Costa «pontiere» fra gli ex dc di Andrea Di Robilant

Costo «pontiere» fra gli ex de Costo «pontiere» fra gli ex de E Martinazzoli: questo pli scivola a destra EUTANASIA DI UN PARTITO E m ROMA ™ morto il p 1 ì ? ». Al congresso dei liberali il segretario uscente Raffaele Costa agita un interrogativo vagamente macabro che rimane sospeso nell'atmosfera incandescente dell'Hotel Ergife. Ma il destino del pli è segnato perché così vuole la nuova legge maggioritaria. Tra oggi e domimi i delegati dovranno decidere come staccare la spina al partito e costruire una nuova casa per gli ideali liberali. Perché sul congrosso grava anche questo paradosso: il vecchio partito che fu di Croce e di Einaudi si avvia a concludere una storia lunga un secolo e mezzo proprio quando il liberalismo torna in auge e viene sbandierato da più parti come l'unica ideologia possibile. Un'idea per risolvere questo paradosso c'è ed è quella di far confluire quel che resta del pli in una grande federazione liberale. Spiega Costa: «Vogliamo creare un contenitore che possa raccogliere tutte le anime liberali che siederanno nel prossimo Parlamento». La creazione di questa «casa comune» liberale nella quale sciogliere il pli dopo le elezioni europee permetterebbe di recuperare pezzi di partito persi per strada negli ultimi mesi: da Zanone, passato ai pattisti di Segni dopo una sosta con Alleanza democratica, a Battistuzzi, che si è perso tra tavoli e tavolini della sinistra. Ma per i dirigenti più ambiziosi de] pli questo contenitore dovrebbe anche ospitare «tanti liberali che ancora non sanno di esserlo»: transfughi della de, pattisti di Segni, pannelliani. qualche leghista e soprattutto molti deputati e senatori portali in Parlamento da Berlusconi. Confessa Stefano De Luca, sottosegretario alla Finanza: «Vogliamo dare un po' di ricchezza ideologica al contenitore Forza Italia». Del resto e proprio con queste forze che il pli vuole allearsi in vista delle; prossime elezioni. Un accordo con Berlusconi e con il Centro cristiano democratico di Casini e compagni è cosa fatta. Ma i liberali contano anche su Segni, che ha già annunciato la sua presenza al congresso oggi. Non hanno perso la speranza di arrivare ad un modus vivendi con la Lega. E lanciano occhiate ammiccanti perfino ad Alleanza nazionale. «Se si tratta di qualcosa di nuovo a non di una ri- verniciatura del msi, potrà essere foriera di novità», dice Costa. Ma aperture del genere allontanano un altro possibile interlocutore, Martinazzoli, che ieri, al congresso, ha sùbito preso le distanze: «Il pli corre il rischio di scivolare verso una destra che non è per nulla liberaldemocratica. E poi non è possibile dire che sono tutti liberali solo perché si dichiarano tali. Questo è il mio problema ed è anche quello di Costa». Da Napoli il vecchio leader del pli Zanone, che non ha voluto partecipare al congresso dell'Ergife, confermava che «i veri liberali hanno ben poco da spartire con la destra». La fisionomia della futura federazione liberale è dunque ancora tutta da tracciare. Tanto che una minoranza, guidata da De Luca, sostiene che è prematuro decretare la morte del pli e che l'identità liberale va preservata mantenendo in vita il partito come «nocciolo duro» della federazione. Ieri mattina, quando il congresso ha aperto i battenti, il vecchio simbolo del pli era già i scomparso. Nel pomeriggio, dopo le proteste di alcuni delegati nient'affatto contenti per la fretta con la quale si stava mettendo in naftalina il vecchio partito, il simbolo è ricomparso sul tabellone dietro alla presidenza. Segno che anche la morte del pli, sebbene annunciata, rischia di essere più travagliata del previsto. Andrea di Robilant Il ministro Raffaele Costa al congresso pli: il partito cambierà profondamente

Luoghi citati: Napoli, Roma