Gesuita denuncia il Papa per i sacerdoti pedofili di F. P.

Estero Cacciato dall'ordine, vuole 30 miliardi Gesuita denuncia il Papa per i sacerdoti pedalili Padre Terence cita Wojtyla in tribunale «L'bo avvertito, ma non è intervenuto» NEW YORK nostro servizio L'accusato viene chiamato alla sbarra, gli viene chiesto di alzare la mano destra e di giurare di dire tutta la verità, nient'altro che la verità, e poi viene invitato a sedersi e a declinare le proprie generalità: «Karol Wojtyla - risponde lui - detto Giovanni Paolo II». Le possibilità che questa scena si svolga davvero sono una su alcuni miliardi di miliardi, ma colui che ha deciso di battersi per trascinare il Papa davanti a un tribunale di New York appare comunque decisissimo. Si chiama Terence German, ha 51 anni, è un ex gesuita e in passato - dal 1978 al 1981 ha «prestato servizio» in varie istituzioni vaticane: il Segretariato per l'unità dei cristiani, lo Ior e il quartier generale della Compagnia di Gesù. La sua denuncia contro Giovanni Paolo II si può equiparare a quella per «omissione di atti d'ufficio», ma il suo avvocato Cari Person preferisce usare un paragone tanto terra terra da risultare quasi blasfemo. «E' lo stesso argomento - dice - che si userebbe nei confronti di un idraulico che non avesse mantenuto la promessa di sturare il lavandino». E nel caso del Pontefice il lavandino non sturato sarebbero tutte le volte che ha chiuso occhi e orecchi di fronte alle denunce di «preti che rubavano o che andavano a letto con i ragazzini». A causa delle sue denunce, Terence German ha perso il posto, nel senso che è stato cacciato dall'ordine dei gesuiti. Non ha abbandonato i voti perché «amo la Chiesa», dice. Ma l'altro giorno lo hanno sfrattato perché non pagava l'affitto e adesso le sue condizioni sono del tutto simili a quelle degli «homeless», i senza tetto, alla cui assistenza ha continuato a dedicarsi. Qualche mese fa però quelle denunce sono state fatte proprie dallo stesso Papa, con la sua lettera ai prelati americani in cui esprimeva il suo «grande dolore» per i tanti casi venuti alla luce di abusi sessuali compiuti da sacerdoti di qui su ragazzi e ragazze. «L'uscita del Papa è disonesta, perché ha puntato i riflettori sull'America ma le stesse cose accadono anche a Roma e lui lo sa», dice ancora padre German; ma quel che conta è che in questo modo si dimostra che ciò che lui diceva in passato era vero, che il suo «licenziamento» era ingiustificato e che quindi ha diritto a un risarcimento. Dopotutto, spiega l'avvocato, quando German prese i voti nel 1964 «accettò le regole della Chiesa abbandonando ogni bene terreno in cambio della promessa di assistenza fino alla morte». Poiché quella promessa è venuta meno, dev'essere il tribunale a costringere la Chiesa a mantenerla. La somma che German chiede è di 20 milioni di dollari. Ma che cosa diceva in passato padre German? Una volta, ha raccontato lui stesso al quotidiano Newsday, ebbe modo di parlare direttamente con il Papa, seppure brevemente. Gli fece presente la piaga dei preti ladri e pedofili ma «lui mi rispose: non è possibile, non può essere davvero così». Un'altra volta fece pervenire al cardinale Joseph O'Connor, l'arcivescovo di New York, una denuncia sulle prodezze del sacerdote Bruce Bitter, poi diventato uno dei casisimbolo dello scandalo. «Mi venne risposto di starmene zitto dice - perché Ritter era molto potente». [f. p.]

Luoghi citati: America, New York, Roma