prestigiose rimarranno in gran parte con le saracinesche abbassate. «Sono molto scettico su questa iniziativa», fa sapere Gianni Battistoni presidente dell'associazione via Condotti. «Sarei stato più favorevole all'apertura di lunedì mattina. Noi comunque rimarremo chiusi». E cosi faranno anche a via Frattina dove il presidente della associazione, Oliviero Testa, punta il dito sul diritto al riposo domenicale. «Noi - commenta Testa - eravamo d'accordo sui turni: due domeniche a testa ogni anno. Era un modo di conoscere la città, di andare a far spese in quartieri che altrimenti non si ha l'occasione di frequentare». Maria Corbi COSI'ALL'ESTER© PARIGI Chiusura completa PARIGI. In Francia i negozi sono chiusi di domenica, tranne alcune rivendite di alimentari di prima necessità, che devono però osservare un turno di riposo settimanale. Nei mesi scorsi c'è stato un braccio di ferro fra la prefettura e un «megastore» sugli Champs-Elysées: la soluzione è stata di includere l'arteria fra le zone turistiche in cui vige una piena liberalizzazione. LONDRA Permessi per sei ore LONDRA. Le autorità britanniche stanno orientandosi verso una crescente «deregulation» e dalla fine dello scorso anno hanno consentito ai grandi magazzini di aprire la domenica, pur se solo per sei ore, nonostante le proteste di alcuni ambienti religiosi. Rosta totalmente liberalizzata, fino a 24 ore su 24, l'apertura delle rivendite piccole e medie per i generi di prima necessità. NEW YORK Orari elastici NEW YORK. Orari elastici negli Usa, dove i negozi possono generalmente aprire anche la domenica, seppur a orario ridotto e con caratteristiche specifiche a seconda della zona e dei generi di dettaglio. A New York i supermercati sono aperti almeno dalle 9 alle 21 con possibilità di prolungamento la notte, mentre le botteghe di generi di prima necessità restano aperte 24 ore su 24.