Branca il leone di Udine

ìììmit \mm\t Branca, il leone di Udine Domani sfida bomber Silenzi A giugno alla corte di Bettega? Fino a poco tempo fa era una delle vittime sacrificali di un campionato che già aveva in gran parte definito vittime e carnefici. Poi un clamoroso risveglio. Spunta l'Udinese demiracolo, capace di strappare punti a tutti, rapace anche su campi impossibili, protagonista di un recupero insospettabilecon lo stesso passo veloce degrande Milan. Il tutto camminando grazie anche ai tacchettfantasiosi ed esplosivi di un attaccante anomalo, curiososempre in bilico fra il successo e l'anonimato: Marco Branca. Ventinove anni appena compiuti, molte promesse, qualche successo, ma in fondo anche un'attesa in gran parte andata delusa, Branca ha attraversato dieci anni di professione con la leggerezza della piuma. Bravobravissimo, capace di gol da antologia, tecnicamente sopraffino, ma forse distaccato per imporsi in un mondo dove è indispensabile sgomitare. Fin troppo elegante per essere un vincente, insomma un attaccante snob che preferisce la lettura del «Sole 24 Ore» piuttosto che quella dei quotidiani sportivi. Ma adesso è tornato sulle copertine patinate, segna e fa vincere l'Udinese, addirittura vengono accreditate voci secondo le quali ci sarebbe la Juventus a prenderlo in considerazione per la prossima stagione. Ma Branca certamente non è cambiato, continua a fare il calciatore per vivere e non a vivere per giocare al calcio. Spresenta agli allenamenti con la valigetta e racconta di Botazioni e Cct. «Io sono fatto cosìil calcio mi piace ma è solo imio lavoro. E mi basta quello che fino ad oggi mi ha regalatonon ho rimpianti. Certo ogntanto mi fermo davanti ad una considerazione: sono andato sempre nei posti giusti ma nemomento sbagliato». Già, prima a Cagliari (in serie B), poi due volte alla Sampdoria (ma c'era Vialli) nell'87-88 e ne'90-91, quindi nell'Udinese, un anno nella Fiorentina del primo Batistuta ed infine ancora a Udine. «Ho mancato trasferimenti importanti, le scelte decisive. Colpa mia al 50%, colpa del calcio per il rimanente 50..C'è chi si meraviglia che io investa autonomamente il mio denaro. Che legga i giornali finanziari, che mi sia costruitoMarco Branc 29 anni una mentalità aziendale. Eppure a me sembra tutto logico, conosco il valore dei soldi e con mia moglie (la vera esperta di casa) ci divertiamo a cimentarci con la Borsa». La signora Branca ha una parte importantissima nella vita del giocatore, nel periodo fiorentino si racconta di un episodio divertente che vide protagonisti Vittorio Cecchi Gori e il suo attaccante. «Portavo il pizzetto - racconta divertito Branca - e il presidente mi fece una proposta: lei ha la faccia da attore, a fine stagione le farò fare un viaggio premio a Hollywood, le presenterò dei registi americani, può fare del cinema e... conoscere delle bellissime donne. Lo guardai sorpreso e gli risposi: guardi che la donna più bella del mondo è mia moglie». Oggi ride di quel periodo in riva all'Arno, ma allora fu costretto ad ingoiare di tutto, anche... fichi d'india. «Tutto dimenticato». Anche le polemiche con Batistuta. «L'argentino è molto forte, ma i due attaccanti con i quali mi sono trovato meglio sono stati Mancini e Balbo». Domani affronterà il Torino e Silenzi, scontro fra bomber lanciatissimi: «Ogni anno i granata sembrano affogare nei problemi societari, eppure colgono risultati sportivi importanti. Merito del loro gioco, senza fronzoli, concreto, merito di quello che viene chiamato cuore granata». E Silenzi? «Gli faccio i complimenti, anche lui come me ha vissuto momenti difficili. Ma adesso ha strappato dalle proprie spalle la sfortuna. Ora è un protagonista. Per certi aspetti ci assomigliamo. Chi è più bravo? Questo non m'interessa». Gli interessano, invece, le voci di un possibile trasferimento alla Juventus: «Sono voci che ho sentito galleggiare nell'aria. Ma in questo periodo se ne dicono tante, e poi io... sono sfortunato nei momenti topici. Cerco di concentrarmi solo sui gol da segnare, tanti per salvare l'Udinese. Certo che adesso nella Juve è arrivato il mio idolo degli anni passati. Parlo di Bettega. Aveva la mia eleganza nei gol più difficili? Grazie del complimento, certo che mi farebbe piacere se a farmelo fosse proprio lui». Alessandro Rialti Marco Branca, 29 anni

Luoghi citati: Cagliari, Hollywood, Udine