Il caso-De Mita spacca il ppi

Il coso-De Mita spacca il ppi Il coso-De Mita spacca il ppi E i «centristi»: vengono tutti da noi RINNOVAMENTO DIFFICILE ROMA. E' finito male, molto male quel colloquio tra due vecchi amici, Ciriaco De Mita e Mino Martinazzoli. Siamo a mercoledì due febbraio: la questione della candidatura di De Mita è ancora in ballo, l'Irpinia bianca è in subbuglio e vuole ancora Ciriaco come suo leader. Tocca a Martinazzoli lo spiacevole incarico: spiegare a De Mita che sarebbe meglio saltare un giro. Il segretario lo fa con un ragionamento crudo: «Per cinquantamila voti in Campania, rischiamo di perderne molti di più in giro per l'Italia. E non per colpa tua, Ciriaco, rna per la speculazione che sulla candidatura De Mita farebbero i giornali e gli avversari». E' quel colloquio, sono quelle parole di Martinazzoli che hanno fatto saltare la candidatura di De Mita alle prossime elezioni in un collegio dell'Avellinese. Lui non l'ha presa bene e per ora gli ambasciatori di pace - Renzo Lusetti e Angelo Sanza - non sono riusciti a ricucire un rapporto accettabile tra Mino e Ciriaco. Ma il «siluro» a De Mita sta aprendo una frana nel ppi del Mezzogiorno. Dopo il no a De Mita infatti è scattata un'altra operazione in gestazione da mesi a piazza del Gesù: il taglia-fuori per la generazione de di mezzo, quella che ha sulle spalle più di tre legislature e per tutti coloro che hanno qualche ombra - anche un velo - sul proprio certificato penale. Martinazzoli e Segni hanno deciso infatti che, salvo particolaris¬ sime situazioni, chi ha più di 15 anni di vita parlamentare deve andare a casa. Non c'è una decisione formale, ma il tam-tam, tra i tanti parlamentari a rischio, è scattato immediatamente. Risultato: da ieri mattina i telefoni dei capi scissionisti sono diventati bollenti. «Stanno venendo tutti da noi nelle ultime ore - dice Clemente Mastella - e so che la segreteria del ppi è seriamente preoccupata». E un altro dei capi del Ccd racconta: «Siamo tempestati - dice Francesco D'Onofrio - e naturalmente stiamo valutando quanto ci sia di politico in questo fenomeno e quanto invece sia legato all'insurrezione per mancata ricandidatura». Eppure, a sentire gli scissionisti del Ccd, nel Mezzogiorno il ppi potrebbe essere alla vigilia di una frana. «Quando ci siamo costituiti - dice ancora D'Onofrio - con noi sono venuti 24 deputati. Bene, in queste ore siamo stati raggiunti da almeno il doppio di colleghi...». E che qualcosa di molto serio stia bollendo nella pentola «popolare» lo conferma un deputato campano del ppi, Giuseppe Gargani: «Ho sentito circolare questa ipotesi del tetto delle legislature, ma è una stupidaggine. Ma io comunque mi ricandido...». Ma già da oggi, nell'assemblea del Patto per l'Italia, daranno una risposta Martinazzoli (che nei giorni scorsi si è visto con Carlo De Benedetti) e Mariotto Segni, che ha fatto da apripista sulla questione del rinnovamento, [f. mar.] L'ex presidente del Consiglio e segretario de Ciriaco De Mita

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