I'infinita attesa per 24 handicappati
Il centro di corso Svizzera: ci sono voluti più di tredici anni e tre appalti per costruirlo Il centro di corso Svizzera: ci sono voluti più di tredici anni e tre appalti per costruirlo I/infinita attesa per 24 handicappati E si deve ancora decidere chi gestirà la struttura Una commissione composta da tecnici dell'Usi 4 e dell'assessorato all'Assistenza del Comune sta esaminando la «lista d'attesa» per il centro di corso Svizzera 164, che ospiterà 24 handicappati gravi. In particolare deve decidere, in base alle condizioni psicofisiche degli aspiranti, se la gestione della struttura dovrà essere della Sanità (quindi dell'Usi) o dell'Assistenza (quindi del Comune). In sé l'annuncio non avrebbe nulla di eccezionale. Se eccezionale non fosse la storia che gli sta alle spalle: per completare un'opera da poche centinaia di milioni il Comune ha impiegato 13 anni. Adesso è ultimata, ma ancora si discute coma farla funzionare e a chi assegnare la gestione. Perché, assessore Migliasso? «Perché nessuno si è mosso per tempo. Basta, non mi faccia dire altro, sono una signora. L'importante è inaugurare il centro una volta per tutte. Dovremmo farcela entro dicembre». Un altro anno di attesa. Se tutto procederà bene. La storia ha inizio il 22 aprile 1980: quella sera il Consiglio delibera di affidare la progettazione dell'edificio agli architetti Maria Teresa Ponzio e Silvana Parena. Scopo: creare un centro per handicappati gravissimi, di cui il Piemonte e la città sono sprovvisti. Se ne discute in giunta e in commissione, poi irrompe lo scandalo Zampini e l'attività di Palazzo civico si blocca. Il progetto è approvato il 16 gennaio 1984, ma soltanto 16 mesi dopo l'impresa «Salvatore Migliore» si aggiudica l'appalto, garantendo uno sconto del 27,7 per cento. Importo previsto: 867 milioni. Il cantiere si apre il 10 ottobre 1985 per chiudersi il 17 gennaio 1986, perché l'impresa è fallita realizzando soltanto il 6 per cento delle opere previste. Passa il tempo, cambiano sindaci e giunte. Nuovo appalto: vince la «Associazione temporanea di imprese Pirro Ecis». Sconto del 19,6 per cento, importo di 904 milioni che salgono a 945 con una piccola variante approvata l'8 giugno 1987. Due anni e anche l'associazione di imprese si scioglie senza aver ultimato i lavori. Per fortuna mancano soltanto «piccole opere di finitura». Tutto a posto? Macché: per 18 mesi non accade nulla, mentre la gente del quartiere e le associazioni che tutelano gli handicappati fanno fuoco e fiamme. Peggio: accade che il centro si trasformi in ricovero per vagabondi, sfaccendati, tossicodipendenti. Ci passano la notte, se hanno freddo accendono falò. Si portano via le corde delle saracinesche, i rubinetti. Imbrattano i muri, mentre a danneggiare il sotterraneo basta la pioggia, perché la stazione di pompaggio non è ancora installata. Così, il terzo appalto (anno 1992) costa ancora la bellezza di 294 milioni. Non può mancare un incidente di percorso: i lavori si interrompono nel gennaio 1993, perché il Comune non ha collegato l'edificio alla fognatura. Ma questa volta è davvero l'ultimo. Il centro di corso Svizzera 164 (un piano fuori terra, 1350 metri quadrati di superficie) è una realtà e il più straordinario fascicolo nella storia recente di Palazzo civico può finire in archivio. Un altro si apre, e riguarda i futuri ospiti, le loro famiglie, le associazioni che hanno insistito, protestato, combattuto una battaglia sacrosanta contro sprechi e inefficienza. Mese dopo mese, per tredici lunghissimi anni. Giampiero Pavido
Persone citate: Giampiero Pavido, Maria Teresa Ponzio, Migliasso, Salvatore Migliore, Silvana Parena, Zampini
Luoghi citati: Piemonte
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