Il sindaco contrattacca

Il sindaco contrattacca Il sindaco contrattacca «Ma i mali della città sono anche colpa vostra» TORINO. Valentino Castellani non ci sta. Il sindaco di Torino non si sente «figlio» dei padri amministrativi del passato cittadino, e non vuole accollarsi le loro colpe rispetto ai mali del Comune. Ma soprattutto contrattacca quando gli industriali, primo fra tutti l'arnrninistratore delegato Cesare Romiti, accusano il suo governo locale di immobilismo. «Si prenda due giorni di ferie, e vada a vedere come funziona bene Lione», era stata la dura provocazione del capo di corso Marconi. Castellani non accetta le accuse di passività: «Se si facesse una attenta analisi del passato le responsabilità di questa situazione forse non sarebbero così difficili da attribuire», dice alludendo alle «colpe collettive» di tutta la classe dirigente torinese, industriali compresi. «La rottura del cordone ombelicale, di questo complesso di Edipo che lega Torino a mamma-Fiat è un processo dovuto, e ci sto lavorando; ma non ho intenzione di farmi carico delle incompetenze delle amministrazioni precedenti. Potremmo anche discutere ma forse sarebbe un processo sterile. Da parte mia non credo di essermi troppo lamentato, anzi ho disegnato uno scenario di emancipazione non solo dalla dipendenza psicologica ma anche da quella economica». «La città - spiega il sindaco - si sta preparando ad affrontare una situazione difficile: ci sono migliaia di famiglie che vedranno ridursi il loro reddito ai limiti della sussistenza, e ribalteranno suU'amministrazione pubblica un problema di cui tutta la città si deve far carico. Si prospetta una fase di transizione molto difficile e in questa fase è di fondamentale importanza l'amministrazione della città. Mi auguro che a governare la transizione possano esserci tutte le parti in causa». Castellani ha poi riepilogato le realizzazioni degli ultimi mesi: innanzitutto il piano regolatore generale, appena approvato, che disegna il futuro anche economico del territorio. Poi il piano dei parcheggi, «quattro, per cui faremo al più presto le gare d'appalto», la metropolitana e, ancora, gli altri progetti urbanistici. Il presidente dell'Unione industriale, Bruno Rambaudi, ha polemizzato con «chi accusa la Fiat di avere aperto centri produttivi anche nel Sud. Molti degli accusatori sono gli stessi che, in un passato non lontano, ci incalzavano perché andassimo in Meridione». A proposito della vertenza Fiat, Rambaudi ha detto che «con i contratti di solidarietà, nel breve i conti possono tornare, ma nel medio e nel lungo periodo si costituisce uno zoccolo di finti occupati assai grave per le singole imprese e per le nuove generazioni. E' l'estensione del modello di Crotone a tutto il Paese». [r. e. s.]

Persone citate: Bruno Rambaudi, Castellani, Cesare Romiti, Rambaudi, Valentino Castellani

Luoghi citati: Crotone, Torino