Cusani prende ancora tempo di S. Mar.

Cusani prende ancora tempo Cusani prende ancora tempo Rinviate le «clamorose rivelazioni» MILANO. Parla o non parla? Per ora non parla: non ci sono state infatti le «clamorose rivelazioni» di Sergio Cusani sui giornalisti pagati sottobanco. Quell'elenco di «nomi, cognomi, indirizzi, testate e quantità» preannunciato dall'avvocato Spazzali per ora è, quantomeno, rinviato. A quando? Forse 1' 11 febbraio quando Cusani dovrebbe prendere la parola. «Su tutto», promette ancora adesso. Resta a questo punto solo da applicare il motto «finché non vedo non credo», e attendere. Delusione, ieri, anche per Cornelio Brandini, ex segretario di Craxi. Lui, infatti, di quel giro di denari passati attraverso il psi dice di non aver saputo proprio nul¬ la. Soldi ne riceveva da Vincenzo Balzamo oppure, quand'era a Milano, da Enza Tommaselli. Ma erano solo il suo stipendio da funzionario - dice - e i contributi per l'attività del «Centro culturale di Brera». Oppure quanto serviva all'attività di Craxi. Ecco, «organizzare i viaggi, prendere gli appuntamenti per incontri e pranzi di lavoro»: così Brandini descrive la sua attività. «Tutto il giorno, non faceva altro?», chiede stupito Di Pietro. Se altro faceva, Brandini, non era comunque «occuparsi di affari». L'unico «affare» della sua vita, sostiene, è stato l'acquisto di una tenuta in Toscana; assieme a De Toma, Troielli e Bobo Craxi. Dopo Brandini è stato sentito come testimone Enrico Vinci, segretario generale del Parlamento europeo. La corte voleva sapere da lui qual era esattamente l'incarico di Mauro Giallombardo. «(Agente temporaneo - spiega Vinci - cioè un funzionario scelto da un gruppo politico e che per quel gruppo lavora». Pagato però dal Parlamento e quindi quando Giallombardo in pratica «sparisce» (e tutti, conferma Vinci, sapevano che era in Italia a lavorare per Craxi) comincia un lungo scambio di missive per sollecitarlo a decidere: o riprende il lavoro o se ne va. Cosa che avviene con le sue dimissioni, arrivate quando stava già partendo la lettera di licenziamento, [s. mar.]

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