Prima a muoversi è la City di Zeni

UN GIORNO DA LEONI Prima a muoversi è la City Poi da Parigi a New York è un solo grido UN GIORNO DA LEONI MILANO. Da Londra gli ordini arrivano la mattina, tra le nove e le undici. Da oltreoceano, da New York, sei ore dopo, fra le tre e le quattro del pomeriggio. «C'è giusto l'intervallo di pranzo per un attimo di relax», confessano gli uomini della Borsa. Stanchi ma soddisfatti del quinto giorno consecutivo di scambi sopra i mille miliardi, il gran giorno degli stranieri in piazza Affari, quasi una carica dei centouno, tutti decisi a comprare: fondi pensione Usa, broker inglesi, fondi d'investimento tedeschi, Sicav francesi. E' così da parecchio nell'ex Cenerentola delle grandi Borse. Da quando gli analisti stranieri hanno scoperto che ai prezzi attuali e grazie ai vantaggi sul cambio che continua a dare la lira svalutata piazza Affari per loro è una cuccagna. Ma come ieri, raccontano gli uomini di piazza Affari, non era mai successo. L'ex Cenerentola attira e va a mille: altri 1268 miliardi scambiati ieri. Così, dopo gli stranieri e gli italianissimi investitori istituzionali, adesso tutti si aspettano il ritorno in Borsa della gente qualsiasi, almeno di una parte di quei risparmiatori che un paio d'anni fa non avevano dubbi nell'investire solo in Bot, Cct, Btp. Ora i titoli di Stato rendono il 6-7%, il gran salto si può fare. E poi c'è il tam tam sulle privatizzazioni: la corsa al Credit, il bis sull'Imi, due successoni che possono convincere sul serio la gente che quello azionario è investimento vantaggioso. Si ripopolano i borsini. Alle 10 e trenta nel borsino della Commerciale di piazza Scala, un'oasi di poltrone moderne, stile Le Corbusier, in un palazzone arredato primo Novecento, fronzoli liberty e grandi orologi intarsiati, qualcuno è già seduto davanti ai quattro televisori che trasmettono le quotazioni del listino. Tre pensionati. Un commercialista. Una signora in pelliccia che si dichiara casalinga. E 11 titolare di una libreria che sta a due passi dalla banca. Scorrono sul video i primi prezzi: meno 1,43% Fiat, -0,43% Generali, meno 1,40% Mediobanca, +0,5% Olivetti, +3,28% Montedison. La casalinga in pelliccia saluta e se ne va. Il commercialista punta dritto al primo funzionario libe- ro: «Diecimila Olivetti». E scatta l'ordine via computer, una semplice pressione sul tasto dell'invio e zac, firmata l'accettazione e depositato il controvalore, l'ordine è già sullo schermo dell'operatore che dovrà immettere la richiesta nel sistemone del Ced che gestisce tutte le operazioni della nuova Borsa telematica. I nuovi cassettisti. No, non è luogo di amanti del brivido borsistico la Banca Lombarda che sta dietro la Galleria, duecento metri dal Duomo. E' banca chic, la Lombarda: clientela ricca, fami- glie d'antica nobiltà, media e grande borghesia meneghina, gente dai cognomi lumbard e dai patrimoni che si tramandano solidi di padre in figlio. Voglia di Borsa? «Qui tutti hanno il loro gruzzolo di azioni, Generali, Fiat, Alleanza, Mediobanca, tutti titoli da cassettista ricevuti in dote e pronti a passare in eredità», taglia corto un signore che più anonimo non si può, perfetto per lo stile di una banca che ha per motto "in tempestate securitas". Eppure... Eppure anche in questo angolo di tempo che fu, il toro che scalpita nella vicina piazza Affari si fa sentire. Già, anche i prudenti della Lombarda la loro bella diversificazione di portafoglio l'hanno fatta: «Un anno fa il 90, 95% dell'investimento medio dei nostri clienti - ammette l'omino che si occupa di gestioni - era in titoli di Stato e reddito fisso, ora è sceso all'85%». E chissà, sospira, cosa succederà se va avanti così, «con queste Imi che tutti vogliono, più delle Credit»? I telefoni muti della dealing room. Computer, una fila fitta di computer. «Sa quanti milioni investiti qua dentro?», chiede Pio Giovanni Scarsi, amministratore delegato di Sim Credit, una delle maggiori a Milano. Arrivano qui, in questi cento metri quadri informatici, gli ordini d'acquisto o di vendita: una media di 7 mila al giorno. «Media da superlavoro», ammettono i ragazzi davanti agli schermi: in un quadratino in alto scorrono i numeri degli ordini in arrivo dai borsini e tocca a loro, ai ragazzi dei computer, immetterli con una semplice battuta di tasto nel riquadrino che segna il passaggio al sistemone telematico del Ced. «Lento, troppo lento questo sistema: in una giornata in cui tutti vogliono Montedison tempi d'attesa per questo titolo di venti, trenta minuti prima di accettare l'ordine», si lamentano i ragazzi del computer che non riescono a spiegarsi come sia possibile a Francoforte, il doppio degli scambi rispetto a Milano, che il sistema telematico operi in tempo reale. Mistero. «Potremmo fare di più, più scambi, più volumi», insiste Scarsi. Ma purtroppo finché il sistemone non accelererà, neanche a pensarci di tornare ai vecchi sistemi: qui il telefono serve solo alle audioconferenze del mattino, per passare gli ordini è indispensabile il computer. Coraggio, ragazzi. Armando Zeni I computer ingolfati Anche dai Borsini piovono le richieste dei nuovi cassettisti Un'immagine di Piazza Affari durante le contrattazioni

Persone citate: Le Corbusier, Scarsi

Luoghi citati: Francoforte, Londra, Milano, New York, Parigi