A quando il piano elettrico? di Eugenio Ferraris

A quando il piano elettrico? A quando il piano elettrico? Scolari (Fiat): noi siamo pronti ma bisogna «creare» il mercato TORINO. Nessuno se lo nasconde: non sarà certo l'auto elettrica a risolvere i tanti e complessi problemi nei quali si dibatte l'industria automobilistica, né ci si può attendere in tempi relativamente brevi una più capillare presenza di questi veicoli ecologici nel traffico caotico e malsano delle metropoli. E' scontato, invece, che sull'elettrico si stia assistendo nel mondo ad un continuo crescere di interesse. E' di ieri la notizia che dodici Stati degli Usa orientali e il distretto della Columbia (cui appartiene la capitale Washington) hanno inviato una petizione all'Environmental protection agency (Epa) perché emani regole più restrittive sulle emissioni gassose degli autoveicoli. Se la petizione sarà accolta, i nuovi standard dell'Epa imporranno alle «tre grandi» di Detroit di mettere in commercio auto elettriche nel giro di pochi anni. In California la nuova normativa sulle emissioni ha costretto le case automobilistiche a mettere in cantiere nuovi veicoli a batteria da commercializzare nella misura del 2% annuo del nuovo venduto - entro il 1998. Anche in questo caso, l'industria ha sollevato un muro di proteste davanti alla petizione: «Siamo pronti a collaborare con ogni Stato - ha detto il portavoce della cordata di costruttori che osteggiano il provvedimento per migliorare la qualità dei motori e abbattere le emissioni. Ma per l'auto elettrica non siamo pronti». Di auto elettrica si parla invece molto in Italia, nell'ambito della vertenza Fiat e soprattutto nei colloqui che il ministro del Lavoro Gino Giugni ha avuto recentemente con i vertici dell'azienda. Ma a che punto è arrivata la Casa torinese in questo campo? E quali sono le prospettive? Risponde Paolo Cantarella, direttore ambiente e politiche am¬ bientali di Fiat Auto. «Noi - dice siamo pronti a lanciare un'intera gamma di autoveicoli elettrici, una linea parallela a quella che monta motori termici tradizionali ed in grado di soddisfare l'esigenza di ogni tipo di utenza: dal trasporto di persone, individuale e collettivo a quello delle merci. Non dimentichi che Fiat è oggi l'unico costruttore al mondo ad avere tre veicoli elettrici a listino: la Cinquecento, la Panda ed il Ducato». Malgrado ciò il mercato non decolla. «Per un insieme di motivi - spiega l'ing. Scolari -. Se è vero che c'è disponibilità tecnica da parU' dei costruttori, è altrettanto vero che ailo stato attuale non esiste domanda di una certa consistenza. Occorre, perché si possa ipotizzare la realizzazione di una produzione che oggi è poco più che artigianale, che si inneschi una spirale industriale nella quale l'intervento statale è grandemente determinante». All'auto elettrica viene rimproverato un costo di acquisto elevato nel confronto con lo stesso modello con il motore termico. «Si potrà certamente diminuire questa forbice, ma non annullarla perché motori, batterie e organi elettronici di controllo hanno costi molto alti - dice Scolari -. Tutto dipende della soglia di produzione e della domanda di mercato che si raggiungeranno». Che cosa c'è, per concludere, nel futuro dell'auto ecologica? «Certamente l'elettricità, la propulsione a metano ed anche l'abbinamento di un propulsore termico con uno a batterie. E poi, per quanto riguarda Fiat, una vettura che noi chiamiamo "full electric". Quattro posti veri, con le batterie alloggiate sotto il pavimento e nella parte anteriore dell'auto, un mezzo che per abitabilità e prestazioni supera quanto c'è oggi sui mercati». Eugenio Ferraris

Persone citate: Gino Giugni, Paolo Cantarella

Luoghi citati: California, Columbia, Italia, Torino, Usa, Washington