Sogno a quattro ruote di Elena Del Santo

Al Museo dell'Auto una mostra di «dream cars» Al Museo dell'Auto una mostra di «dream cars» Sogno a quattro ruote Modelli progettati dai maggiori carrozzieri italiani dal '48 a oggi Si tratta di salotti viaggianti con linee funzionali e futuristiche Sembrano uscite dai fumetti di fantascienza, pronte a sfidare, e anticipare, il futuro. Sono le dream cars italiane progettate e ideate dai maggiori carrozzieri dal 1948 fino ad oggi. A proporre un excursus cronologico dell'evoluzione «viaggiante» è il Museo dell'Automobile Carlo Biscaretti di Ruffia in corso Unità d'Italia 40, dove s'inaugura, oggi alle 18, «Perché l'auto da sogno». La rassegna, realizzata in collaborazione con il gruppo carrozzieri dell'Anfia «riunisce per la prima volta 15 prototipi che rappresentano - spiega Antonio Amadelli, direttore del museo il percorso di maestri del design come Bertone, Pininfarina e Boneschi in circa 40 anni di studi». «E - aggiunge - offre una visuale completa dell'evoluzione dello stile italiano dell'automobile». Fra i capolavori esposti porta la griffe di Bertone la «Nivola» di color giallo, un omaggio dello stilista al famoso pilota degli Anni 30-40 Tazio Nuvolari (detto Nivola) che usava indossare durante le corse una maglietta per l'appunto gialla. Presentata al Salone di Torino del '92, la «Blitz» è la proposta ecologica ancora di Bertone: un'auto-moto biposto dal motore pulito e telaio in fibra di vetro. La «Genesis» (1988) è caratterizzata invece da grandi superfici vetrate e porte anteriori con apertura a farfalla. Si chiama «Grigua» (in dialetto genovese significa lucertola) la city car avanguardista dell'I- dea, una piccola monovolume dai grandi spazi interni. Poi la «Megagamma», la berlinetta viaggiante due volumi della Italdesign disegnata da Giugiaro nel 1977. Infine segnaliamo la «Mythos» di Pininfarina, uno speedster su meccanica Ferrari 12 cilindri con abitacolo che riprende quello delle vetture da corsa-sport-prototipo degli Anni 60. Nascono da un'idea trasformata in bozzetto e solo dopo numerose modifiche su modelli in scala vengono realizzate e messe su strada. Dopo le prime elaborazioni, come la «500 A sport» rivisitata da Giannini nel 1948 e protagonista della Mille Miglia, le «vere» dreamcars (auto da sogno, appunto) nascono a partire dagli Anni 50. E sono veri salotti viaggianti che segnalano linee e tendenze futuristiche (aerodinamica, abitabilità e ergonomia) in parte riprese dalle vetture di serie. Basti ricordare che le «esercitazioni» Anni 60 hanno anticipato la strumentazione elettronica e digitale ripresa poi da molte case. Quanto costano? Una cifra con 9 zeri almeno. Ma poiché sono tutti pezzi unici e custoditi gelosamente dai carrozzieri, che ne sono anche proprietari, queste meraviglie della tecnica potremo guidarle solo nei nostri sogni. Fino al 20 febbraio tutti i giorni dalle 10 alle 18,30, chiuso il lunedì. Biglietti d'ingresso 9000 lire, ridotti 6000. Elena Del Santo La «Blitz» di Bertone proposta nel '92: motore ecologico e telaio in fibra di vetro

Persone citate: Antonio Amadelli, Boneschi, Carlo Biscaretti, Giannini, Giugiaro, Nivola, Pininfarina, Tazio Nuvolari

Luoghi citati: Italia, Ruffia, Torino