«Ylenia non è morta, è fuggita»

Il musicista: amava troppo la vita. Nuove indagini nei dintorni di New Orleans Il musicista: amava troppo la vita. Nuove indagini nei dintorni di New Orleans «Ylenia non è morta, è fuggita» Alexander, in cella, nega la tesi del suicidio NEW ORLEANS. E se avesse ragione Alexander? «A un certo punto Ylenia, com'era nel suo carattere, ha semplicemente deciso di andarsene», ha fatto sapere il trombettista dal carcere in cui è rinchiuso. Anche Romina e Al Bano, che tanto avevano desiderato vederlo in manette, cominciano a pensarla così. «Ylenia», dicono, «potrebbe essere scappata da Alexander». L'aveva già fatto una volta, la scorsa estate, perche si sentiva «in pericolo». E oggi potrebbe essere da qualche parte ignara di tutto il chiasso sollevato intorno alla sua scomparsa. La Louisiana è piena di monasteri e villaggi dove una ragazza con le idee confuse e senza travel cheques può diventare invisibile e a sua volta non vedere. E' l'ultima, esile speranza alla quale si aggrappano i genitori. Ma Al Bano potrebbe tornare presto in Italia. Per lui è arrivato il momento di guardare avanti e pensare a tenere insieme gli affetti che restano: gli anziani genitori da rincuorare, le bimbe che al telefono piangono e dicono: "ti voglio". In compenso, è arrivato a New Orleans il figlio Yari, accompagnato dalla fidanzata. «Io e la mamma abbiamo un piano», ha confidato con giovanile ottimismo. Mantengono il controllo, i Carrisi. Se ieri si sono registrati due sfoghi, riguardalo unicamente il modo in cui i mass inedia hanno riferito della loro tragedia. Romina è «disgustata» perché «una troupe televisiva italiana ha disseminato di rifiuti e preservativi una camera dell'hotel Le Dale per creare l'atmosfera per le riprese». Al Bano è «indignato e disgustato» per le indiscrezioni sul presunto interessamento di una famiglia mafiosa di New Orleans. Nessuna strada porta ad Ylenia. All'ipotesi del suicidio, tuttavia, non crede neppure Alexander: «Quella ragazza non era il tipo da buttarsi nel fiume, amava troppo la vita», ha detto. Resta da chiarire, giallo nel giallo, com'è possibile che Ylenia fosse rimasta «sconvolta» dal libro di Edward de Bono, «New Thinking» (in Italia sta per essere ristampato dalla Rizzoli) che si rivela essere un serio saggio di management, versante più yuppy che freak, sul pensiero creativo. I rappresentanti del professor De Bono, sbalorditi, fanno sapere di «escludere che la sua opera, 41 libri in tutto, abbia mai interessato sassofonisti di qualsivoglia origine, età e colore». Quanto ai seguaci del «nuovo pensiero», esistono, ma sono manager, perlopiù giapponesi, che esibiscono una fascia gialla sulla fronte o al braccio per indicare «creatività all'interno dell'azienda». Ma si scopre che esisterebbe anche un altro De Bono: si chiama Antonino, vive in Italia e avrebbe scritto un saggio, questo sì introvabile, dal titolo ben più allarmante: «Magia rituale e teurgia iniziatica». Che sia quello il libro che ha tani o turbato la figlia di Al Bano, interessata al «contrasto tra il bene e il male» e approdata a New Orleans capitale del voodoo? [st. m.] Secondo il musicista Alexander, Ylenia Carrisi (a fianco) non sarebbe morta Sul caso della ragazza ieri è sceso in campo anche l'Fbi. Il direttore Louis Freeh ha annunciato l'impegno della polizia federale al fianco dei detective di New Orleans

Persone citate: Al Bano, Carrisi, De Bono, Edward De Bono, Louis Freeh, Ylenia Carrisi

Luoghi citati: Italia, Louisiana, New Orleans