E in agosto la sonda Nasa incontrerà un pianetino di Piero Bianucci

E in agosto la sonda Nasa incontrerà un pianetino E in agosto la sonda Nasa incontrerà un pianetino IL 1994 segna un ritorno alla Luna. E non soltanto con la memoria, perché il 20 luglio si celebrerà il quarto di secolo dal primo sbarco sul nostro satellite. Torneremo a esplorare la Luna anche direttamente, con una navicella spaziale della Nasa che porta un nome gentile e démodé: «Clementine». Questa sonda a basso costo, partita ieri dalla base di Vandenberg con un razzo «Titan II», si inserirà su un'orbita polare intorno alla Luna e tra marzo e aprile, per due lunazioni, farà accurate riprese del suolo da una distanza minima di 400 chilometri. A metà missione è previsto un cambio di orbita (da 30 gradi di inclinazione Sud a 30 gradi Nord) per ottenere immagini da diverse prospettive di quelle regioni intorno ai poli che rimangono ancora in parte sconosciute. Le immagini saranno interessanti anche perché non si tratta di semplici fotografie in luce bianca, ma di fotografie riprese su lunghezze d'onda particolari, per poter risalire alla natura geologica del suolo lunare. Quattro gli strumenti a bordo di «Clementine», finanziati, oltre che dalla Nasa, dal dipartimento della Difesa americano. Tre di essi ci daranno immagini in luce violetta, nell'ultravioletto vicino (a cui l'occhio non è sensibile), nell'infrarosso vicino e nell'infrarosso lontano. Il quarto strumento è un radar a luce laser (Lidar) che misurerà con estrema precisione i rilievi montuosi e le depressioni del suolo lunare. Una serie di filtri intercambiabili farà sì che le telecamere possano isolare vari settori dello spettro elettromagnetico tra il vicino ultravioletto e il lontano infrarosso. I dati del Lidar permetteranno anche di rilevare piccole perturbazioni dell'orbita della navicella (che circumnavigherà la Luna m 5 ore). Di qui si risalirà alla densità del sottosuolo limare, che varia notevolmente là dove sono avvenuti impatti con grandi meteoriti. Ma quello con la Luna è solo il primo appuntamento di «Clementine». Il secondo, molto più interessante, è con il pianetino «Geographos», che incontrerà alla fine di agosto, quando questo asteroide verrà a trovarsi ad appena 5 milioni di chilometri dalla Terra. Riceveremo allora le prime immagini dirette di uno degli asteroidi che percorrono orbite minacciosamente vicine a quella del nostro pianeta, e che potrebbero un giorno «caderci addosso». Finora, grazie alla navicella «Galileo», abbiamo avuto im¬ magini dirette solo degli asteroidi Gaspra e Ida, che appartengono alla fascia principale, posta tra Marte e Giove. Di Castalia e Toutatis, che sfiorano la Terra, abbiamo immagini radar, quindi inevitabilmente di qualità modesta. «Geographos», pianetino che porta il numero d'ordine 1620, fu scoperto il 14 settembre 1951 da Wilson e Minkowski all'Osservatorio di Monte Palomar durante la realizzazione del grande atlante fotografico del cielo boreale con il telescopio Schmidt da 120 centimetri di obiettivo. Fu chiamato così in onore della National Geographic Society, e anche perché con la sua orbita eccezionalmente allungata esplora una vasta regione del Sistema Solare. «Geographos» ruota su se stesso in 5 ore e mezzo, proba¬ bilmente è di natura rocciosa e dovrebbe avere un diametro di circa due chilometri. Si è anche pensato che sia il nucleo di una cometa estinta perché pare imparentato con lo sciame di meteore delle Virginidi, visibili in marzo. La sonda «Clementine» grazie ai suoi strumenti potrà stabilire le caratteristiche geologiche della sua superficie e raccontarci, in base ai crateri eventualmente presenti, la sua storia più remota. La rotta di «Clementine» sarà un capolavoro di meccanica celeste. Dopo aver girato un po' intorno alla Terra, entrerà in orbita lunare il 21 febbraio. Ci rimarrà fino al 3 maggio, quando tornerà verso di noi per essere spedita all'appuntamento con «Geographos» dal campo gravitazionale terrestre. Piero Bianucci

Persone citate: Giove, Minkowski, Schmidt, Vandenberg