«Così ho ucciso chi ci tradiva» di Ezio Mascarino
«Così ho ucciso chi ci tradiva» Cinque persone accusate per l'omicidio di un pregiudicato legato alla malavita catanese «Così ho ucciso chi ci tradiva» 7/ killer pentito: era guerra di clan per la droga Fu una trappola. In via del Meisino, al confine con San Mauro. Lo portarono in quell'angolo di periferia, tra orti e sfasciacarrozze, per consegnargli mezzo chilo di eroina. Poi lo uccisero: quindici colpi, due pistole diverse. Era l'aprile 1991. Tre anni di indagini: ora si sa perché Mauro Latella, 41 anni, pregiudicato legato alla malavita catanese, è stato ucciso. Una lezione per chi teneva i collegamenti con spacciatori catanesi e calabresi, da sempre rivali. Lo ha ucciso un killer che si era rifugiato a Torino. Cinque le persone accusate per l'omicidio. Tra loro, il killer. Che si è pentito e ha confessato. «E' storia di clan in guerra per il controllo dello spaccio in città»,racconta il questore Carlo Ferrigno. Nell'inchiesta compaiono nomi di malavitosi legati a sequestri, delitti, estorsioni: i Piromalli, i Male, i Belfiore. Mauro Latella era nato a Lavello, in provincia di Potenza. Abitava in via Pietro Giuria 12. Sposato, cuoco di professione. Ma da tempo, racconta il vice questore Salvatore Longo, aveva lasciato pentole e fornelli: prima rapinatore, poi spacciatore. E, nella mala, stava facendosi un nome. Trattava grosse quantità di eroina per i catanesi, la droga arrivava dalla Sicilia. Nel dicembre '90 Latella ebbe difficoltà nei rifornimenti. Si rivolse ad una famiglia calabrese. Gli venne data fiducia e un chilo di droga. Ma ad una condizione: «Da oggi devi fornirti solo da noi». Lui promise. Ma riprese i contatti con i vecchi amici. I calabresi decisero di vendicarsi. Gli offrirono mezzo chilo di eroina: «Un affare». Del delitto il killer ha detto tutto. Il 3 aprile, alle 7, Latella uscì di casa: «Ho un appuntamento con amici», disse alla moglie. A bordo di una Golf nera lo attendevano Salvatore Belfiore, 40 anni, Gavino Chessa, 38 anni, e Vittorio Di Maio, 51 anni. Legati a famiglie cala¬ bresi: «Vieni con noi, abbiamo la droga». Ridendo hanno portato Latella in strada del Meisino, dove li attendevano Carmelo Trichilo, 36 anni e Annunziato Raso, 31 anni. Latella scese, accese una sigaretta: «Dov'è la droga?». Raso impugnò una 7,65. Due colpi alla schiena. L'arma si inceppò. Estrasse una 38. Continuò a far fuoco. Riprese la semiautomatica, tolse il proiettile inceppato, gli sparò 4 colpi in faccia. Il capo della mobile, Aldo Faraoni, rivela che le prime indagini sono state indirizzate dal cellulare che Latella aveva sull'auto: «Controllando le sue telefonate abbiamo scoperto contatti con malavitosi calabresi e catanesi». Sono state ritrovate le pistole. La perizia conferma: «Sono le armi del delitto». Poi le accuse di omicidio per Belfiore, Di Maio, Chessa (già detenuti per altri reati) e gli arresti di Trichilo e Raso. Quest'ultimo ha confessato: «Ho ucciso Latella». Ezio Mascarino Da destra Carmelo Trichilo 36 anni e Salvatore Belfiore 40 anni due tra gli arrestati per il delitto di Mauro Latella
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