No al silenzio pre-elettorale

No al silenzio pre-elettorale No al silenzio pre-elettorale / telegiornalisti: una regola vecchia Silenzio pre-elettorale sugli schermi tv? Ai protagonisti dell'informazione non piace. Potendolo, tutti i giornalisti della televisione vorrebbero andare in onda fino all'ultimo momento. Astenersi, non partecipare alla battaglia, affidare l'informazione solo alle noiosissime tribune elettorali, è un modo vecchio di affrontare il problema, dicono. E' vero che Giuliano Ferrara, d'accordo con Italia 1, ha posticipato al dopo elezioni l'inizio del suo programma «Ingresso libe¬ ro». Ma si trattava di una trasmissione molto polemica, poco adatta agli equilibrismi con cui va trattata una competizione elettorale. Gli altri, e non solo i Fede, i Citterich, i Mentana, i Galimberti, Liguori, Curzi, Giubilo che sono direttori e hanno una loro testata, rivendicano il diritto ad esserci, assumendosi in proprio le responsabilità. Ciascuno con una motivazione diversa, però. E articolata. ENRICO DEAGUO, conduttore di «Milano, Italia». (A me pare che sia ri¬ dicolo imporre il black out alla Rai o alla Fininvest quando in questa campagna conteranno soprattutto le tv locali, di paese, di quartiere, per imporre i loro candidati. Faccio per dire, TeleParma che risponde a certi mteressi locali può fare benissimo a meno di Berlusconi o di Occhetto per far vincere il suo candidato. E i controlli servono a poco. L'uninominale è una giungla. Sarà una battaglia all'ultima scheda. Eliminare i politici da una trasmissione come la mia non favorisce la pacatezza della campagna elettorale. "Milano, Italia" vive proprio sul contraddittorio: se non facessimo scontrare tesi contrapposte non ci sarebbe il programma. Come potremmo correre il rischio di essere faziosi?». LUCA GIURATO, conduttore di «Domenica in». «So benissimo che il mio programma dipende dalla rete e non dal Tgl. Ma proprio la Rai ha voluto che a collaborare ci fossi io, anomalo direttore ad personam e per di più a lungo giornalista politico su "La Stampa". Allora perché non cogliere l'occasione e aprire con forme e modi equanimi anche "Domenica in" all'informazione pre-elettorale? Negli ultimi due o tre anni il panorama politico italiano è cambiato moltissimo. Come dice Woody Alien, se uno si svegliasse da un sonno profondo vedrebbe intorno a sé solo facce nuove. Chi era Bossi tre anni fa? E Segni? E la Bindi? "Domenica in" potrebbe essere un'occasione per far conoscere meglio questi nuovi protagonisti a chi non segue da vicino la politica. In questi mesi ne ho intervistati tanti senza nessun incidente. Sono abbastanza adulto per esser messo alla prova. Se sbaglio sono pronto ad esser cacciato». LUCIANO MSPOU, conduttore di «Il tappeto volante». «Fino ad oggi a Telemontecarlo non abbiamo ancora deciso come fare informazione elettorale. Aspettiamo il Garante, poi discuteremo. E tutti d'accordo si deciderà se anche il mio programma, che proprio l'altro giorno ha ospitato Mario Segni, sarà coinvolto o meno. Personalmente però credo che sia giunto il momento per lasciar fare a noi giornalisti 0 nostro mestiere. Regole, regolette, griglie, grigliette, divieti, meccanismi, controlli sono non solo stupidi ma anche lesivi della dignità professionale. E' vero che spesso la categoria s'è dimostrata cialtrona, ma non vorrei che per dare uno spazio proporzionale alla forza politica che rappresenta, si giunga a presentare in video un candidato coperto per metà o per tre quarti, se non arriva all' 1 %. Stiamo scherzando, vero?». GIOVANNI MINOU, direttore di Raidue e responsabile di «Mixer». «Studieremo la formula giusta, il "Faccia a faccia", un tavolo a più voci, un contraddittorio e anche noi con "Mixer" parteciperemo a dare informazioni sulla campagna elettorale. L'azienda mi pare orientata in questo senso. Sono trasmissioni che hanno contribuito alla crescita e al mutamento del Paese: è giusto continuino anche in quest'occasione. Basta farlo con obiettività. E' la cosa più logica. Certo ci sono le regole dettate dal Garante. Ma l'intelligenza supera la burocrazia». [si. ro.l

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