Una biblioteca in ostaggio di Emanuele Novazio

Mosca non rende libri di Gotha Mosca non rende libri di Gotha Una biblioteca in ostaggio BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A Gotha sostengono che manca poco, ormai, e preparano i festeggiamenti. Ma a Mosca Boris Eltsin non ha firmato, ancora, il decreto che autorizza la restituzione del «tesoro», conferma l'ambasciata tedesca: la «Biblioteca» che l'Armata Rossa «portò al sicuro» nella capitale sovietica, alla fine della guerra, è vittima di una lotta di competenze e di poteri all'ombra del Cremlino. Al centro, si teme a Bonn, di uno scontro fra chi cerca di chiudere la «partita delle restituzioni» con la Germania Federale, e chi tenta di comprometterla con ritardi, rinvìi strategici, silenzi ad effetto politico: i disegni di Duerer o l'«oro di Troia», è impressione sempre più diffusa, potrebbero non tornare più. O diventare oggetto di estenuanti trattative, di ipotesi di scambio controverse. La storia dei seimila volumi Albrecht Durer della «Biblioteca di Gotha» che ancora restano a Mosca - fra essi ci sono anche le pergamene della «Bibbia di Lutero» illustrate con incisioni del 1541, di incalcolabile valore - è esemplare, da questo punto di vista. Nel 1991, quando già sembravano scomparsi, un giornalista russo li scopre in una chiesa e in un deposito che contiene un milione e mezzo di libri, alla rinfusa. Gotha tenta subito di riaverli, e a Mosca cominciano le trattative fra il direttore generale delle Biblioteche tedesche, Klaus-Dieter Lehmann, e la sua controparte russa Vladimir Vinogradov. Un anno e mezzo dopo, l'intesa: la Biblioteca tornerà in Germania in cambio di una partita di computer e di attrezzature per la stampa del valore di un milione di marchi. Sembra tutto risolto. Invece, da Mosca non arrivano altri segnali, tutti sembrano aver dimenticato. All'inizio di quest'anno il ministro della Cultura, Evgheni Sidorov, dichiara alla tv tedesca che un decreto presidenziale toglierà gli ostacoli residui e chiuderà finalmente una «vicenda della quale il governo russo si vergogna». Ma poco dopo Vinogradov smorza gli entusiasmi e ammette di essere ancora «in balia dei burocrati». Intanto lo «Spiegel» scrive che a Mosca i volumi di Gotha si vendono sottobanco: Sidorov smentisce, ma il suo vice Michail Schwydkoi conferma. Pochi giorni fa infine, mentre a Gotha voci ricorrenti danno per prossimo l'arrivo dei volumi, l'ambasciata tedesca conferma che niente le è stato comunicato, ancora. Sotto il de creto che dovrebbe annullare le «resistenze del Parlamento» continua a mancare la firma di Boris Eltsin. Toccherà di nuovo ai politici, forse, cercar di venire a capo di una situazione sempre più confusa. Il primo a riproporre al Cremlino il tema sarà il ministro degli Esteri Kinkel, nella visita a Mosca prevista entro febbraio. Lo seguirà il responsabile degli Interni Kanther, anche lui deciso a sollevare il problema Gotha. A maggio, infine, il cancelliere Kohl incontrerà Eltsin. Ma molti, a Bonn, temono che dopo tanti rinvii il prezzo sia cresciuto. Emanuele Novazio Albrecht Durer