«Pronti alla guerra fatale»

«Pronti alla guerra fatale» «Pronti alla guerra fatale» Karadzic: non ci pieghiamo all'Onu ZAGABRIA. I serbi della Bosnia si preparano alla guerra totale. Il comando delle forze serbobosniache ha proclamato ieri la mobilitazione generale annunciando che d'ora in poi «tutte le risorse» della cosiddetta Repubblica serba verranno impegnate nella difesa del Paese. I generali serbi hanno reso noto che la mobilitazione riguarda tutti, compresi donne e vecchi, e che da oggi viene introdotta l'economia di guerra. Tra le misure adottate, l'assoluto divieto di contrabbando e commercio illegale. Nelle file dell'esercito e della polizia verranno rafforzate le misure disciplinari. Nel comunicato del comando militare si dice che questa è una risposta alla comunità internazionale che ha deciso di dare il suo pieno appoggio ai musulmani ai quali verranno riconosciute tutte le conquiste territoriali. Alle azioni annunciate dalle forze di pace dell'Onu, tra cui la riapertura dell'aeroporto di Tuzla, i serbi hanno l'intenzione di rispondere con la forza. Il nostro scopo è la guerra fino alla vittoria totale, dicono, perché questo conflitto non verrà risolto al tavolo delle trattative, ma sui campi di battaglia. Il primo a condividere la loro politica di guerra è il leader nazionalista russo Vladimir Zhirinovskij, che ieri ha incontrato il loro capo Karadzic e tutta la dirigenza serbo-bosniaca, e ha espresso loro la propria ammirazione. «Per la Russia è finalmente giunto il momento di alzarsi e difendere i serbi. Puniremo tutti i vostri nemici e non vi tradiremo mai. Questo è l'inizio del mondo degli slavi. Voi siete sulla prima linea del fronte, voi difendete tutto il mondo slavo e di fronte a voi ci sentiamo colpevoli», ha detto Zhirinovskij aggiungendo che il suo partito riterrà un eventuale attacco aereo della Nato contro i serpi della Bosnia come una dichiarazione di guerra alla Russia. «Non dimentichino che l'esercito russo è ancora in Europa e che può rimanerci per molto tempo ancora. Ogni bomba contro una città bosniaca sarà una dichiarazione di guerra ai russi e noi li puniremo». A Bijeljina, città della Bosnia orientale controllata dalle For¬ ze serbe, Zhirinovskij ha tenuto un comizio di fronte ad alcune migliaia di persone che hanno scandito con euforia il suo nome. Intanto le autorità croate hanno protestato presso l'ambasciata russa a Zagabria per impedire la visita di Zhirinovskij a Vukovar, la città della Slavonia, rasa al suolo dall'esercito jugoslavo e tuttora occupata dalle forze serbe. «La situazione in Bosnia, che diventa sempre più drammatica, sembra condurre alla guerra per la vita o la morte», ha dichiarato a Parigi il ministro della Difesa francese, Léotard, confermando ancora una volta l'appoggio di Parigi agli eventuali attacchi aerei in Bosnia. Il ministro della Difesa britannico, Rifkind, ha invece annunciato che si recherà a visitare i Caschi blu britannici stazionati in Bosnia per accertarsi ancora una volta delle condizioni sul terreno. Nel frattempo Lord Owen e Thorvald Stoltenberg, i due copresidenti della conferenza di pace sulla Jugoslavia, sono a Mosca per discutere con il ministro degli Esteri, Kozirev, la posizione russa. «Le trattative sono l'unica via per raggiungere la pace», ha dichiarato ieri a New York Stoltenberg, dopo aver presentato il suo rapporto al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Mentre la diplomazia internazionale si affanna a trovare una soluzione che, a due anni di distanza dall'inizio del conflitto bosniaco, è più lontana che mai, in Bosnia centrale le forze musulmane continuano ad attaccare le città croate di Vitez e Zepce. Ieri sera le autorità musulmane hanno comunicato che i tre uomini arrestati per aver sequestrato gli autisti britannici dell'Alto Commissariato per i profughi e ucciso uno di loro con due colpi alla testa, sono stati ammazzati mentre cercavano di fuggire. Dopo aver preso due ostaggi, i tre, che parlavano arabo, hanno sfondato un posto di blocco sul monte Igman. Per fermarli le forze musulmane hanno aperto il fuoco uccidendo anche uno degli ostaggi. Ingrid Badurina