storie di città

'torte di ixttà i Ga 'torte di ixttà i Ga i Bruno Gambarotta Ho fatto un sogno. Ho sognato che ero il guardiano del Casotto, un edificio fatto costruire nel 1575 dal duca Emanuele Filiberto sulla riva sinistra della Dora Riparia. Dal Casotto, girando ruote dentate e manovrando paratie si deviava il fiume mandando l'acqua a scorrere per le vie di Torino. Questi rigagnoli pilotati servivano a sgombrare le strade dall'immondizia, dalla neve d'inverno e dal polverio intollerabile prodotto dai carri e dalle vetture d'estate. Inoltre servivano a rinfrescare la città durante gli ardori estivi e a fornire acqua in grande quantità e in un tempo rapido per spegnere gli incendi. Un corso d'acqua che scorra in piano in dialetto torinese è una «doira»; poiché le acque dirottate dal Casotto scorrevano più copiose nell'attuale via Garibaldi, questo ramo era detto «doira grossa» e da qui l'antica denominazione di via Doragrossa. L'acqua, arrivata in piazza Castello, veniva deviata e fatta scendere ad innaffiare i Giardini Reali. Ho sognato che ero il guardiano del Casotto e un bel giorno, stufo di vedere la città così sporca, aprivo le cateratte e allagavo le strade di Torino. Poi, però, affascinato dallo spettacolo delle vie trasformate in canali, decidevo di non richiudere più le paratie del Casotto ma di lasciare che le acque della Dora scorressero in città per sempre. sgorgava da tutte le bocche. La fertile creatività di Luca Ronconi immaginava uno spettacolo su «Torino salva» immergendo nell'acqua gli attori per farli stare più a loro agio e non sotto una semplice pioggia battente come in «Venezia salva» in scena in questi giorni al Carignano. La Cee si rifiutava di finanziare un corso di riqualificazione per tramvieri che dovevano diventare piloti di vaporetti. In compenso finanziava un corso per mimi e clowns acquatici che dovevano intrattenere i pedoni in attesa di un traghetto. Torino come Venezia? «Torino come Venezia?» intitolavano i giornali e l'assessore al turismo o meglio, come si chiama adesso, più semplicemente, l'assessore «ai percorsi individuali e collettivi intesi non tanto come soddisfacimento dei bisogni ludici legati al tempo libero e alle risorse ambientali e culturali quanto come un accrescimento della personalità correlato al contesto psico-socio-culturale e storico metropolitano senza dimenticare i comuni della cintura», organizzava un convegno di studi su «La vocazione acquatica della città di Torino da Augusta Taurinorum ad oggi». Gli studiosi di Torino magica dimostravano che Nostradamus in una sua celebre quartina aveva predetto le vie d'acqua, bastava saperlo leggere. «Finalmente arriveranno i sospirati turisti!» era il grido concorde che Acqua purificatrice Sulla questione dei vaporetti i verdi si dividevano in verdi del sole bagnato, verdi del sole asciutto e verdi del sole un tantino umido. Arrivavano le prime proteste; la direttrice della Galleria d'arte moderna: «Il nostro era l'unico museo ad essere allagato e ora perde la sua specificità». Dei turisti nemmeno l'ombra e per attirarli si pensava di celebrare con una festa solenne il matrimonio del Po e della Dora ma le società canottieri del Po si opponevano sti¬ ATO DOMENICA LUNEDI' MARTEDÌ'

Persone citate: Bruno Gambarotta, Emanuele Filiberto, Luca Ronconi