Forattini: Berlusconi mi ha spiazzato di Guido Tiberga

ioONFESSION Forattini: Berlusconi mi ha spiazzato «Faccia a faccia» con Plantu, il re della satira francese MATITE A CONFRONTO G TORINO IORGIO Forattini come Vauro Senesi. Il principe della matita come il più cattivo dei vignettisti del manifesto: l'incubo della Seconda Repubblica è uno solo, Mariotto Segni. «Non riesco a fermarlo sulla carta - dice Forattini al suo amico Jean Plantu, disegnatore di Le Monde -. Non ha un'identità: impossibile scherzare sulle sue posizioni, neppure lui ha ancora deciso quali sono». Vauro, in tv dalla Gruber, era stato più esplicito: «Non riesco a fare la sua faccia, forse perché l'ha persa cosi tante volte che non sa più dove l'ha messa...». Plantu ascolta perplesso. Poco dopo, nel «testa a testa» organizzato dal Centre Culturel Frangais di Torino, racconterà dei limiti di gusto cui deve attenersi la satira francese, pena l'espulsione dai quotidiani autorevoli come Le Monde. «Non potrei mai fare un politico che emette suoni dal didietro - spiega -. 0 scherzare sulla morte, come fece Forattini dopo il suicidio di Pierre Bérégovoy». In quell'occasione il vignettista italiano disegnò il fantasma del primo ministro francese che suggeriva ad Andreotti di fare lo stesso. «Se in qualche modo invitassi Chirac a spararsi - ride Plantu - la mia carriera sarebbe fottuta». Forattini continua la sua analisi della Seconda Repubblica. Attende la svolta con una punta di pessimismo. «Io sono uno nato e cresciuto con i politici della vecchia guardia - dice -. Ero un po' il loro biografo. Con i nuovi sono ancora un po' incerto: so che in quanto italiani finiranno per comportarsi alla stessa maniera dei vecchi. Li disegno perché devo farlo, ma non riesco a circostanziarli. Il più facile? Ciampi. Non è politicamente definito, ma ha preso delle decisioni che si prestano alla satira. Il più difficile? Oltre a Segni, Berlusconi. Mi ha spiazzato, non riesco ancora ad inquadrarlo». Censure di gust o contro censure politiche. «Da noi soltanto una cosa è intoccabile - dice Plantu -: la Francia. L'unica censura in venti anni di lavoro mi è arrivata durante la guerra del Golfo. Volevo ricordare che anche tra gli iracheni c'erano dei morti. "E' antifrancese", tagliò corto il redattore capo di Le Monde. E la vignetta non uscì». Plantu mostra il suo disegno-che-non-esiste. Un esempio di vignetta impossibile: «Un Mitterrand che sodomizza la regina Elisabetta dicendole: lo senti, il mio "trattato di Maastricht"?». Roba forte, ma in Italia si è visto di peggio. «Da noi si può fare tutto - dice Forattini, polemico con il pds -. Ma non con tutti: si può sparare sul governo, ma non sulla falsa opposizione. Arrivano subito le querele». Identiche sono soltanto le reazioni dei politici colpiti. «La satira piace solo quando mette in ridicolo gli altri - dice Plantu -. Ho disegnato qualche Chirac con il gozzo sotto il mento. Mi ha mandato a dire che la cosa lo innervosiva. Invece il mio Mitterrand pelato con un solo capello in testa lo diverte molto». In Italia l'Oscar dell'umorismo va a Spadolini: «L'ho sempre fatto nudo con il pisello di fuori - dice Forattini -. Eppure è l'unico a chiedermi i disegni originali. Il meno spiritoso? il Presidente. Cossiga sapeva ridere di se stesso. Scalfaro il senso dell'umorismo non sa neppure che cos'è». Guido Tiberga d fa la'jjf s- 1 M"" hhoìc quì 7 *5f Matite a confronto A sinistra una vignetta di Giorgio Forattini A destra un disegno di Jean Plantu da «Le Monde»

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