L'Ordine censura Locatelli di Fabio Poletti

Lombardfìn, il direttore Rai «mentì sul conto della moglie» Lombardfìn, il direttore Rai «mentì sul conto della moglie» I/Ordine censura locatelli Subito respinte le sue dimissioni MILANO. «Gianni Locatelli è venuto meno ai doveri imposti ai giornalisti della lealtà e della buona fede». Con questa motivazione il Consiglio dell'ordine dei giornalisti della Lombardia ha inflitto la sanzione della censura all'ex direttore del «Sole 24 Ore», oggi direttore generale della Rai, coinvolto nella vicenda Lombardfìn. A poche ore dalla decisione, Gianni Locatelli ha dato le dimissioni dal suo incarico alla Rai, ma il consiglio d'amministrazione dell'ente non le ha accolte. Locatelli ha annunciato che si appellerà al Consiglio nazionale dell'ordine. Due le questioni contestate al giornalista: i conti intestati a sua moglie, Anna Maria Rossi, presso la commissionaria di Borsa di Paolo Mario Leati, e il rapporto con il comitato di redazione del «Sole», una volta scoppiato il caso. In particolare all'ex direttore del «Sole 24 Ore» veniva contestata la presenza del nome della moglie Anna Maria tra i clienti della commissionaria e il fatto che avesse detto al cdr che si trattava di un caso di omonimia. Invece è proprio di Anna Maria Rossi il conto 100420 aperto il 5 febbraio '86 con un versamento di 70 milioni. Quando viene chiuso, il 14 giugno '88, il conto arriva a oltre 245 milioni. Un conto con diversi movimenti, come l'operazione Lloyd Adriatico che «fece guadagnare alla signora Rossi 126 milioni in 20 giorni». La vicenda, trascorsi 5 anni dalla chiusura del conto, è prescritta. Il Consiglio rileva che il comportamento di «Locatelli non fu doloso, ma certamente colposo perché aveva l'obbligo di accertare che sua moglie non avesse conti fiduciari presso commissionarie di Borsa». Il Consiglio dell'Ordine ha inflitto invece la censura per i rapporti con il cdr. E' scritto nella motivazione (80 pagine) della sentenza: «Locatelli, nella sua responsabilità di direttore del "Sole 24 Ore", ha fornito versioni diverse al cdr e al presidente della società editrice, Giancarlo Lombardi. Mentre all'ingegner Lombardi, Locatelli ha dichiarato che il conto era da attribuire alla moglie, non ha dato comunicazione di questo fatto al cdr, nonostante l'impegno preso con la rappresentanza sindacale». Commenta Gianni Locatelli: «E' una censura costruita su motivazioni inesistenti, emessa al termine di una procedura viziata da gravi e continue irregolarità, che sconfinano addirittura nell'eccesso di potere». Il direttore generale della Rai rivendica la «assoluta linearità e legittimità della propria condotta nell'intera vi¬ cenda». Quanto all'accusa di non aver informato il comitato di redazione Locatelli precisa che «tale fatto non rientra nel capo di incolpazione né è stato mai contestato». Si chiude così l'ultimo capitolo milanese della vicenda giornalisti-Lombardfin. Il 23 novembre scorso due giornalisti erano stati radiati dall'Ordine, quattro sospesi, uno aveva ricevuto una censura e due avevano fruito della prescrizione. Tutto ha inizio nel '90 con il fallimento della Lombardfìn. Tra i clienti della commissionaria ci sono anche 56 giornalisti. La «bomba» esplode la scorsa estate, quando viene allo scoperto l'elenco. Può un giornalista che si occupa di questioni finanziarie avere interessi economici diretti, o indiretti, con una commissionaria di Borsa? La vicenda non ha risvolti penali, ma l'Ordine dei giornalisti, investito dalla procura generale, si trova °ubito nella bufera. E ieri, saputo della sanzione, il sostituto procuratore generale Giacomo Caliendo, che aveva trsamesso gli atti per l'apertura del procedimento, si è detto «soddisfatto perché l'Ordine ha sostanzialmente condiviso l'impostazione accusatoria». Fabio Poletti Il direttore generale della Rai, Gianni Locatelli

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