Occhetto: troppi guai in casa di Fabio Martini

Dopo la polemica sui collegi, malumore anche per l'intervento di Berlusconi in tv Dopo la polemica sui collegi, malumore anche per l'intervento di Berlusconi in tv Occhetto; troppi guai in casa «Santoro, non creare nuovi miti» ROMA. Il barbiere di Montecitorio lo ha appena levigato, ma rocchetto fresco di toilette non è del migliore umore. E confida: «Ho visto ieri sera II rosso e il nero: Santoro ò sempre molto bravo, ma bisogna stare attenti a non creare altri miti: dopo Orlando e Segni, ora lanciano pure Berlusconi?». Giorni agri per Achille Occhietto e la sua Quercia: prima Sama, poi Adornato e ora ci si mette pure Michele Santoro, «colpevole» di aver dato troppo spazio al Cavaliere, con sondaggio favorevole e telefonata in diretta. «Già - si confida ancora il capo del pds - e non capisco neanche tutta questa sollecitudine ad alimentare una contrapposizione tra me e D'Alema: nei sondaggi sulla popolarità una volta ci sono io, una volta lui e un'altra volta tutti e due...». Giorni bui per il vascello del pds: vento in poppa fino a ieri e ora che la navigazione ò tutta controvento persino gli amici remano contro. Così almeno pare a Botteghe Oscure e infatti anche D'Alema se la prende con la tv: «Rifondazione non ò il fulcro della nostra proposta, ma è un elemento usato dai nostri avversari farla passare come tale. Ecco perché in tv viene sempre invitato Bertinotti...», guarda caso ospitato nell'ultima settimana anche da Milano Italia e 7/ rosso e il nero, le tra- smissioni di punta di Raitre. C'è un nervosismo nel pds che affiora anche negli spazi di frontiera: la composta Unità di Veltroni ieri ha preso di mira il capo di Alleanza democratica, Ferdinando Adornato. Nella rubrica di seconda pagina «La frase», sotto la foto di Adornato compariva una frase irrisoria: «A Nando, facce Tarzan!». Frecciatine, nervosismi, ma anche - è la novità di ieri - molti contatti riservati che stanno stemperando le tensioni. Dalla centrale operativa di Botteghe Oscure gli uomini di Occhetto, Visani e Petruccioli, si sono mossi per sciogliere, uno ad uno, i grovigli più intricati. Che alla fin fine si riducono ad un solo problema: ci sono troppi concorrenti nella corsa ai 200 collegi della sinistra considerati sicuri. Collegi che sono concentrati in tre regioni: le rosse Emilia-Romagna e Toscana, la Sicilia di Leoluca Orlando. E allora, ecco trapelare dal tavolo delle trattative qualche voce malevola: il verde Gianni Mattioli (eletto deputato a Milano, una cattedra universitaria a Roma) gradirebbe un collegio a Bologna, ma non «sui colli» (dove la sinistra sfiora il 50%) bensì in città dove i progressisti sono ancora più forti; e alla ricerca di un collegio sicuro c'è ancora tutta la plancia di comando dei verdi (Edo Ronchi, Carlo Ripa di Meana, Massimo Scalia) e di Ad (Ferdinando Adornato, Giovanna Melandri). E anche per loro il tamtam dice che puntino a collegi preziosi: Reggio Emilia, Palermo, Torino, l'Umbria rossa, le rosse borgate romane. Chiosa con ironia Diego Novelli: «Capisco Ayala candidato in Emilia: lui è... Gastone, il gagà conosciuto ovunque. Ma è strana la pretesa di chi pensa di poter essere paracadutato altrove, tipo legione straniera». E Novelli, dalla sua borsa, tira fuori uno studio sui collegi di Torino: «Io sono nato, cresciuto a Borgo San Paolo e lì mi candi¬ derò anche se questo studio dice che su otto collegi della città, questo, per la sinistra, è il penultimo in termini di forza elettorale». E anche D'Alema è sferzante contro chi fa il prezioso: «Ma come si fa a parlare di collegi sicuri quando non sappiamo nemmeno chi avremo contro? E' un modo di ragionare vecchio». Eppure, quella di ieri è stata la giornata della «pialla», sono stati smussati molti angoli, qualche collegio sicuro si è avvicinato ai capi di Verdi e Ad. E la grande rinconciliazione potrebbe avvenire sull'Adriatico: sia Leoluca Orlando che Achille Occhetto potrebbero convergere su Riccione, dove si sta svolgendo l'assemblea dei Verdi e stringere le ultime viti. Lo stesso D'Alema ha fatto una proposta che potrebbe svelenire l'atmosfera: «Dopo le elezioni si potrebbe andare ad un gruppo parlamentare unico», un ponte lanciato verso chi teme, nel pds, le tentazioni egemoniche del vecchio pei. E gli ultimi scricchiolii del tavolo progressista non sembrano turbare la finanza internazionale: in un vademecum pubblicato dalla Paribas per i suoi investitori si dice che la coalizione più probabile per il dopo elezioni in Italia è «un centro-sinistra guidato da Occhetto». Fabio Martini Polemica a distanza tra il segretario della Quercia Achille Occhetto (a lato) e il conduttore de «Il Rosso e il Nero» Michele Santoro (sopra)