Giù le mani dal prosciutto l'ingiustizia; degli antidepressivi

Forse la gatta Milly ritornerà AL GIORNALE Giù le mani dalprosciutto; l'ingiustizia degli antidepressivi Una pinza salva l'igiene Permettetemi d'inserirmi con un po' d'ironia - e magari ultimo della serie - nel simpatico botta e risposta che si è venuto a creare fra i lettori a favore e contro il cornetto. Raccogliendo l'esortazione del signore che in proposito suggeriva di essere europei anche in materia di colazione, io, piemontese da generazioni, fra cornetto, brioche e croissant vorrei proporre il romanissimo «maritozzo». Si avrebbe così un termine di simpatica e universale allusione al trofeo che noi uomini temiamo di portare - o portiamo sul capo. Per ciò che riguarda poi l'igiene di bar e alimentari trovo un po' strano che nessun lettore abbia rilevato ciò che mi pare ben peggio che non il toccare con le mani il cornetto o come lo si voglia chiamare. Infatti credo che sia molto più sgradevole l'uso delle mani per cibi umidi, come ad esempio il prosciutto. E siccome fra gli esercenti, pressati dalla fretta e pur con tutta la buona volontà, non proprio tutti avranno il tempo e la voglia di continuare a lavarsi le mani dopo il contatto con il denaro e inevitabili bisogni corporali vari (e non valendo in questo caso la massima «occhio non vede»...), una leggina che imponesse l'uso di una pinza o di una umile forchetta sarebbe veramente la benvenuta. Alfio Sapenco, Alessandria Animalisti, attenti anche alle formiche Mi indigna leggere sui giornali di donne, anche vecchie, aggredite dagli animalisti solo perché indossano una pelliccia, magari spelacchiata. Questi se fossero sinceri dovrebbero evitare giacche, scarpe e cinture di pelle, nonché di mangiare carne e salumi ed, infine, dovrebbero essere contrari all'aborto libero, in quanto è un as¬ sassinio. Anch'io cerco di mangiare più vegetali che carne, ma mi sento in colpa verso gli animali. Al contrario, stimo i popoli dell'Estremo Oriente in quanto sono veramente vegetariani. Le diverse religioni sono tutte contro l'uccisione di esseri umani e di animali. I jain quando camminano stanno attenti a non pestare le formiche. Una volta, mentre parlavo con un monaco buddista, vedemmo avvicinarsi un topo che cercava cibo in un mucchietto di rifiuti vicino a noi. Il Bhiksu lo guardò, ma nulla fece per spaventarlo. I buddisti non mangiano neppure le uova, in quanto in esse si sviluppa un animale. Nei luoghi sacri agli hindu si può entrare a piedi nudi oppure con scarpe: ma solo se di gomma e tela. Dante Lo Piano, Faenza (Ravenna) Ci rimettono sempre i cittadini più poveri Da qualche anno disponiamo di una categoria di psicofarmaci antidepressivi denominati Ssri. Numerosi studi clinici hanno dimostrato che sono dotati di pari efficacia, se confrontati con gli antidepressivi triciclici, categoria di antidepressivi che abbiamo a disposizione da 35 anni. Inoltre gli Ssri, cioè gli antidepressivi più moderni, sono meglio tollerati perché producono meno effetti collaterali, e quindi possono essere impiegati anche in quei depressi che non possono utilizzare i triciclici perché cardiopatici, portatori di glaucoma, prostatici o che sono in età avanzata. Dal punto di vista clinico quindi gli antidepressivi più moderni sono preferibili. Ora questi farmaci antidepressivi sono stati collocati dalla Commissione nel gruppo C, e quindi sono a totale carico dei pazienti, perché hanno un costo più elevato rispetto ai triciclici, che sono stati invece tutti inseriti nel gruppo A. In tal modo la Commissione ha disatteso tutti i punti delle linee guida che si era prefissata, ad ecce zione di quella del prezzo. Inoltre non si è preoccupata minimamente di sentire anche il parere di qualche clinico psichiatra che avrebbe potuto contribuire ad evitare un elaborato del tutto anomalo. Il risultato è quello, ancora una volta, di penalizzare i cittadini meno abbienti che devono accontentarsi di farmaci efficaci, ma che spesse inducono effetti collaterali che non contribuiscono certamente a migliorare la qualità della vita. Un'altra conseguenza, anche più grave, è che i cardiopatici, i portatori di glaucoma, i prostatici, gli anziani e le persone che non tollerano i triciclici, se depressi, devono ricorrere, ovviamente a loro spese, agli antide¬ pressivi più moderni, parimenti efficaci e più tollerati, ma di prezzo elevato. Lo stesso discorso varrebbe anche per altri antidepressivi come la mianserina e per alcuni neurolettici. Nell'ambulatorio della Clinica Psichiatrica i pazienti depressi chiedono di cambiare la terapia, affidandosi così soltanto ai vecchi antidepressivi. Ma, come si è detto, per questi farmaci esistono controindicazioni; e allora cosa si può fare? Il rischio è che in molti casi la depressione non venga adeguatamente curata, con tutti i rischi che vi sono connessi: suicidio, cronicizzazione, evoluzione verso patologie più gravi. Anche l'obiettivo primario che si è posto la Cuf, cioè quello dei risparmi sui farmaci, stando alle notizie di questi giorni, sembra essere fallito completamente se è vero che alcuni farmaci del gruppo A hanno avuto una drammatica impennata nelle vendite, per cui si prevede uno sfondamento del tetto della spesa sanitaria. Non c'è che sperare in un rapido ravvedimento da parte della Cuf e del ministero per sanare una ingiustizia nei confronti di tanta gente che soffre. prof. Luigi Ra vizza Direttore I Clinica Psichiatrica Università di Torino La vita e i doni del profugo istriano Il mio papà, istriano, ha sempre letto La Stampa dal 1950 al 1994: a casa nostra si comprava solo questo quotidiano. Lui ci ha lasciato una vera e propria biblioteca, ritagliava giorno per giorno gli articoli di attualità, politica, religione, ecc. riguardanti sia il nostro Paese, sia i Paesi stranieri, per poi rilegarli in volumi divisi per argomenti: questo è il dono che ci ha lasciato. Ora papà non c'è più, ha avuto appena il tempo di festeggiare 65 anni di matrimonio e il Santo Natale con tutti noi che siamo una tribù, così amava definire la sua famiglia (sette figli sposati, anzi sei poiché una sorella ci ha lasciati nel 1985, 10 nipoti e 1 pronipote). Era contento di essere arrivato a 86 anni e di non aver avuto bisogno di un aiuto economico, la sua pensione con quella della mamma bastavano, era contento anche di essere in salute, diceva sempre «grazie!». Eppure quanti dolori nella sua vita: profugo istriano dal 1947, è stato mandato via dalla sua terra con moglie e sette figli, il più piccolo aveva sei mesi. Prima di arrivare a Torino siamo stati ospitati in un campo profughi a Roio Pineta (L'Aquila) in alta montagna (quanto freddo), i'oi finalmente a Torino dove lo aspettava un lavoro, ancora tribolazioni, ma anche tante soddisfazioni: questa città merita a nome suo tanti ringraziamenti. Noi figli siamo tutti concordi nel dire grazie al nostro papà per averci insegnato tante cose belle. Nirvana Malsani, Settimo (Torino) A nome di tutti «Iniqua la fucilazione del gerarca Starace» Con la lettera «L'ultima corsa di Starace» del 16 gennaio, il signor Luigi Bonsaver di Torino ha fornito un'interpretazione della fine della vita di quel gerarca fascista in maniera diversa da quella tradizionale. A proposito di quel funesto avvenimento, vorrei dire che finché fu segretario del pnf, cioè fino al 1939, è indubbio che quel signore ne combinò di cotte e di crude; ma dopo la sua defenestrazione egli praticamente abbandonò la politica, e, ciò che più conta, non coprì alcuna carica e non svolse alcuna mansione al tempo della Repubblica Sociale. Pertanto, mi si lasci asserire che la sua fucilazione a fine aprile del 1945 rappresentò un'iniqua azione arbitraria e illegale, dato e non concesso che siano state legali le numerose altre fucilazioni di quei giorni che, anche nel caso di Mussolini, avrebbero dovuto essere precedute da un regolare processo davanti alla Magistratura; così come, per l'appunto, fu per il caso del maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani, che in quei giorni aveva avuto la fortuna di sfuggire alla cattura. ing. Giuseppe Scolari, Verona

Persone citate: Alfio Sapenco, Giuseppe Scolari, Luigi Bonsaver, Luigi Ra, Mussolini, Rodolfo Graziani, Starace