Da Segni a Berlusconi un'apocalisse d'Italia

Da Segni a Berlusconi un'apocalisse d'Italia Fo e Rame hanno riscritto «Mamma, i Sanculotti» per tenere il passo con la cronaca: ce n'è per tutti Da Segni a Berlusconi un'apocalisse d'Italia Al Colosseo di Torino vola un razzo: «Respiratevi questo fumo» TORINO. Figuriamoci se Dario Fo si lasciava sfuggire il terremoto che sta scuotendo le radici della prima Repubblica. Lo spettro della de, Berlusconi e Forza Italia, la corsa al centro, la Fiat, Agnelli, Segni, il Papa... tutto ciò che andiamo leggendo sulle prime pagine dei giornali è passato di peso in «Mamma, i Sanculotti», lo spettacolo approdato ieri sera al Colosseo, che Dario Fo e Franca Rame riscrivono quotidianamente nel tentativo di non farsi superare dalla cronaca e di rappresentarla a proprio modo, con le scudisciate della satira, col clamore eversivo dello sghignazzo. Nessuno si salva, neppure la tanto discussa Lorena Bobbitt, nota al mondo per avere evirato il marito violento. Lo spettacolo è un convulso accumulo di situazioni e di gag. In scena viene espulso un razzo, che diffonde in platea un fumo denso. «Respirate tranquilli;), avvertono gli attori, che può essere un po' di fumo rispetto ai veleni delle nostre città paralizzate? E già che ci siamo, facciamo un po' di analisi chimiche: il cianuro è blu, il curaro è verde smeraldo. Che colore ha la saliva di Sgarbi? Giallo vescica. Trambusto in sala. Che succede? Un finto commissario vuole interrompere lo spettacolo: gli sembra che, tra una battuta e l'altra, si stia rappresentando un'allegoria sulla fine della de. Non gli pare elegante vedere l'a- mato partito tagliato a pezzi per far posto al nuovo. E poi, dov'è il nuovo? E' nel centro forzato, in cui Berlusconi vuole trascinare Fini? E' in Segni, chiamato Saponetta, inventore del mambo, danza oscillante tra destra e sinistra, mentre Pannella, alle spalle, dà il ritmo con le maracas? Che strana folla ci circonda. Forse non esiste più un vero uomo. Nemmeno Giuliano Ferrara, che pure ha un suo innegabile peso, ha in sé i segni dell'umanità. Ferrara, suggerisce la coppia, è nato per clonazione. Una volta c'erano i dinosauri, facevano cacche di trenta quintali ciascuna e da ciascuna nasceva un uomo. Ferrara è venuto al mondo così. Al quadro Finale dell'apocalisse manca un tassello clamoroso: l'arresto di Giovanni Agnelli. Come? Perché? C'è una legge che impedisce ai manager di licenziare più di ventimila operai per volta. Agnelli ne ha licenziati ventimila e uno. Inevitabile l'arresto. Ma, nonostante le premesse, la conclusione è lieta, ovviamente nei modi e nelle forme cari alla coppia Fo-Rame. Succede infatti che Agnelli si pente, con lui si pentono il Papa e Scalfaro, c'è un pentimento generale. Rinato a vita nuova, Agnelli regala la Fiat agli operai. Sipario, [o. g.] Dario Fo propone le scudisciate della satira e il clamore eversivo dello sghignazzo

Luoghi citati: Ferrara, Italia, Lorena Bobbitt, Torino