Pds, torna la grande paura

Paola Gaiotti «Dietro a questo complotto ci può essere solo gente come Gelli e Berlusconi» Pds, torna la grande paura Occhetto: vogliono rovinarci la festa LA QUERCIA CROMA HI è il nuovo belzebù che turba i sonni di Achille Occhetto, chi vuole «rovinare la festa dei progressisti»? Il segretario del pds lo dice e non lo dice: dà a Carlo Sama del malandrino che fa «il gioco sporco»; non si lamenta del giudice Di Pietro; ma quando parla,davanti alle telecamere del «regista» che starebbe dietro alla nuova campagna contro il pds, 10 descrive solo in modo generico. «Non crediamo - spiega con foga - ai processi basati sul nulla. Non crediamo a chi prepara con un meccanismo ad orologeria sortite come quelle di oggi contro noi e già altre ne annuncia. Non si può far fare la campagna elettorale a uomini corrotti legati a Craxi che si basano su un piano preciso». In pubblico Occhetto non è più preciso. Ma in questa convulsa giornata che ha riportato 11 pds in mezzo alla bufera, con le Tv che lo ributtano nel magma delle notizie sulle tangenti e la guardia di finanza che gli perquisisce le sedi in Veneto, chi è stato chiuso con il segretario, nel suo studio al secondo piano del palazzo rosso, ha capito dai suoi discorsi che questa volta il Male, l'uomo che vuole far fuori il pds è Silvio Berlusconi. E il messaggio in poche ore arriva a tutti. «Chi ha detto li piegheremo tutti? chiede Fulvia Bandoli - A chi non interessa niente di tutti i partiti? A Berlusconi». «Quello - sintetizza Folena - vuole una campagna elettorale da '48: Berlusconi è un pericolo per la democrazia». «Questa - racconta Paola Gaiotti - è una fase tragica: dietro a questo complotto ci può essere solo gente come Berlusconi e Gelli». Toh, parte la campagna elettorale e si apre la caccia al tordo. Carlo Sama si desta di nuovo dal suo sonno e ricorda altri particolari di un episodio che ha tenuto in ambasce i dirigenti del pds, cioè il miliardo che Raul Gardini avrebbe fatto pervenire a Botteghe Oscure. Bene, la «macchina da guerra gioisa» di Achille Occhetto che non vuole finire in padella, risponde subito alla prima bordata: c'è qualcuno che ha «un piano preciso» per far fuori il pds Carlo Sama? No, quello è solo «il complice stupido». Di Pietro? No, meglio non provocarlo. E allora chi? E' fatale, è già scritto: nel mirino del pds non può che finire il «nuovo Craxi», cioè Berlusconi. Non si scherza, il gioco si è fatto davvero duro. Schierato davanti alle telecamere nella sala stampa di Botteghe Oscure l'intero stato maggiore del partito risponde al colpo. Ci sono tutti: dal segretario a D'Alema, a Visani. Occhetto, raccontano le agenzie di stampa, è stizzito. Visani tira fuori il solito asso nella manica che nelle sue intenzioni dovrebbe smon- tare «l'ennesima montatura»: i due dirigenti delle cooperative che secondo Sama avrebbero accompagnato Gardini, hanno già smentito. E subito Occhetto da il primo consiglio ai direttori dei giornali: «Carlo Sama non parla per un anno, poi parla spizzichi e poi viene smentito da due testimoni: non voglio fare il direttore del giornale ma questa è la vera notizia». Poi, a questa premessa fa seguire fulgidi esempi di «lessico occhettiano»: «Alcuni - dice vogliono avvelenare i pozzi pur di impedire l'avvento della seconda fase della Repubblica». Nella foga riprende un'espressione che più di una volta Craxi ha usato nelle sue arringhe difensive: tira in ballo cioè l'«orologeria» che regola queste storie. E ancora ricorda fino all'ossesione che Raul Gardini è morto («macabra montatura», «portino prove senza riccorere a sedute spiritiche»). In ultimo, citando apposta il suo nome e quello di D'Alema, lancia un avvertimento a tutti: «pretendiamo la massima tutela in questa campagna elettorale, c'è chi potrebbe chiamare in causa altri con denunce false, come ha fatto Sama, citando testimoni deceduti». La guerra è davvero cominciata e nel pds tutti si apprestano a combatterla. Quella notizia volata in parlamento ha fatto sfregare le mani a molti. «Della cosa di Sama - racconta l'ex Napoelone Coalajanni - si sapeva, non è quello lo scandalo. Lo scandalo semmai è la magistratura che per un mese ha tenuto questa storia sotto silenzio perchè ricattata dal giudice Violante». Anche il verde Mattioli, in polemica con il pds per via dei posti in lista, fa una battuta ironica: «Di questi tempi - dice - è meglio mettere in lista il maggior numero di Verdi». Sprizzano di gioia pure gli «inquisiti» come Di Donato: «Sama ha accusato il pds? Meno male che non lo hanno arrestato per attentato alla Costituzione». E se Sandra Bonsanti, neocandidata nelle liste progressiste, ragiona sulla possibilità «di interrompere le riprese tv del processo Cusani per tutta la campagna elettorale», il de Pinza dice subito «no», al grido: «La gente deve sapere». Saranno davero tanti i fronti per il pds e per questo non è possibile avere dubbi. E tutto il gruppo dirigente del partito a parole scaccia ma in cuor suo teme la grande paura: il rischio, cioè, che in mezzo alla campagna elettorale arrivi un avviso di garanzia ad Occhetto, o che il suo nome venga inserito nel registro degli indagati. «Solo un matto potrebbe fare una cosa dele genere» spiega Pino Soriero, mentre Bassanini mette le mani avanti: «Guardate che a chiunque può succedere di vedere il proprio nome finire nel registro degli indagati. Basta che un pazzo dica una follia e anch'io posso ritrovarmi nel registro magari accusato di stupro». «Uè, siamo seri - gli dà manforte Diego Novelli - se è questa è la logica qualcuno potrebbe accusarmi di incrociare le vedove nubili sotto la basilica di Superga». Così anche se il Male è Berlusconi, tutti a Botteghe Oscure sanno che gli avversari possono essere molti. Per questo dal pds partono segnali a 360 gradi. Gianni Pellicani, ad esempio, parla ai giudici. Non pronuncia il nome di Di Pietro, ma il discorso che fa sembra diretto proprio a lui. «Noi spiega - questi giudici li abbiamo evocati, ma ormai debbono rendersi conto di aver raggiunto il top. Oltre a quello che hanno fatto c'è solo la fucilazione. A Venezia c'è tanto da scoprire e invece, il giudice Nordio si è messo in testa che noi dando alle federazioni i soldi che avevamo per i «portaborse» abbiamo compiuto un reato. Ma siamo matti». Di fronte a tanta confusione Massimo D'Alema, davanti ad uno degli ascensori di Montecitorio, la prende con filosofia. «C'è del cattivo gusto in giro dice -. Tirare in mezzo un morto... E' come se io dicessi che Libertini mi ha raccontato cose che farebbero tremare l'intero Palazzo. Speriamo che questo diventi un Paese civile. Se mi ritiro di fronte ad un avviso di garanzia? Intanto: a me, Sama mi ha scagionato. Eppoi, io spero sempre nella saggezza della gente». Augusto Minzolini Pellicani: i giudici devono rendersi conto di aver raggiunto il top Paola Gaiotti «Dietro a questo complotto ci può essere solo gente come Gelli e Berlusconi» Qui accanto, Raul Gardini A destra, Davide Visani Foto grande, il segretario del pds Achille Occhetto e Massimo D'Alema Sopra, Antonio Di Pietro

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