I cecchini all'Opera, un teatro deve morire

I cecchini all'Opera, un teatro deve morire A Berlino battaglia aperta fra le strutture pubbliche per la musica lirica: tre sono troppe I cecchini all'Opera, un teatro deve morire Annunciata la chiusura della leggendaria Komische di Felsenstein |j| BERLINO ! ' N ritornello sommesso | aleggia da qualche tempo I dietro le quinte dei famosi V i teatri dell'Opera berlinesi: di quante Opere ha bisogno Berlino? Uno, due, tre, a chi toccherà per prima? Perché Berlino è l'unica città in Europa, se non al mondo, che gode di tre Opere liriche, 2782 dipendenti fissi che lavorano stagione per stagione per allietare le passioni musicali dei cittadini. Una guerra delle Opere si annuncia inevitabile. Una battaglia a suon del direttore più illustre, delle voci più sublimi, delle scenografie più spettacolari. Qual è la migliore? La enorme Deutsche Oper (unica Opera occidentale nella Berlino divisa); la Staatsoper nella strada più nota di Berlino, Unter den Linden, alla cui direzione dopo la Riunificazione tedesca è stato chiamato Daniel Barenboim, stella del firmamento classico; o la Komische Oper, che negli Anni Cinquanta conquistò fama mondiale sotto la guida di Walter Felsenstein? Le ultime notizie davano per contati i giorni della Komische Oper: un documento interno del senatore delle Finanze ne annunciava la chiusura. Poi la smentita e l'appassionata difesa del senatore della Cultura, Ulrich RoloffMomin: «Solo passando sul mio cadavere». «Ma non gli è venuto in mente che presto di cadaveri potrebbero essercene due», si chiedeva uri quotidiano: «quello di una famosa Casa dell'Opera e quello del senatore Mornin?». Di quante Opere ha bisogno Berlino? In tempi di recessione, tre Case dell'Opera in una sola città devono giustificare la loro esistenza, a maggior ragione dopo che il mondo del teatro ha già pagato la sua parte con la chiusura dello Schiller Theater. Con la differenza che mentre i teatri della capitale tedesca erano spesso mezzi vuoti, i berlinesi all'O¬ pera ci vanno con passione: 1885 sono i posti per il pubblico alla Deutsche Oper, 1396 alla Staatsoper e 1210 alla Komische Oper. La Deutsche Oper ha avuto il maggior afflusso dal dopoguerra: 310.665 spettatori e anche le sorelle minori hanno accolto rispettivamente 235.242 e 209.995 persone. Purtroppo non basta. I biglietti degli spettatori portano alle tre Opere berlinesi circa 44 milioni di marchi, ma il costo globale è di 205 milioni di marchi. L'80 per cento dei costi vanno per gli stipendi fissi, gli scenografi, l'orchestra, il coro, i ballerini. Il restante 20 per cento viene diviso tra i grandi nomi, direttori, cantanti e registi. Non subito, ma in futuro, i giorni dell'Opera berlinese sono contati, commentano i quotidiani tedeschi. E ogni critico si lancia ad un'appassionata difesa della «sua» Opera. «Dopo tutto non sarebbe la prima volta che un'Opera viene chiusa e poi riaperta», si consola Die Welt, facendo riferimento ai primi tempi della Komische Oper, aperta nel 1905 e richiusa nel 1911. «La situazione più difficile è quella della Deutsche Oper», sentenzia invece la Frankfurter Allgemeine, che punta sulle difficoltà di rinnovarsi della più grande Opera berlinese. Francesca Preda zzi

Persone citate: Daniel Barenboim, Felsenstein, Linden, Schiller, Ulrich Roloffmomin, Walter Felsenstein

Luoghi citati: Berlino, Europa