Bossi: il Nord è nostro di Ugo Bertone

Verso l'intesa Lega-Forza Italia, la Parenti candidata a Milano Verso l'intesa Lega-Forza Italia, la Parenti candidata a Milano Bossi: il H«d è nostro «Cavaliere giù le mani o ti sbrano vivo» ARCORE DAL NOSTRO INVIATO Scusi Maroni, ma è sensato parlare di accordo già fatto? Oppure con Berlusconi siete ancora lì, in mezzo al guado? Lui, Roberto Maroni, braccio sinistro di Bossi, si fa una risata e poi dice: «Siamo ancora lì. L'accordo è possibile, si è fatta chiarezza sulla questione del federalismo. Però...». Però il precedente di Segni brucia ancora. E così, dopo una maratona di nove ore abbondanti di confronto in quel di Arcore, a villa Berlusconi, è legittimo dire che Lega Nord e Forza Italia si sono annusati, in parte capiti. Ma l'accordo, quello vero, è ancora da fare. Maroni era accompagnato da Francesco Speroni, capogruppo al Senato e da Alessandro Patelli, l'ex amministratore del Carroccio. Silvio Berlusconi, ha fatto gli onori di casa, ha fatto capolino nella giornata in sala riunioni ma, alle 14 e trenta, è andato a vedere il suo Milan in bassa frequenza. Maroni, milanista sfegatato, non è stato invitato. Ai luogotenenti tocca lavorare pure di domenica mentre i generali si sparano bordate da lontano. «Berlusconi - tuona Umberto Bossi da Gemonio - può dare una mano come mediatore tra Nord e Sud. Al Nord c'è la Lega, lui vada al Sud a far da cerniera tra noi e il msi che prende i voti a Meridione. Ma nulla di più. Al Nord i voti sono della Lega. Se si mette in testa di fare il partito al Nord, lo sbraniamo vivo». E lui, Sua Emittenza, la tuta della domenica e il successo del Milan ancora negli occhi, replica così: «Un po' di folklore non guasta mai». La strada del polo, della grande intesa, insomma, è ancora lunga anche se qui, nella concreta terra di Brianza gli accordi nascono sulle cose. E la prima cosa sono le candidature: al Nord e al Sud. Per il Nord le trattative sono avanzate, eccome. Innanzitutto Tiziana Parenti, «Titti la rossa», implacabile segugio sulla piste delle tangenti al pci-pds. «Sarà candidata al Nord anticipa Speroni -, a Milano se non sorgeranno problemi di incompatibilità territoriale dato che è un magistrato. Ma è solo un problema di ordine tecnico, in attesa di controllare cosa dice la legge». Il riserbo è però assoluto, almeno sulle cose che contano. Poi, ciascuno tira acqua al suo mulino. Ai luogotenenti di Bossi è stato mostrato, in parte, il lavoro di «Forza Italia», l'efficienza delle sue strutture. «E Berlusconi - commenta Maroni - ci ha anche fatto vedere alcuni suoi sondaggi secondo i quali l'elettorato della Lega e quello di Forza Italia non si sovrappongono se non per una percentuale minima». Facile capire la ragione di quei sondaggi: dimostrare che al Nord Lega e Berlusconi possono convivere. Ed è giusto che la Lega faccia un passo indietro per garantire una quota di eletti ai club di «Forza Italia». Giusto? «Forza Italia - replica imperterrito Maroni - può avere un ruolo di cerniera tra Nord e Sud». E Bossi, in serata, è ancora più esplicito ai microfoni della «Zattera» di Barbato. «Se lui ringhia - vuol inserire tanta Forza Italia nei collegi del Nord allora vuol dire che medita di fare la figura del leghista buono. Ed in tal caso non si adeguerebbe a fare il mediatore...». Ed in tal caso, facile aggiungere, il senatur non ha alcuna intenzione di fare accordi. Anzi. «Sia chiaro - aggiunge al telefono che io non vendo balle in tv. E che la Lega non ha bisogno di nessuno. Le intese si possono fare sempre, non c'è fretta. Si può fare l'accordo anche dopo le elezioni. Ma adesso ci vuole un progetto, e per noi dev'essere un progetto federalista: l'anticomunismo, sia chiaro, non basta più. Togliatti non c'è più». Già, il federalismo. «La questione fondamentale - incalza Maroni - resta quella federale. Solo così possiamo pensare ad un'intesa vera». Intesa che, nella versione del Carroccio, può avvenire solo così: Bossi a prendere i voti a Nord, Fini a Sud, Berlusconi capace di far da mediatore, purché dalla parte del federalismo e capace di rastrellare voti con neocentristi laici e cattolici. Tutto facile? No. Anche perché l'autocandidatura di Berlusconi al ruolo di presidente del Consiglio non raccoglie entusiasmo all'ombra del Carroccio. «Il presidente del Consiglio - ammonisce Speroni - non deve essere un mediatore ma uno che decide. E, al momento, per noi Berlusconi ha ancora un ruolo di mediatore». Battute, frenate, qualche timido ottimismo («comunque - conclude Maroni - l'accordo politico è pressoché raggiunto») e molta prudenza. Si va avanti. A piccoli passi. Oggi consiglio federale della Lega, prima di venerdì di nuovo tutti ad Arcore. A convincere Sua Emittenza a puntare a Sud, «là dove non c'è nulla, se non un grande fermento». E dove il cavaliere può fare meglio del senatur. Ugo Bertone Il leghista Roberto Maroni

Luoghi citati: Arcore, Gemonio, Milano