Tra i fiori d'arancio spunta una spia

Alcuni fotografi conoscono in anticipo i nomi dei futuri sposi: la polizia indaga Alcuni fotografi conoscono in anticipo i nomi dei futuri sposi: la polizia indaga Tra i fiori d'arancio spunta una spia L'inchiesta sollecitata dal Comune Talpe anche per nati, morti, incidenti Caccia alla spia di via Giulio. La Digos ha aperto un'inchiesta sulla vicenda di Rossella Lomello, la promessa sposa che ha ricevuto due proposte di servizi fotografici per il suo matrimonio prima che fossero affisse le pubblicazioni in Municipio. L'intervento della polizia è stato sollecitato dallo stesso Comune: il dottor Cesare Buzzi, dirigente dei servizi demografici, ha inviato al questore una nota nella quale chiede di indagare sulla «possibile violazione del segreto d'ufficio». Della vicenda saranno investiti anche i vigili urbani del Nucleo di polizia giudiziaria. Non sarà facile trovare il colpevole, sempre che ci sia davvero un colpevole, e che si nasconda proprio fra i 60 impiegati dell'ufficio matrimoni del Comune. In una lettera a Specchio dei tempi, Rossella Lomello aveva raccontato la sua storia avanzando sospetti pesanti: «Qualcuno passa informazioni riservate in cambio di "particolari" regali di nozze?». Nell'open space al primo piano del palazzo di via Giulio, gli addetti si sentono offesi: «Ma come si permette? E' una calunnia. I tabulati con gli indirizzi degli sposi sono coperti da segreto, nessuno di noi si sognerebbe di passarli all'esterno». E poi, come dice la dottoressa Nadia Villa, dirigente dell'ufficio matrimoni, per sposarsi occorre presentare un pacco di documenti alto così: residenza, cittadinanza, atto di nascita, stato libero. «E per ogni certificato c'è un ufficio a conoscenza delle nozze imminenti». Vuol dire che la «spia» lavora sì in via Giulio, ma in un'altra stanza? «Ma no. Voglio solo fare capire che non bisogna prendersela per forza con le sei ragazze degli uffici pubblicazione e prenotazione. Poverine, si sono sentite così mortificate alla sola idea che si sospettasse di loro...». Gli impiegati sono furibondi. Uno di loro racconta: «Si sta sollevando un inutile polverone. Perché nessuno va a indagare alla Ragioneria? Una nostra collega è andata in pensione: il giorno dopo avere consegnato i documenti a quell'ufficio, s'è sentita chiamare a casa da un paio di compagnie di assicurazioni. Le otti ivano un piano di investimenti per integrare la rendita mensile. Come facevano a saperlo? Chi li aveva informati?». Del resto, quella delle spie è una storia vecchia. Franco Turcati, pusidente della Federazione fotografi europei, aveva denunciato nell'84 una vicenda identica: «Già in quegli anni c'erano fotografi che avevano accesso a informazioni riservate del Comune. Sapevano ancor prima delle pubblicazioni i nomi e gli indirizzi dei promessi sposi, e li contattavano per offrire foto e filmini: una concorrenza sleale che danneggiava i colleghi onesti e deturpava l'immagine della categoria. Avevo protestato, insieme con altri fotografi, anche per la scarsa professionalità che dimostravano alcuni favoriti delle "talpe": in qualche caso si trattava di abusivi, che lavoravano per grandi agenzie senza contratto di assunzione». Risultato? «Si aprì un'inchiesta, ma tutto finì in una bolla di sapone». Il fatto è che le spie sono in agguato ovunque, pronte a fornire a chicchessia, dietro compenso, informazioni che riguardano la nostra vita privata: all'Università quando ti laurei c'è un fotografo pronto ad immortalarti durante l'esposizione della tesi; negli ospedali quando passi a miglior vita c'è chi avvisa questa o quella impresa di pompe funebri all'insaputa dei congiunti. E se ti capita un incidente d'auto si materializzano dopo pochi minuti due o tre carri attrezzi. C'è anche chi riempie le buche per le lettere dei neo-diplomati con decine di proposte d'iscrizione a corsi di specializzazione, chi contatta i disoccupati proponendo scuole di software, chi telefona a casa col tono del beninformato: «Sappiamo che lei ha tale età e tale titolo di studio, le interessa un corso di inglese?». Chi li avvisa? Gianni Armand-Pilon Giovanna Favro Il fotografo Damiano Di Biasi e il negozio di via della Consolata

Persone citate: Cesare Buzzi, Damiano Di Biasi, Franco Turcati, Gianni Armand-pilon, Giovanna Favro, Nadia Villa, Rossella Lomello