Caccia all'atrazina di Giuliano Dolfini

Troppi acquedotti inquinati dal diserbante vietato Troppi acquedotti inquinati dal diserbante vietato Caccia all'atrazina // caso di Favria: la sostanza potrebbe arrivare dalla Francia Altri 12 Comuni derogano alle norme di sicurezza per l'acqua Inquinato da atrazina e simazina l'acquedotto di Favria, nel Canavese. I due diserbanti, utilizzati per il granoturco, sono vietati dall'89. Però la loro presenza è stata scoperta in tre pozzi (anche a 100 metri di profondità) oltre il limite di 0,1 microgrammi litro. La popolazione è costretta a bere acqua potabile dalle autobotti. Atrazina e simazina sono comparse anche nell'acquedotto della frazione Benne di Oglianico. Ulteriori analisi sui pozzi di Favria verranno effettuate dall'Usi 38 la prossima settimana. «Abbiamo controllato magazzini e consorzi - dice il dottor Carlo Cicconi, del servizio di Igiene ambientale dell'Usi 38 ma non abbiamo trovato nulla. Forse qualche agricoltore ha utilizzato fondi di magazzino». Emerge però un'altra ipotesi: l'acquisto di contrabbando all'estero o da rappresentanti, che commercializzano i due diserbanti vietati. Infatti in Francia l'atrazina non è proibita e la si vende a basso costo. Che cosa dicono gli agricoltori? Ernesto Casasso, vicedirettore della Coldiretti: «Ci sono prodotti alternativi di miglior resa e minor rischio, che i nostri tecnici hanno da tempo indicato. In Italia l'atrazina non è più commercializzata e non si dovrebbe utilizzare». «Occorre attenzione - spiega il dottor Edoardo Maina, analista di acque potabili -. Nelle falde il ricambio delle acque ha un ciclo che può raggiungere i 5-6 anni. Solamente i filtri a carbone attivo possono bloccare questi veleni». Anche i diserbanti sostitutivi dell'atrazina possono creare nuovi problemi. Nei controlli sulle falde superficiali del Chierese è emerso che l'inquina- mento da sostanze (per esempio l'Alaclor) ha raggiunto gli 0,8-9 microgrammi per litro, mentre il limite è di 0,1, Mentre Avigliana ha ancora problemi per il manganese nei pozzi, ci sono altri Comuni che derogano dalle norme per la potabilità degli acquedotti. Sono Bardonecchia, Lessolo, Novalesa, Sauze d'Oulx, che hanno solfati naturali (ammessi 400 microgrammi litro invece di 250). Per Scarmagno, Vische, Frossasco, Roletto, Cantalupa vi sono stati problemi per i nitrati, in parte già risolti. Però dovranno rientrare tutti a norma entro il '95. A Collegno e Grugliasco vi era inquinamento da solventi clorurati, che è stato affrontato con i filtri a carbone attivo e scambio di acqua. Situazione analoga per 11 pozzi di Francesco al Campo e alcuni pozzi di Moncalieri, dove la deroga era da 30 microgrammi litro a 50, che scadrà a luglio. Giuliano Dolfini

Persone citate: Caccia, Carlo Cicconi, Edoardo Maina, Ernesto Casasso