FINTE DIMISSIONI di Curzio Maltese

FINTE DIMISSIONI FINTE DIMISSIONI GIANNI Locatelli avrebbe dovuto essere, nei sogni riformisti, il primo direttore manager e indipendente nella storia della nuova Rai. L'uomo della, orribile a scriversi, delottizzazione. Rischia di passare alla storia, nella realtà trasformista, come l'ultimo dei direttori democristiani. In mezzo, sulla strada che va dai sogni alla realtà, dalla teoria della riforma alla prassi del papocchio, c'è la solita pietra dello scandalo. Stavolta lo scandalo si chiama Lombardfin. Una delle tante finanziarie fallite dopo aver garantito ai soci in affari robuste speculazioni. Tra questi soci c'era la moglie dell'attuale direttore Rai, allora alla guida del Sole 24 Ore. Locatelli ha sostenuto per mesi, di fronte ai suoi giornalisti e all'opinione pubblica, che si trattava di un caso di omonimia. Alla fine ha ammesso la bugia e per questo è stato censurato dall'ordine dei giornalisti, cui appartiene. Una storia banale, in fondo, di uno scandaletto da poco, neppure da reato, lontano dalle tangentopoli, piuttosto vicino all'enorme provincia della furberia nazionale, diffusa per via corporativa. Eppure, abbastanza per aspettarsi dal moralizzatore della «nuova Rai» una reazione adeguata ai tempi nuovi: le dimissioni. Abbiamo invece assistito all'antico gioco democristiano delle finte dimissioni. Lanciate con forza da Locatelli e rimbalzate come una palla da ping pong sul tavolo del consiglio d'amministrazione, Curzio Maltese CONTINUA A PAG. 2 QUARTA COLONNA

Persone citate: Locatelli