Germania al voto senza veleni di Emanuele Novazio

Germania al voto senza veleni Le Chiese cristiane e gli ebrei chiedono un impegno sui problemi concreti Germania al voto senza veleni Un «patto etico» per la campagna elettorale ALLE URNE CON FAIR PLAY BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tutti d'accordo, almeno sulla carta: la campagna elettorale di quest'anno (una campagna multipla di dieci mesi: per le europee, il rinnovo del Bundestag e della maggior parte dei Parlamenti locali) sarà all'insegna del fair play. Niente più insulti, niente più polemiche infamanti, niente più sospetti velenosi sull'avversario. La proposta delle Chiese e del consiglio ebraico «per un impegno sui problemi concreti, dalla recessione alla violenza neonazista», è stata accolta dai principali partiti: socialdemocratici, liberali, ex comunisti e democristiani dovrebbero presto tradurla in un vero e proprio «patto etico di non aggressione». La sola resistenza viene dai cristiano-sociali bavaresi (la Csu): non c'è ragione di fare accordi scritti, argomenta maliziosamente il segretario ge¬ nerale Huber, «il nostro è il partito del fair play». Una commissione con rappresentanti dei partiti e delle Chiese sorveglierà il rispetto degli accordi: vietati gli attacchi personali conditi di ingiurie e insinuazioni maliziose, vietati gli insulti, vietato disturbare le manifestazioni elettorali altrui, vietato strappare i manifesti degli altri. I partiti si impegnano inoltre a prendere le distanze dalle dichiarazioni intrise di xenofobia e di razzismo, e i liberali chiedono un appello ai direttori di giornale perché rifiutino la pubblicità elettorale con slogan dubbi. Ci sarà forse anche un limite venti-trenta giorni prima delle elezioni - per l'affisione dei manifesti. Ma la Commissione avrà una semplice «facoltà di biasimo», a meno che non sia accolta la proposta dei consiglio ebraico e del partito dei pensionati (le Pantere grigie) perché siano inflitte multe, fino a mezzo miliar- do di lire, a chi viola i patti. Non è la prima volta che si tenta di garantire la lealtà preelettorale. Accordi simili sono già stati raggiunti nel '65, nel '69 e nell'80. Paradossalmente, però, proprio la campagna elettorale per il rinnovo del Bundestag di quattordici anni fa è considerata un esempio da scordare. «Maturo per il manicomio», era definito per esempio il can¬ didato socialdemocratico alla cancelleria Helmut Schmidt nei volantini dei cristiano-sociali. In quelli socialdemocratici, del resto, il leader bavarese Franz Josef Strauss aveva d'abitudine le sembianze di un vampiro. Quest'anno le intenzioni sono serie, a sentire i contendenti, nonostante le premesse: i socialdemocratici accusano la Cdu del cancelliere Kohl di aver fomentato una «sporca campagna» favorendo insinuazioni sul passato di imo dei fondatori dell'Spd, Herbert Wehner, accusato di aver fatto il doppio gioco con la Ddr di Honecker e di aver compromesso il cancelliere Brandt. Quali che siano le intenzioni dei partiti, gli elettori non sembrano dar loro un gran credito: quasi l'ottanta per cento dei tedeschi prevede «un gran rimestar nel fango», durante la campagna elettorale di quest'anno. Emanuele Novazio II Cancelliere tedesco Helmut Kohl

Persone citate: Brandt, Franz Josef Strauss, Helmut Kohl, Helmut Schmidt, Herbert Wehner, Honecker, Huber

Luoghi citati: Ddr, Germania