Trent'anni fa la scissione socialista: così la raccontano i documenti sovietici di Cesare Martinetti

Trent'anni fa la scissione socialista: così la raccontano i documenti sovietici Trent'anni fa la scissione socialista: così la raccontano i documenti sovietici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con l'invio di un generoso pacco di dollari, ma con l'accompagnamento di ima buona dose di diffidenza, il partito comunista sovietico ha «assistito» 30 anni fa alla nascita del psiup, il partitino fondato dalla sinistra socialista che lasciò Nenni all'indomani del primo centro-sinistra. Il documento tuttora segreto, ma che La Stampa ha potuto consultare nell'archivio dell'Urss, porta la data del 9 gennaio e recita: «...stanziare 240 mila dollari per il psiup dal bilancio del "Fondo sindacale internazionale per l'assistenza alle organizzazioni operaie di sinistra presso il Consiglio dei sindacati della Romania"... Assegnare al Kgb il compito di consegnare la somma attraverso il pei». L'aiuto è generoso, ma il lungo processo politico della scissione socialista - che La Stampa ha potuto ricostruire su documenti inediti - non fu per niente incoraggiato da Mosca. Seguendo come bussola per la situazione italiana i giudizi del pei e di Togliatti, i russi diffidavano della frenesia scissionistica della sinistra socialista. E l'8 gennaio 1964 - quando la scissione è praticamente decisa - Mikhail Suslov riferisce al comitato centrale del pcus di aver invitato poco prima l'inviato del psiup Lucio Luzzatto a «cercare di non far cadere qualsiasi possibilità, anche la più piccola, per mantenere l'unità del partito». E ancora: «...Nenni ha evidentemente perso ogni fiducia nelle capacità rivoluzionarie della classe operaia italiana... ma la scissione del psi recherà un grave danno al movimento operaio italiano...». La diffidenza del pcus è la diffidenza di Togliatti, ampiamente citato nell'appunto riservato che gli analisti del Cremlino fanno avere a Suslov per informarlo sugli interlocutori italiani che tanto insistono per incontrarlo. Ecco la cronaca e i documenti di cinque anni di incontri segreti. La lettera di Vecchietti - Il primo a farsi vivo con Mosca è Tullio Vecchietti, il 18 aprile 1959. Offre un'«informazione riservata sulla situazione del psi, sulle ragioni della sinistra socialista e le sue proposte». Ai russi chiede un invito personale a Mosca per sé e Lizzadri. L'incontro ha luogo il 29 maggio 1959. Da una parte Tullio Vecchietti e Oreste Lizzadri, dall'altra Mikhail Suslov e Boris Ponomariov. Ma qualche giorno prima arriva sul tavolo di Suslov {'«appunto» sul psi, accompagnato da due schede personali sugli interlocutori italiani. I giudizi sono crudi. Vecchietti è «chiuso e riservato; usa l'attività politica a scopi di carriera personale». Lizzadri «sostiene l'unità d'azione con i comunisti, ma poi fa i compromessi con la destra». L'appunto riservato - Il documento inizia con un giudizio di Togliatti: «Le posizioni prese dal psi nei confronti del pcus su iniziativa di Nenni contengono ormai tutti gli elementi della socialdemocrazia...». Nel congresso di Venezia del '57 il psi ha approvato la risoluzione sull'«autonomia» dai comunisti provocando «l'uscita dal partito di molti proletari, ma anche un avvicinamento al psi di numerosi circoli borghesi». Che vuol fare Nenni? «Prepara il terreno alla collaborazione con la de per entrare al governo». Nenni e Riccardo Lombardi «sono stati a Londra per trattare con i laboristi»; Pieraccini è stato a Belgrado per chiedere finanziamenti. Commenta l'analista sovietico: «La direzione jugoslava ha approvato la politica di Nenni, ma ha respinto la proposta di finanziare il psi». E i democristiani? «Il presidente della Repubblica Gronchi, appoggia i piani di Nenni e alimenta la rottura. Da qualche tempo Gronchi ha rapporti non ufficiali con Nenni e gli fa avere aiuti finanziari attraverso il presidente dell'Eni Mattei. Per le ultime elezioni il psi ha ricevuto da Mattei 200 milioni di lire». La sinistra socialista «non è omogenea», ma si divide in tre gruppi: Vecchietti-Valori-Gatto, Luzzatto-Lussu, Lizzadri-Foa. Tutti e tre «sono contro la politica anticomunista di Nenni». Sandro Pertini è dato per perso alla causa: «Ex leader della sinistra, ha quasi cessato la sua lotta contro Nenni. In alcuni casi ha persino appoggiato la destra». Il «centrista» Lelio Basso occupa una posizione a sé: «Si oppone all'alleanza con i socialdemocratici, ma non insiste sull'unità d'azione con i comunisti. Spera di ottenere l'appoggio della destra e della sinistra per aumentare il suo prestigio personale e sostituire Nenni». Il giudizio del pei - «I comunisti italiani non approvano l'in- tenzione dei dirigenti della sinistra socialista di formare i propri organi paralleli a quelli del partito». Il pei mantiene contatti regolari con la sinistra, ma «non c'è intesa, né comprensione». I comunisti suggeriscono alla sinistra di «cambiare linea» e usare «cautela verso Nenni». Il giudizio di Togliatti - «I comunisti continueranno la polemica con Nenni sulle questioni di principio, ma ritengono inopportuno aggravare i rapporti». Il pei «non esclude di collaborare con tutto il psi e con Nenni». L'incontro con Suslov - Il 29 maggio 1959, al Cremlino, Vecchietti e Lizzadri incontrano Suslov e Ponomariov. Dice Vec- chietti: «Nenni e i suoi sostenitori approfondiscono continuamente lo strappo con il pei e criticano la politica del pcus». Lizzadri attacca il leader: «E' Nenni l'ostacolo maggiore. Se non fosse per il suo prestigio personale, la sinistra avrebbe vinto il congresso. Ci sono poche speranze che Nenni corregga la sua linea». Suslov è cauto: «Certo non si può non essere critici con Nenni. E' andato molto a destra... 3-4 anni fa accettava le nostre valutazioni... Ora ha abbandonato le posizioni di classe...» Ma, dice l'ideologo sovietico, niente secessioni, che favorirebbero Nenni. La lettera di Basso a Krusciov -1\ 3 luglio del '59 si fa vivo il centrista Basso con una lettera a Krusciov. «...Non mi sento di affermare che l'Urss sia già oggi un perfetto regime democratico e socialista... credo tuttavia che stia facendo rapidi passi su questa strada...» Conclude: «E' possibile collaborare?». L'incontro Basso-Suslov Nel luglio del '61 Lelio Basso è in Crimea, in vacanza, ospite dei sovietici a Nizhnaja Oreanda, una delle case di villeggiatura più esclusive fin dai tempi degli zar. «Finalmente» può incontrare Suslov. Il sovietico è preoccupato per l'incontro che ha avuto recentemente con Riccardo Lombardi: «Pare - dice Suslov che sia rimasto scontento». Basso taglia corto: «Lombardi è troppo di destra per rimanere soddisfatto di un tale colloquio...». Sulla situazione nel partito Basso è molto netto: «Nenni non ha più prospettive, è sempre più evidente... non è escluso che rinunci alla carica a causa degli insuccessi... noi speriamo di correggere gli errori commessi». Suslov: «Anche noi speriamo». Due anni dopo il psi andava al governo con la de. Vecchietti, Valori e Basso fondavano il psiup, l'unico partito della sinistra che avrebbe approvato l'invasione sovietica della Cecoslovacchia «deplorata» dal pei. Cesare Martinetti / russi erano diffidenti, ma alla fine pagarono: 240 mila dollari tramite il pei IH Sta IP"*'' PC II1D A destra Tullio Vecchietti Da sinistra, Nenni e Suslov In alto, Togliatti : ;