LA BORSA HA LA VISTA LUNGA di Alfredo Recanatesi

LA BORSA HA LA VISTA LUNGA LE CAUSE DEL BOOM LA BORSA HA LA VISTA LUNGA UNA borsa che tira, punta al rialzo e, soprattutto, tocca livelli di attività inusitati può apparire una anomalia. Che c'è da stare allegri nell'Italia di oggi? Le aziende stanno tirando le somme di un anno tra i più terribili; la recessione sembra arrestata, ma una ripresa ancora non si vede; i consumi delle famiglie rimangono condizionati dal loro pessimismo; la disoccupazione, di conseguenza, continua a crescere. Non sono migliori le prospettive politiche: in luogo di un Parlamento chiaramente diviso in maggioranza ed opposizione in grado, così, di governare con programmi di legislatura, ne avremo uno ancor più frammentato e fluido di quelli che ha prodotto la proporzionale, con la conseguenza di rendere ancora chissà per quanto tempo chimerica una reale ed efficiente governabilità. Stando a questo modo di descrivere l'attuale realtà italiana, in effetti, l'ottimismo che va esprimendo il mercato azionario sembra fuori luogo e quindi destinato ad alimentare l'impressione semplicistica, ma ancora diffusa, che la Borsa altro non sia che una gigantesca quanto inutile roulette. Tuttavia, questa descrizione, ancorché veritiera, raffigura una siila faccia di ciò che in Italia sta accadendo. Le crisi cicliche dei sistemi economici occidentali hanno costi rilevanti, ma producono anche benefici. La circostanza che, per ovvi motivi sociali, ai primi la cronaca accordi una attenzione ed un rilievo assai maggiori che ai secondi non riduce la portata della rigenerazione che proprio la crisi sta provocando in tutto il nostro sistema economico. Non si tratta di poca cosa. Nell'industria manifatturiera, nei servizi, nella distribuzione, perfino nelle banche e addirittura nelle aziende a partecipazione statale, chi sopravviverà a questa crisi sarà il risultato darwiniano della più severa selezione che si sia prodotta negli ultimi cinquantanni. Se a questo processo aggiungiamo quello in atto nel settore pubblico, con il divieto degli Alfredo Recanatesi CONTINUA A PAG. 2 SETTIMA COLONNA

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