Teheran, cinque spari contro Rafsanjani di E. St.

Il Presidente stava celebrando la ricorrenza della rivoluzione, arrestato l'attentatore Il Presidente stava celebrando la ricorrenza della rivoluzione, arrestato l'attentatore Teheran, cinque spari contro Rafsanjani Panico nel mausoleo di Khomeini: «Sfida all'Islam» TEHERAN. Il presidente Hashemi Rafsanjani è apparso ieri alla televisione e ha parlato alla radio per rassicurare gli iraniani che era vivo e in buone condizioni. Le pallottole sparate poche ore prima contro di.lui nel mausoleo dell'ayatollah Khomeini, mentre pronunciava il discorso d'apertura dei festeggiamenti per il 15° anniversario della Repubblica islamica, non lo avevano neanche scalfito e tutti potevano constatarlo. «Sulle prime credevo fosse saltata una lampadina, ho capito che erano colpi di pistola solo alla seconda esplosione», ha dichiarato, aggiungendo che, una volta superato l'incidente, la giornata è proseguita come previsto. Verso le 11, nella sala sotto l'immensa cupola dorata del mausoleo di Khomeini, migliaia di persone stavano seguendo il discorso di Rafsanjani, quando alcuni spari in rapida successione - cinque o sei sono rimbombati tra le volte dell'edificio. La folla ha avuto un lieve sbandamento, mentre un nugolo di poliziotti in borghese si è subito precipitato verso lo sparatore per disarmarlo e arrestarlo. Poi, la gente ha cominciato a gridare: «Morte agli Stati Uniti», «Morte agli ipocriti» e «Morte ai mujaheddin del popolo», la fazione che si oppone al regime di Teheran. Ritornata la calma, gli sguardi si sono di nuovo rivolti verso il palco. Rafsanjani è tornato sul podio sorridente. «Chi lancia questi petardi - ha detto non può combattere il fuoco celeste della nostra rivoluzione, e mostra apertamente la propria disperazione». Dalla folla si è allora levato un coro di approvazione: «Viva Rafsanjani». Un ufficiale di polizia - il maggiore Reza Mohammad Dust - ha dichiarato poco dopo all'agenzia di stampa «Irna» che lo sconosciuto è stato immediatamente sottoposto a interrogatorio e che nelle sue ta¬ sche sono state trovati tesserini falsi da studente, da poliziotto e da giornalista. Lo sparatore, un giovane di 22 anni, ha affermato che non voleva uccidere nessuno. Da parte loro, gli inquirenti hanno detto che i colpi sono stati sparati in aria, ma rimane misteriosa la ragione del gesto e non si sa se si è trattato di un attentato vero e proprio, di una semplice intimidazione o dell'iniziativa isolata di un pazzo, che ha comunque scelto un momento particolarmente significativo: proprio ieri, sono iniziati i dieci giorni di solenni celebrazioni per ricordare il ritorno di Khomeini dall'esilio nel 1979, culminato con il rovesciamento dello scià Mohammad Reza Palliavi l'il febbraio 1979. Khomeini morì il 3 giugno del 1989 e da allora la sua tomba è diventata meta di pellegrinaggio per i musulmani sciiti di tutto il mondo. Di certo, da quando Rafsanjani ha inaugurato la nuova po¬ litica di apertura verso l'Occidente, in Iran il terrorismo ha conosciuto un'improvvisa fiammata. Dallo scorso novembre, sono stati numerosi gli atti di violenza contro le ambasciate di diversi Paesi occidentali: sconosciuti hanno lanciato bottiglie molotov e bombe a mano e hanno sparato raffiche di mitragliatrice. Poche settimane fa, l'esplosione di due bombe nascost3 in un cestino dei rifiuti nel centro di Teheran ha ucciso una persona e ne ha ferite due: si è sfiorata una strage. La Repubblica islamica si presenta quindi all'appuntamento con i suoi primi 15 anni di storia in piena crisi e incerta sulle sue prospettive future. Il calo del prezzo del petrolio ha ridotto all'osso le finanze dello Stato, mentre le due ali del Parlamento - destra e sinistra islamica - continuano a bloccare con un gioco di veti incrociati ogni iniziativa e costringono all'immobilismo il presidente Rafsanjani. Crescono, intanto, l'inflazione - che ora è intorno al 60 per cento l'anno - mentre la disoccupazione dilaga. La politica della destra di maggiore apertura verso l'estero e di privatizzazione di gran parte delle imprese pubbliche viene sempre più contrastata dalla sinistra che difende l'economia di Stato e la chiusura nei confronti dei Paesi occidentali. Solo l'Islam rimane irrinunciabile sia per la destra che per la sinistra. Sempre ieri, una donna di Teheran è stata impiccata nel carcere di Evin per aver tradito il marito, ucciso poi dall'amante, che oggi subirà la stessa sorte. Si è trattato di una sentenza inconsueta per la forma di condanna a morte, dal momento che per l'adulterio la legge islamica in vigore nel Paese prevede la lapidazione. Forse, la scelta degli inflessibili giudici è stata influenzata dall'assassinio di cui si sono resi colpevoli i due amanti. [e. st.]

Luoghi citati: Iran, Stati Uniti, Teheran