Morte cerebrale, nessun rimedio «Ma pochi donano gli organi» di Angelo Conti

Morte cerebrale, nessun rimedio «Ma pochi donano gli organi» E' polemica tra i medici sul consenso dato dai famigliari Morte cerebrale, nessun rimedio «Ma pochi donano gli organi» «La morte si identifica con la cessazione di tutte le funzioni dell'encefalo». Lo dice l'art. 1 della recentissima legge 578, promulgata il 29 dicembre. E lo dicono, da anni, i rianimatori di tutto il mondo: alla morte cerebrale non c'è rimedio, una persona con l'encefalogramma piatto va considerata un cadavere, anche se il cuore batte ancora. E' il presupposto all'espianto di organi per salvare altre vite (almeno 100, ogni anno, in Piemonte). Mentre si attende il regolamento di attuazione della legge sull'accertamento della morte (che il ministro della Sanità dovrà emanare entro aprile), resta vivace la polemica sul consenso. Se ne è parlato nel dibattito sulla bioetica organizzato dalla fondazione Gramsci. Dove è emerso che sul consenso esistono diversi orientamenti. C'è anche chi, legge alla mano, non lo chiede più: «In circa l'80% delle morti cerebrali - spiega il prof. Mario Maritano, primario di rianimazione alle Molinette la legge prevede l'autopsia: sono i decessi per incidenti stradali, sul lavoro, nel maneggio delle armi, per le emorragie cerebrali a rapido decorso. La legge del '77 dice che per i prelievi di organi da soggetti che devono essere sottoposti ad autopsia non è richiesto il consenso dei famigliari, né sono validi eventuali dinieghi espressi in vita. Quindi procedo direttamente all'espianto: preferisco che un cuore finisca nel petto di un malato che in un barattolo». Il dottor Mauro Salizzoni, primario del reparto trapianti epatici delle Molinette, preferisce sentire i parenti: «In un momento tanto delicato l'espianto forzato potrebbe suonare come una sopraffazione, aumentando di¬ sperazione e dolore». Francesco Gorgerino, primario di rianimazione al Nuovo Martini e presidente dell'Aido, la pensa come lui: «Bisogna convincere la gente, migliorando la conoscenza del problema e la cultura della donazione. Anche dove per legge si riconosce il silenzio-assenso, penso si debba sempre parlare con i famigliari». Diversi, dunque, gli indirizzi in attesa che cresca la cultura, la disponibilità, la consapevolezza dell'importanza di un dono così importante. Anche se nell'ultima settimana dei tre morti cerebrali in Piemonte solo per uno è arrivato il consenso all'espianto. Due cuori, due fegati, due polmoni, due cornee e quattro reni sono andati perduti. Dodici persone sono rimaste con la paura della morte vicina. Angelo Conti

Persone citate: Aido, Diversi, Francesco Gorgerino, Mario Maritano, Mauro Salizzoni

Luoghi citati: Piemonte