«Il mio Cèline? Era solo un satiro»

il caso. Ricompare a 80 anni l'amante americana il caso. Ricompare a 80 anni l'amante americana «Il mio Celine? Era solo un satiro» PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Impotente, Celino? Ma Se facevamo l'amore in continuazione! Tre, quattro volte al giorno. Talora avevo paura di non farcela più. Ero esausta. E la sera non arrivava mai». Parola di Elizabeth Craig, statuaria ballerina californiana che tra il 1926 e il '33 per lo scrittore maledetto fu compagna, musa, e... ossessione erotica. Ogni biografia celiniana ne parla. Ma lei per oltre mezzo secolo tacque. Introvabile, pudica. Chiusa nel suo eremo americano, non aveva neppure letto il Voyage au buut de la nuli, capolavoro di cui il romanziere le era debitori!. Eppure, se vogliamo, fu proprio la loro liaison amorosa a catalizzare la distruttiva vocazione letteraria che trasformerà il dottor Destouches in un grafomane! visionario. Ma quo! libro doveva al tempo stesso segnare un progressivo distacco Ira i due amanti. Che divennero estranei l'un l'altro, quasi la scrittura avesse eroso il piacere, l'attrazione, l'intesa. Cosi Elizabeth Craig fece le valigie, lasciando a una moglie devotissima e compassionevole - Lucette - l'incarico di vegliare sul futuro mito e condividerne l'antisemitismo feroce, il barocco esilio tedesco dietro gli ultimi fuochi hitleriani, la fuga in Danimarca, il carcere, un dopoguerra rancoroso e solitario. Ma ora il suo fantasma fa capolino dall'ombra. In hlizabetli e Louis (che Gallimard lancerà domani nelle librerie parigino] il ricercatore americano Alphonso Juilland narra per 442 pagine le sue conversazioni con l'ormai ottuagenaria desapare cida, prima scontrosa, poi loquace sino a svelare i segreti più libertini. Con i suoi aneddoti hard il volume - traduzione dall'inglese - spazza non pochi pregiudizi nei quali incorse la critica, abboccando all'amo che li; tende va lo stesso Celine, ansioso di accreditare l'immagine dell'uomo solo, catartico nell'impurità, indifferente al borghese «je t'airne», indecifrabile voyeur. No, se Elizabeth dice il vero - come peraltro non crederle, giacché allega lettere e testimonianze precise? - l'uomo che abbiamo dinanzi praticava con dovizia le gioie paraconiugali, lo scambio delle partner, il bordello. Ma sarebbe forse un errore individuare la vera novità nell'homo eroticus, iperpassionale e incline al priapismo. La rivelazione inattesa concerne il Celine sentimentale, i bigliettini con «Ti amo», i «ne me quitte pas» (non lasciarmi) di breliana memoria, la gelosia, gli slanci da collegiale timido, che affetta la perversione ma in chiave difensiva. Già nel loro primo incontro, malgrado i complessi - «Credeva di avere un testone, io invece lo trovai bellissimo come gli uomini scandinavi» - Louis fa il dragueur. Siamo in una libreria di Ginevra. Lui attacca bottone, per concludere con un classico: «Potrei rivederla domani?». E iniziano le turbolenze amorose. Dopo qualche mese lo scrittore propone al suo «Cher petit écureil» (scoiattolina) amplessi incrociati, ma nell'offrirle il liberoscambismo rimane ambiguo. Elizabeth fa resistenza (minima, poi cederà) e lui sulle prime abbandona l'idea. Come se il libero amore soddisfacesse l'esteta, non l'anima profonda. In compenso, le farà visitare parecchi lupanari, incluso «un postribolo di Amsterdam nel quale le ragazze vendevano bambini ai clienti». La pedofilia intriga Celine, ma il fascino rimarrà intellettuale, platonico. Lo scrittore le fa conoscere due amiche adepte di Saffo: «Guarda un po' se ti piacciono...». Ancora un'ellissi, avance sospesa da cogliere o lasciar cadere. Il sesso «lo stimolava oltremodo». Infedele, ebbe «parecchie avventure» ma dai rari strascichi: farsi qualcuna era «come leggere un libro». Il suo erotismo è una nebulosa dai vaghi contorni, ma per 7 anni vi incastonerà a mo' di stella polare Lady Craig. «Mi diceva in continuazione: "Sposiamoci"! Però io non volevo rinunciare alla nazionalità Usa». Tra un souvenir di lenzuola e l'altro affiora comunque il Celine creatore, fobico, spaurito. Teme la guerra che s'annuncia all'orizzonte, odia la campagna ma non (per adesso) gli ebrei, deplora - sorpresa - la miseria sociale. Tuttavia l'immagine più vivida è forse il Celine che rientra dal suo oscuro dispensario ospedaliero, una folle luce negli occhi, e si barrica in cucina. Tiene a battesimo il Viaggio al termine della notte. Qualche ora, e riapre l'uscio. Elizabeth lo scruta. Uno choc. «Mi domandai: "Chi è?" Non lo riconoscevo più». Enrico Benedetto Esce in Francia l'intervista choc con uno studioso americano Bordelli, pedofilia e scambi di partner: perversioni di un genio nBT , ** Louis-Ferdinand Celine soldato. In alto, con Elizabeth Craig e Jean Jalbert nel '33; a destra, nel '17, il giorno delle nozze con Edith Follet

Luoghi citati: Amsterdam, Danimarca, Francia, Ginevra, Parigi, Usa