Vertenza Fìat, piazza gremita a Torino di Enzo Bacarani
Cinquantamila in corteo per i sindacati, trentamila per la Questura. Proteste anche ad Arese Cinquantamila in corteo per i sindacati, trentamila per la Questura. Proteste anche ad Arese Vertenza Fìat, piazza gremita a Torino Trentin: l'accordo ci vuole, usiamo tutti gli strumenti TORINO. Piazza San Carlo gremita, il cuore della città attraversato da cinque cortei - partiti da diversi punti - e bloccato, inchiodato alle finestre e sulle porte dei negozi a veder sfilare migliaia di operai e di impiegati. Una mini-contestazione durante il comizio del leader della Cgil, Bruno Trentin, da parte di un centinaio di autonomi è stata subito bloccata dai lavoratori e dalla polizia. Lo sciopero generale di quattro ore indetto a sostegno della vertenza Fiat e per la difesa dell'occupazione nell'area torinese ha dato risultati positivi per Cgil, CisleUil. Oltre cinquantamila lavoratori - secondo i sindacati - hanno attraversato Torino, di meno (trentamila) secondo la Questura. Certamente tanti, come da tempo a Torino non si vedeva. Un folto corteo di dipendenti Fiat dalla porta 5 di Mirafiori si è diretto sotto striscioni e bandiere rosse e biancoverdi verso il centro: una lunga camminata a ritmo di slogan a cui ha partecipato anche Trentin. Soddisfazione da parte dei sindacati che parlano di un'adesione allo sciopero di circa il 60 per cento dei lavoratori Fiat. Diverse e più basse le cifre fornite dall'azienda:dal 5,3 al 25,9 per cento. I sindacati polemizzano per questi dati, parlano di «balletto delle cifre». Susanna Camusso, segretario nazionale Fiom-Cgil: «Questa manifestazione torinese dimostra che c'è una rottura nel rapporto tra la Fiat e questa città che inverte i fantasmi di altri tempi. La partecipazione di Mirafiori dimostra che c'è una partecipazione nuova al sindacato da parte degli impiegati e dei giovani. I prepensionamenti per gli impiegati? Noi non li abbiamo chiesti, ma è indubbio che bisogna utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per risolvere questa vertenza». Trentin dal palco: «Questa grande giornata è la vittoria della solidarietà e dell'unità contro chi sperava nella divisione tra Nord e Sud, nella lacerazione fra Torino e Milano». Il leader della Cgil ha sottolineato che un nuovo negoziato con la Fiat «non può essere aperto a tutte le soluzioni compresa una nuova rottura» e ha invitato «governo ed enti locali a fare il possibile per riprendere il dialogo. Trentin si è poi detto disponibile alla soluzione dei prepensionamenti anche per gli impiegati, precisando che però «il nostro impegno è fare rientrare in fabbrica il maggior numero di lavoratori». Anche il segretario generale della Uil, Pietro Larizza, ritiene che gli esuberi potrebbero essere gestiti ricorrendo a prepensionamenti e mobilità lunga. «Per gli ammortizzatori sociali - ha detto Larizza - siamo naturalmente favorevoli all'uso massimo possibile dei contratti di solidarietà, ma occorrono anche consistenti disponibilità governative per i prepensionamenti e, se necessario, per la mobilità lunga». Una richiesta, quella dei prepensionamenti, avanzata soprattutto dagli impiegati e dai quadri Fiat messi in cassa integrazione. Proprio i «colletti bianchi» ieri hanno inviato centinaia di telegrammi indirizzati al ministro del Lavoro, Gino Giugni, in cui rivendicano un ruolo sempre più attivo nella vertenza tra azienda e sindacati: «Esiste il caso Torino - scrivono nei telegrammi - con 3800 esuberi strutturali definitivi». Allo sciopero di quattro ore proclamato dai sindacati torinesi ha aderito l'Alfa di Arese con una delegazione di lavoratori giunta nel capoluogo piemontese e la Sevel di Pomigliano d'Arco. I circa mille dipendenti dello stabilimento campano hanno occupato i binari della stazione centrale di Napoli dalle 10 fino alle 11,30 di ieri mattina. Il blocco è poi terminato grazie all'intervento del sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, che ha ricevuto una delegazione dei lavoratori. A Melfi il responsabile delle relazioni esterne, Cesare Annibaldi ha definito con i sindaci di Melfi, Venosa, Rionero in Vulture, Lavello, Genzano di Lucania e San Fele, in provincia di Potenza un «patto di consultazione periodica» per un'informazione reciproca su programmi e attività dello stabilimento di Melfi. L'intesa prevede un primo incontro fra due mesi sui temi occupazionali (con particolare riguardo a tempi e modalità di assunzione del personale per lo stabilimento di Melfi, rispetto di accordi e contratti di lavoro, problemi dei disoccupati con oltre 32 anni di età) e sulle ricadute degli investimenti della Fiat (oltre quattromila miliardi di lire) sulle attività produttive e sull'economia del Vulture e del Melfese. Oggi, infine, i vertici di Fiom, Firn e Uilm andranno al ministero del Lavoro per ratificare con l'Iveco l'accordo raggiunto per i circa 1600 dipendenti in esubero. Enzo Bacarani Un momento della manifestazione di ieri a Torino. Sotto, Bruno Trentin
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